Il capitalismo dichiara guerra al sonno

Creato il 25 settembre 2015 da Mcnab75

Aperto 24 ore su 24, 7 giorni su 7, è il mantra del capitalismo contemporaneo, l’ideale perverso di una vita senza pause, attivata in qualsiasi momento del giorno o della notte, in una sorta di condizione di veglia globale. Viviamo in un non tempo interminabile che erode ogni separazione tra un intenso e ubiquo consumismo e le strategie di controllo e sorveglianza. Sembra impossibile non lavorare, mangiare, giocare, chattare o twittare lungo l’intero arco della giornata, non c’è momento della vita che sia realmente libero. Con la sua presenza ossessiva, il mercato dissolve ogni forma di comunità e di espressione politica, invadendo il tessuto della vita quotidiana.

Se anche voi soffrite d’insonnia potreste essere in guerra senza saperlo.

Saggio breve (137 pagine) ma intenso, 24/7, scritto dal professore della Columbia University Jonathan Crary, affronta una guerra dichiarata, in corso da quasi 80 anni, ma di cui pochissimi parlano. Tale guerra mette a confronto l’uomo moderno col sonno.
Quest’ultimo viene visto come un nemico della produttività e della creatività, un tempo perso che va recuperato e impiegato per espandere il lasso della “vita attiva”.

Il 24/7 è l’annuncio di un tempo senza divenire, sottratto a qualunque delimitazione concreta o riconoscibile, un tempo senza ritmo sequenziale o ricorrente. Nel suo carattere perentoriamente riduttivo, è la celebrazione di un presente allucinato, di una inalterabile permanenza fatta di operazioni incessanti, senza attrito. È una conseguenza della trasformazione della vita sociale in realtà tecnicamente manipolabile.

Crary affronta questo fenomeno da più punti di vista.
Parte elencando gli esperimenti militari della DARPA, mirati a creare sostanze o programmi di addestramento in grado di tenere sveglio ed efficiente un soldato per due intere settimane. Passa poi a esaminare le torture riguardanti la privazione del sonno, ampiamente usate fin dai tempi di Stalin, e poi perfezionate dalla CIA.
Nella seconda parte il saggio si fa più sociologico, affrontando i mutamenti (spesso voluti) dei ritmi del sonno, tramite l’inserimento di nuove tecnologie a diffusione capillare: TV, VHS, console di videogiochi, internet. C’è un progredire mirato in tutto ciò? Forse sì, ma in senso complottistico. È il consumismo che ci spinge in questo conflitto. O almeno così sentenzia Crary.

Il libro è ottimo, soprattutto perché l’autore non è un luddista. Analizza il fenomeno in questione in modo razionale e lucido, spiega come siamo arrivati al punto il cui il sonno potrebbe perdere la guerra, trasformando tutto noi in zombie iperattivi, pronti a consumare a ciclo continuo, ad assimilare dati o a essere assuefatti dai medesimi.
C’è abbastanza per inquietarsi e per riflettere, in 24/7, ed è un piacere che qualcuno si sia occupato di questo argomento.

Disponibile in versione digitale e cartacea, è ovviamente una lettura consigliata (e offre anche ottimi spunti narrativi, nel caso siate scrittori o creativi).

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(A.G. – Follow me on Twitter)


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