Il capitolo 5 della norma EN 1090-2: Prodotti componenti

Creato il 25 novembre 2013 da Ediltecnicoit @EdiltecnicoIT

Riprendiamo la panoramica sulla norma EN 1090-2 Esecuzione di strutture di acciaio e alluminio provando a dare indicazioni sui contenuti del capitolo 5 Prodotti componenti. Nel capitolo vengono definite le caratteristiche dei prodotti metallici impiegabili nelle strutture metalliche. Nel proseguo dell’articolo si daranno indicazione su alcuni di questi prodotti.

La norma dunque identifica i seguenti prodotti:

a) Prodotti strutturali di acciaio;

b) Acciaio fuso in getti;

c) Materiali di apporto per la saldatura;

d) Connettori meccanici;

e) Perni e connettori a taglio;

f) Malte;

g) Giunti di dilatazione per ponti;

h) Cavi di alta resistenza, aste e terminazioni;

i) Appoggi strutturali.

La norma definisce per ogni tipo di prodotto (e anche di sottoprodotto se pertinente) il tipo di documento di controllo che deve essere fornito all’acquirente secondo la EN 10204. I documenti di controllo possibili sono di quattro tipi:

-   tipo 2.1;

-   tipo 2.2;

-   tipo 3.1;

-   tipo 3.2.

Il tipo 2.1 è di fatto una dichiarazione del produttore sul fatto che la fornitura è conforme all’ordine. I tipi 2.2, 3.1 e 3.2 sono documenti contenenti gli esiti delle prove fisico-chimiche eseguite sui provini di materiale prelevati nello stabilimento del produttore. Nel caso dei tipi 3.1 e 3.2 le prove sono svolte su provini prelevati dalla specifica fornitura acquistata dal cliente. Nel caso del tipo 2.2 le prove sono svolte su provini prelevati da lotti di produzione a cui appartiene la fornitura acquistata dal cliente. La definizione del tipo di documento di controllo deve concretizzarsi nel contratto tra produttore e cliente. Non a caso infatti accade spesso che il cliente voglia documenti di controllo specifici (es. 3.1) a fronte di indicazioni normative più blande (es. bulloneria strutturale per cui la norma richiede un 2.1).

Per tutti i prodotti viene richiesta la rintracciabilità dei prodotti dalla loro produzione fino al loro impiego. Tale requisito è obbligatorio per le EXC3 e EXC4. I prodotti devono essere marcati e i metodi di marcatura possono essere diversi (verniciatura, stampigliatura, codici a barre, etichette, ecc…).

I prodotti strutturali di acciaio devono essere conformi alle seguenti norme europee:

  1. Acciaio carbonio strutturale

1.1.   EN 10025 (serie da parte 1 a parte 6) – prodotti laminati a caldo per impieghi strutturali;

1.2.   EN 10210-1 – tubi finiti a caldo;

1.3.   EN 10219-1 – tubi formati a freddo.

  1. Fogli e strisce adatti alla formatura a freddo

2.1.   EN 10025-2 – acciai non legati per impieghi strutturali;

2.2.   EN 10025-3, 4 – acciai a grana fine per impieghi strutturali;

2.3.   EN 10149, EN 10268 – acciai alta resistenza allo snervamento;

2.4.   ISO 4997 – acciai ribattuti a freddo;

2.5.   EN 10346 – acciai rivestiti per immersione a caldo in continuo;

2.6.   EN 10169 – prodotti piani di acciaio rivestiti in continuo con materiale organico;

2.7.   EN 10139 – nastri stretti.

  1. Acciai inossidabili

3.1.   EN 10088-4 – fogli, lamiere, nastri;

3.2.   EN 10088-5 – barre, vergelle, profilati;

3.3.   EN 10296-2 – tubi con o senza saldatura.

I prodotti di cui ai punti 1.1, 1.2, 1.3, 2.1, 2.2, 3.1, 3.2 richiedono oggi la Marcatura CE secondo il Regolamento europeo 305/2011. In virtù di ciò, le forniture devono essere accompagnate, oltre che dai documenti di controllo di cui sopra, anche dall’etichettatura CE e dalla Dichiarazione di Prestazione del produttore. Per l’impiego in Italia degli altri prodotti è necessario che il produttore sia in possesso dell’Attestato di Qualifica rilasciato dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici (questo vale anche per i produttori con stabilimenti fuori dal confine italiano).

La norma definisce poi per i prodotti strutturali le tolleranze di spessore (vedere la EN 10029), i requisiti relativi alle finiture superficiali (a seconda del tipo di profilo e distinguendo tra acciaio al carbonio e inossidabile), eventuali proprietà particolari da definire nel progetto (es. grado di discontinuità interne).

I materiali di apporto per la saldatura devono essere conformi alla norma EN 13479 e pertanto devono essere dotati di Marcatura CE secondo il Regolamento europeo 305/2011. Valgono quindi le stesse considerazioni sulla documentazione di accompagnamento fatte poco sopra. Vengono poi definiti i vari tipi di materiali utilizzabili nelle saldature, ognuno con la propria norma di prodotto di riferimento. Particolare attenzione si deve porre nel caso di saldatura di acciaio corten e inossidabile. Nel primo caso il materiale di apporto deve avere caratteristiche di resistenza agli agenti atmosferici equivalenti a quelle del materiale base che si va a saldare. Nel secondo caso le caratteristiche del materiale di apporto devono garantire una resistenza alla corrosione adeguata a quella dell’acciaio inossidabile.

Il paragrafo dedicato ai connettori meccanici tratta diversi tipi di connessione. Tra questi ricordiamo la bulloneria strutturale non a serraggio controllato (EN 15048-1) e la bulloneria strutturale a serraggio controllato (14399 – serie). Entrambi i tipi di bulloneria devono essere dotati di Marcatura CE, testimoniabile dall’etichettatura CE e dalla Dichiarazione di Prestazione. Chiariamo bene che bulloneria marcata ce non significa che questa debba riportare sui bulloni e/o sui dadi la sigla CE.

Alcuni produttori la mettono ma non è un obbligo. L’importante è la presenza dell’etichettatura e della Dichiarazione di Prestazione. Altre sono invece le informazioni da stampigliare sulla bulloneria. Sui bulloni e sui dadi non a serraggio controllato deve essere stampigliato il marchio d’identificazione del produttore, la classe di resistenza e la sigla SB. Sulle rondelle non è richiesta nessuna stampigliatura. La marcatura delle viti e dei dadi a serraggio controllato prevede invece la stampigliatura del marchio di identificazione del produttore, della classe di resistenza e della lettera “H” seguita da altre lettere a seconda del tipo di bulloneria (es. HR, HV, ecc.).

La norma dà indicazioni sui tipi di malte da usare come riempimento tra le fondazioni in calcestruzzo e le piastre di base delle strutture metalliche. La composizione della malta dipende dallo spessore da riempire. A seconda dei casi sono ammesse malte cementizie, speciali (addittivate, espansive e comunque a basso ritiro) o a base di cementi fini.

Per quanto riguarda gli appoggi strutturali si rimanda alle norme specifiche della serie EN 1337. Si ricorda che tali prodotti devono riportare la Marcatura CE testimoniata dall’etichettatura e dalla Dichiarazione di Prestazione.

Per approfondire alcuni degli argomenti trattati in questo articolo si consigliano questi collegamenti:

a) Panoramica sulle norme relative alla saldatura

b) Panoramica sui requisiti di saldatura per le officine

c) Panoramica sul controllo di accettazione delle strutture metalliche

Il presente articolo fa parte di un mini ciclo dedicati alla norma EN 1090-2.

1. Le norme europee sull’esecuzione delle strutture in calcestruzzo e acciaio/alluminio

2. I capitoli 3 e 4 della norma EN 1090-2: Termini, Definizioni, Specifiche e Documentazione


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