Il cappello di paglia di Firenze: intervista a Claudia Cecchini

Creato il 24 febbraio 2014 da Luana Savastano @VistaSulPalco

Nella versione de Il cappello di paglia di Firenze portata in scena al Teatro Politeama Pratese il 15 e 16 Febbraio, troviamo nel ruolo di Elena la giovane e talentuosa Claudia Cecchini.

Com’è nata la tua collaborazione a questo spettacolo, hai dovuto sostenere dei provini?
Sandro Querci, il regista e autore dello spettacolo, con il quale avevo già collaborato in passato, mi ha contattato e mi ha proposto il ruolo di Elena ne “Il Cappello di paglia di Firenze”. Aveva già in mente il suo cast e tutti i personaggi sono stati scritti per degli attori ben precisi, quelli che lui voleva.

Hai interpretato in un musical il ruolo di Biancaneve, amatissimo in modo particolare dai bambini, pensi che Elena abbia qualche caratteristica in comune con questo personaggio fiabesco?
Sono due ruoli molto diversi. Sicuramente la dolcezza di Biancaneve è riscontrabile nel personaggio di Elena nel modo di rapportarsi con lo sposo Francesco. Ma nel “Cappello” la vera chiave di lettura è il bipolarismo tra il ruolo di “Elena”, dolce promessa sposa e quello di “Claudia”, giovane attrice arrivista e ambiziosa.

Qual è stato il tuo percorso artistico?
Mi sono diplomata alla SDM di Milano, dove ho perfezionato le tre discipline del musical; dopodichè ho iniziato lo studio del canto lirico e della musica scritta, continuando sempre ad affinare la danza, il canto e la recitazione con impegno in Italia e all’estero.

Avevi o hai tuttora dei miti o un’attrice e cantante a cui ti sei ispirata?
Mi ispiro a moltissimi, grandi attori del cinema e del teatro musicale londinese. Ho avuto la fortuna di vederli di persona e ho imparato tantissimo, soltanto guardandoli in scena. Un’attrice che rappresenta per me un’eccellenza nel teatro musicale è Sierra Boggess, attualmente in scena a Broadway .

Qual è il personaggio che più ti affascina e che vorresti in futuro interpretare?
Mi appassionano moltissimo i musical operistici, e uno dei miei preferiti è “The Phantom of the Opera”. Il ruolo di Christine Daeé è il mio sogno nel cassetto.

Cos’è per te il teatro?
Quando ero ancora al liceo mi imbattei in una citazione di Novalis, un poeta di fine settecento. Diceva che “Il teatro è l’attiva riflessione dell’uomo su sè stesso”. Non lo capii fino in fondo. Oggi rileggo questa frase e mi rendo conto che il teatro è questo, conoscere noi stessi, anche e soprattutto attraverso i personaggi che interpretiamo. Il teatro non è la mia vita, ma un modo per capire chi sono e come voglio viverla.

Come ti vedi tra dieci anni?
Tra dieci anni è un tempo lontanissimo! Sicuramente sul palcoscenico, continuando sempre a studiare e a cercare di migliorarmi, circondata da persone che amo e con ancora tanti sogni da realizzare.

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