Sotto l’albero
fiorito
che diresti
un incanto
il vento
ti fa roteare
e ti porta
sull’onde
increspate
dell’oceano-mare.
E ha inizio
quel viaggio.
Principia
la nuova storia.
Per raccontarti
finalmente
senza scudo.
O raccontare il
dolore irrisolto
che tu sai.
Un ragazzotto
distante
canticchia
nel sole
che abbacina
l’antica nenia
di sempre e
prende a calci
una palla.
Non s’accorge
di nulla.
Lui.
Lei ti aveva avvertito.
L’idiota indifferenza
hai scambiato
per speranzose attese.
Ora sei appendice
d’ arredo al chiodo.
Sei l’insulto deriso
del fasto di ieri.
Un cencio tra cenci.
Roba da rigattiere.
La polvere ti ricopre.
di Marianna Micheluzzi