22 gennaio 2014 Lascia un commento
E’ la storia di Piero e della natia Luino, piccola provincia autoreferenziale ma dotata di un ecosistema autonomo ed indipendente e come la cittadina, anch’egli mantiene le caratteristiche di una gioiosa provincialita’ ed uno sguardo sorpreso sul mondo. Catapultato a Parigi dopo aver vinto un viaggio, si ritrova inguaiato da subito con rapinatori e polizia e senza soldi accetta volentieri l’ospitalita’ di una strana donna che gli affitta una camera praticamente sulla fiducia.
In breve conoscera’ Valentine con la quale intratterra’ una relazione per scoprire poi che la padrona di casa cosi’ come la sua amante, sono legate tra loro da un terzo personaggio molto piu’ vicino a Piero di quanto si possa pensare.
Il ritorno in Italia non sara’ meno avventuroso ma la storia non finira’ li’.
Tratto dall’opera omonima di Chiara, ne mantiene i punti cardine prendendo la massima liberta’ attorno ad essi.
Medesimo protagonista, stessa location Parigi, stesso incontro fortuito con la padrona di casa e Valentine, stessa conclusione ma in mezzo e attorno le differenze sono notevoli. Molte di queste sono necessarie alla ragione cinematografica, altre pura scelta stilistica. In generale si puo’ dire che le due versioni siano equivalenti seppur diverse e in virtu’ di questo non si puo’ apprezzare l’una senza l’altra.
Vicario alla regia non brilla ma del resto non e’ che servisse tutto questo estro quando il peso e’ da appoggiarsi sulle spalle degli interpreti, Johnny Dorelli e’ il protagonista, uomo di spettacolo completo, vecchio stampo come si potevano trovare solo una volta. Dorelli mi piace da sempre, straordinario interprete della canzone e voce incantevole, trovo’ il suo spazio nel cinema all’interno della commedia all’italiana ma seppe dimostrare come in questo caso, di essere un ottimo attore. Disimpegnato quanto basta, manifesta l’innocenza della provincia innanzi alla grande metropoli e sempre della provincia ne riporta l’indole del voler volare ma anche la resa innanzi il proprio retaggio. La naturalezza di Dorelli e’ propria dei grandi attori, confidenziale come un amico del quale sembra vedere un filmino privato. Carole Bouquet nello splendore dei suoi 20 anni e’ una Valentine perfetta, forse troppo per una controparte letteraria con piu’ peculiarita’ che bellezza.
Film molto equilibrato tra arte nobile e popolare, atipica storia d’amore declinata al maschile e un bel racconto che ho rivisto volentieri.