RedLynx porta su piattaforme mobile il suo Trials, cercando di vincere anche questa gara
Ci sono giochi che definiscono la storia di uno sviluppatore.
Nel caso di RedLynx il titolo di riferimento è senza ombra di dubbio Trials, assieme ovviamente a tutti i suoi seguiti. Lo studio finlandese, pur essendo in attività dal 2000 con gli esordi passati tra N-Gage e Pc, ha conosciuto il grande successo proprio con quel Trials HD del 2009 per Xbox Live Arcade su Xbox 360. Da lì in poi ci sono stati Trials Legends, Trials Evolution e l'imminente Trials Fusion, con quest'ultimo che rappresenta il debutto del franchise nella next gen. Nel frattempo RedLynx si è dimostrata anche piuttosto prolifica su iOS e Android, con una serie di giochi più o meno convincenti ma mai capaci di lasciare realmente il segno. Evidentemente proprio con l'intenzione di puntare al successo con la s maiuscola anche in un ambiente competitivo come quello dei negozi online di Apple e Google, lo studio posseduto da Ubisoft ha scelto di giocare il suo asso nella manica, dando vita ad un episodio di Trials appositamente studiato per le piattaforme mobile.
Per un pugno di diamanti
Trials Frontier, questo il nome del prodotto in questione, è un gioco freemium. Una scelta per alcuni versi obbligata per raggiungere il grande pubblico, ma destinata anche a determinare gli equilibri e la struttura stessa del gameplay. Ma sgombriamo subito il campo dai dubbi: Trials Frontier non è una semplice riduzione accademica della formula offerta dagli episodi su console, ma al contrario un titolo pensato e realizzato appositamente con smartphone e tablet in testa. Una scelta destinata a ripercuotersi su molti elementi del gioco, al punto che confondere Trials Frontier con un precedente capitolo della serie è assolutamente impossibile.
Anzitutto per l'aspetto più evidente, ovvero la componente grafica: in questo caso infatti è stata scelto uno stile più rotondo e fumettoso, senza dubbio meno realistico di quello finora utilizzato, e capace con ogni probabilità di contribuire ad attrarre quel tipo di utenza più casual fino a questo momento del tutto estranea all'irreprensibile rigore del prodotto RedLynx. Perché Trials Frontier, in realtà, in comune coi capitoli della serie principale ha davvero poco oltre al semplice fatto di ruotare attorno alla guida di una moto da trial. La grafica è soltanto un tassello di un lavoro più ampio, che ha coinvolto anche lo stesso gameplay; d'altra parte, pensare di affrontare le stesse identiche meccaniche tramite i controlli touch sarebbe stato capace di mettere i brividi anche al fan più paziente e accanito. Per questo motivo il team finlandese ha optato per ciò che a tutti gli effetti è una versione edulcorata di quello apprezzato su console: molto più permissivo e semplicistico, con quattro tasti virtuali (accelerazione, freno, spostamento del peso avanti e indietro) che permettono di pilotare il proprio mezzo all'interno di livelli generalmente molto più brevi e meno articolati di quelli a cui ci ha abituati RedLynx, per di più con l'obbligo di ripeterli diverse volte a causa della struttura di gioco ideata in questa occasione. Certamente il track design è una componente chiave per decretare il successo del prodotto: in realtà, malgrado si percepisca la qualità e l'esperienza dello studio nordico, è inevitabile trovare nei percorsi di Trials Frontier una minore ispirazione e in generale una inferiore fonte di interesse e stimolo per l'utente più esperto. Dove però RedLynx ha scelto di andare a scommettere è appunto nel sistema freemium, che giocoforza ha richiesto una revisione della formula classica. Anzitutto è presente una riserva di benzina, destinata a riempirsi aspettando del tempo (reale) o salendo di livello. Per poter affrontare ogni singolo percorso bisogna spendere (inizialmente) 5 unità di benzina, che una volta terminata potrà essere comprata o appunto ripristinata attendendo pazientemente.
In Trials Frontier poi prende corpo in maniera robusta una componente di trama, un collante tra i vari livelli che si accompagna alla presenza di diversi personaggi con cui interloquire. Questi, presenti tutti all'interno di un piccolo villaggio che fa da punto di raccordo, permettono sostanzialmente di assegnare le missioni all'alter ego del giocatore, che dovrà appunto poi portarle a termine grazie alle proprie doti da pilota. Spesso e volentieri si tratta di raccogliere determinati oggetti, che possono essere sia pezzi per migliorare la propria dueruote, sia invece semplici chincaglierie utili soltanto al NPC che ne ha fatto richiesta. Sta di fatto che, anziché garantire l'ottenimento di tali oggetti semplicemente completando le gare (magari entro un tempo limite), la procedura passa poco coerentemente attraverso la necessità di girare una sorta di ruota della fortuna, sperando che questa si fermi proprio su ciò di cui si ha bisogno. In alternativa, sarà necessario ripetete la gara (utilizzando la preziosa benzina) o spendere i preziosi diamanti - ovvero la seconda e preziosa valuta di gioco - per fare un altro giro di ruota. Una decisione che mortifica l'elemento di abilità del giocatore, puntando invece fortemente ed eccessivamente sulla fortuna: e se la dea bendata non assiste, è inevitabile cadere in un loop di spesa tra benzina, diamanti, monete ed eventualmente soldi veri. Si tratta quindi in buona sostanza della ennesima declinazione di una delle formule più sfruttate ultimamente per i titoli freemium, e purtroppo anche in questo caso il risultato non è favorevole per il giocatore: prima o poi, in una maniera o nell'altra, ci si ritrova inevitabilmente di fronte a una microtransazione da affrontare per rendere più sostenibile l'altrimenti tediosa progressione. E così Trials Frontier diventa solamente "uno dei tanti".
Trials Frontier - Il trailer di lancio
Pro
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Ricco di contenuti
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Buona varietà grafica
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Abbastanza divertente a piccole dosi
Contro
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Formula freemium invadente
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Richiede più fortuna che abilità
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Gameplay non molto stimolante