Il carteggio inedito tra Massimo Bontempelli e Giuseppe De Robertis (quinta parte)

Creato il 20 settembre 2012 da Saradurantini @SaraDurantini
ì  Sara Durantini   0 Clicca se vuoi leggere la quarta parte.
Caro De Robertis,  sono certo che, anche se da tanto tempo non ci siamo visti né sentiti, tu mi abbia serbato intatta la stima e l'amicizia che mi hai sempre dimostrata. Non mi pento dunque - anche dopo un così lungo silenzio - a chiederti (se ti pare giusto) di appoggiarmi al Premio di San Marino cui concorro con traduzioni di testi biblici.
Esordisce in questo modo Massimo Bontempelli nella quarta lettera, datata 29 luglio 1950 all'amico Giuseppe De Robertis. Dopo alcuni mesi di silenzio rispetto alla lettera precedente, Bontempelli rinnova l'amicizia chiedendo un appoggio al Premio di San Marino. 
La traduzione, a cui si riferisce Bontempelli, sarà edita da Mondadori nel 1971 e si presenterà con un linguaggio aderente all'epoca ma estremamente poetico e musicale. L'opera si caratterizza come l'incessante e necessario procedere delle vicende umane che costituiscono la storia. La decadenza dell'uomo è l'apice delle vicende ma è proprio in quel momento che l'uomo non si ripiega nel passato ma avverte l'esigenza di reagire e immergersi in una nuova avventura. 
Traduzioni della Bibbia presenta alcune figure emblematiche della letteratura e della tradizione poetica; figure che, come osserva lo stesso Bontempelli, si arricchiscono di nuove interpretazioni in base alle epoche nelle quali vengono collocate. Qui Cristo è il Dio del Vecchio Testamento, colui che non è mai stato in terra e che non ha mai vissuto sulla terra. Colui che non scende dal suo trono se non per sterminare i peccatori e aprire le porte di Gerusalemme, dove la vita è contemplazione estatica fuori dal tempo.
Questa figura nel Nuovo Testamento diventà Gesù dai "capelli candidi come lana bianca e come neve, la voce come la voce di molte acque". L'Agnello è la figura di Cristo, è il suo corpo che si è sacrificato per l'Umanità. L'Antagonista, ovvero la Bestia dalle "sette teste e dieci corna che sale dal mare, piedi d'orso e bocca di leone", è Nerone e il periodo di persecuzione che caratterizzo il suo governo. Alcuni studiosi hanno ravvisato nella Bestia la sete di potere e le sanguinose conquiste da parte dell'Impero Romano, così come gli anni a cavallo il crollo dell'Impero e dei valori sui quali si reggeva.
Quale significato può dare l'Uomo a questi avvenimenti? Ci può essere una spiegazione che affonda nella logica? La razionalità può spiegare la morte, la distruzione, le guerre? E il dolore? La filosofia, la poesia, la letteratura nascono per dare una risposta all'Uomo, per capire il significato di tali azioni. Ecco che Traduzioni della Bibbia si configurano come una rappresentazione della lotta incessante tra cielo e terra, tra contemplazione e azione. 
Il Duecento, secondo Bontempelli, è stato il periodo di maggiore conciliazione, di stretta vicinanza tra l'Uomo e Dio. Ma fu solo una parentesi, una fugace illusione, difatti la "demenza della storia da tutte le parti riprese a riempire l'aria di rumore fin che l'uomo non tornasse sordo".
Traduzioni della Bibbia è un viaggio tra le tempeste, le angosce, i timori umani, una tenzone continua tra cielo e terra che vede un barlume di speranza e pace affacciarsi all'orizzonte: è l'Agnello che accoglie l'Uomo trasformando il suo odio in amore perpetuo.  Scritto in: Bibbia, carteggio, cattolicesimo, cristianesimo, Giuseppe De Robertis, letteratura italiana, libri, Massimo Bontempelli, Mondadori, Premio San Marino, recensioni, religione, Traduzioni della Bibbia Invia tramite email Postalo sul blog Condividi su Twitter Condividi su Facebook

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