La Spagna è una monarchia parlamentare, e fa parte dell'Unione Europea e della NATO. Situata nell'Europa sud-occidentale, forma con Portogallo, Andorra e Gibilterra la penisola detta “iberica”. A nordest confina con la Francia (da cui è separata dalla catena dei Pirenei) ed il Principato di Andorra, a sud con Gibilterra (territorio d’oltremare del Regno Unito) e, nel continente africano, col Marocco (tramite le città autonome di Ceuta e Melilla): tutti e quattro hanno avuto la descrizione dei relativi caschi da pompiere in questo sito. La Spagna ha una superficie di 504.645 km², conta circa 47 milioni di abitanti e occupa oltre l'80% del territorio della penisola iberica. Dal 1561 la capitale è Madrid, che più di 3 milioni di abitanti (circa 6 milioni nell'area metropolitana) la rendono la città più popolosa del Paese e terza dell'Unione europea, dopo Londra e Berlino. Situata nell'altipiano della Meseta, è una delle capitali più alte d'Europa, trovandosi a 667 metri di altitudine (solo Andorra la Vella, capitale d'Andorra è sita più in alto, a 1.070 m d'altitudine). Madrid è capoluogo di una delle 17 regioni autonome (comunidades autonómas in spagnolo) della Spagna. La città ha la seconda rete di metropolitana dell'Europa occidentale e la sesta al mondo con ben 12 linee diverse, oltre che primarie installazioni industriali, commerciali, terziarie, importanti ospedali, ben sei università e molti centri di ricerca, è inoltre centro turistico rilevante e ricco di luoghi affascinanti.
La mattina di giovedì 11 marzo 2004 dieci zaini riempiti con esplosivo furono fatti esplodere in quattro treni regionali, in quattro stazioni differenti di Madrid. Le esplosioni avvennero nell'ora di punta, fra le 7:36 e le 7:40 nelle stazioni madrilene di Atocha (3 bombe), El Pozo del Tío Raimundo (2 bombe), Santa Eugenia (1 bomba) ed in un quarto treno che si trovava nei pressi di via Téllez (4 bombe) causando ben 191 morti e 2057 feriti. La polizia trovò altri due dispositivi pronti ad esplodere, in grado di amplificare i già catastrofici effetti della strage, opera di terroristi islamici legati ad Al-Qaida con l’intento di influenzare le elezioni che si sarebbero tenute tre giorni dopo. Pompieri, polizia e soccorritori sanitari, oltre che decine di normali cittadini, si trovarono a collaborare per portare aiuto a chi era rimasto ferito e comporre i resti, spesso straziati, di chi era deceduto. Questo evento portò a riorganizzare i servizi di emergenza nella configurazione odierna: la Sottodirezione Generale dei Pompieri (Subdirección General de Bomberos) si occupa del servizio di prevenzione ed estinzione degli incendi oltre che del salvataggio; essa dipende dalla Direzione Generale delle Emergenze e della Protezione Civile, inquadrata nel governo della Comunità autonoma di Madrid, area Sicurezza e Servizi. Opera in dodici stazioni permanenti situate a Chamberí, Villaverde, Hortaleza, Latina, Salamanca, Centro, Tetuán, Usera, San Blas, Puente de Vallecas, Fuencarral, El Pardo e dispone ogni giorno di almeno 45 veicoli (sui 200 del parco complessivo del Cuerpo) su cui operano 230 pompieri effettivi in ogni turno, per un totale di 1410 membri suddivisi tra ufficiali (Inspector, il Comandante e Oficial), i sottufficiali come i nostri Capireparto (Jefe supervisor, Jefe equipo, Jefe dotacion), i Capisquadra (Sargento), ed i Vigili (Bombero conductor, cioè Vigile esperto e Bombero). Nel 2008 hanno risposto ad un totale di più di 18.000 allarmi, tra cui figura in prima posizione l’incendio (45% dei casi) seguito da soccorso tecnico, poi una fetta consistente di falsi allarmi, a seguire salvataggi, interventi su incidenti e 38 esplosioni.
I pompieri di Madrid hanno avuto nel periodo di fine ottocento la dotazione di caschi in cuoio, adottando poi nel dopoguerra caschi di foggia teutonica in metallo; negli anni ’80 sono stati equipaggiati del casco MSA nero (visibile nel post su Andorra). Dall’inizio degli anni ’90 hanno ricevuto il solito, mitico Gallet F1, che in origine era cromato per poi divenire nero per tutti i pompieri. Da aprile del 2009, insieme alla fornitura di nuove divise moderne e molto comode, i caschi sono stati suddivisi per colore, aggiungendo al nero classico i colori rosso per il Sargento, grigio per i sottufficiali e bianco per gli ufficiali. Io posseggo il casco da Bombero Conductor, nero con due bande rosse di spessori diversi applicate sulla zona temporale; nella parte posteriore, oltre al paracollo alluminato a protezione da acqua e braci ardenti, si trovano due bande grigie catarifrangenti. Porta i segni di utilizzo, che pur di modesta entità rimarcano il passato operativo del casco; sul frontale porta montata la placca in oro di ultima dotazione, entrata in uso contemporaneamente ai caschi di colori differenti. Qui spicca in grandi caratteri la scritta “Cuerpo de Bomberos – Comunidad de Madrid” cui si accompagna al fregio metallico centrale riproducente il simbolo dei pompieri composto da un quadrato a racchiudere sette stelle (sono le stelle che compongono la costellazione dell’Orsa minore, dal simbolo della città che è un orso che mangia frutti di corbezzolo) con casco, asce e cartiglio su cui si trova il motto: “Salus populi suprema lex”, frase latina che si può tradurre in “La salute del popolo è la regola suprema”: ottimo modo per ricordare al pompiere la sua regola, che mai deve dimenticare pena il venire meno della sua missione. Ringrazio ancora Christophe Dubois per l’immagine dei pompieri madrileni in azione, realizzata nell’ambito del suo lavoro di ricerca svolto tra pompieri europei i cui scatti si trovano sul suo sito.
Il sito dei Bomberos de Madrid