E infine la ciliegina: un doppio salto mortale del Senatur
sull’affaire Alfonso Papa, deputato Pdl di cui la Magistratura ha chiesto l’arresto. Il 15 luglio scorso Bossi dice che sì, il Carroccio è per concederlo, ma il 16 si rimangia tutto: “Non siamo d’accordo con le manette in Parlamento, si faccia prima il processo”. Finita? Macchè! Il 17 arriva la nuova retromarcia: “Penso che la Lega voterà per l’arresto”.
Ammattito? Stanco? Indeciso? Forse tutte e tre le cose, ma soprattutto lacerato tra la sua base in ammutinamento e gli interessi di potere, che mai come in questa legislatura hanno portato cariche e soldoni nelle tasche dei fazzoletti verdi. E allora, forse, l’ultimo sì è un tentativo di guadagnare tempo, dando al popolo la testa di un indagato, anche se questo crea un precedente nella storia della Repubblica. Mai fino ad oggi era successo che la Camera autorizzasse la carcerazione per un suo membro, a meno che non fosse accusato di fatti di sangue.
Domani la votazione su Alfonso Papa può dar vita a una svolta nell’equilibrio tra i poteri, sancendo una vittoria della Magistratura sul Parlamento. In quel caso non si potrebbe dar torto a quelli che vedono l’inchiesta P4 ancora più devastante della vicenda “Mani pulite”. Ieri Berlusconi ha riunito tutto lo stato maggiore leghista ad Arcore, probabilmente per cercare una soluzione. Il voto segreto è l’unica cosa che può salvare il suo deputato e il suo partito. Ma la faccia, la propria faccia, i due leader non riescono più a salvarla.
Written by Frenchi
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