Sotto le note della musica d’opera cantata da Caruso, il maestro del cinema statunitense Woody Allen espone le vicende di un giocatore professionista di tennis, Chris Wilton nel cui sangue scorre una forte e cruda competizione con il mondo e il suo unico obiettivo è vincere ed arrivare ad una posizione prestigiosa nel campo lavorativo.
In Match Point (2005) non troviamo la solita vena comica del regista Newyorkese, ma lo vediamo alle prese con un dramma-thriller con riflessioni filosofiche, in questo caso su dei temi legati all’umana esistenza (la fortuna) e il “prendere” e “avere”. Tuttavia sono
Tutta la storia è incentrata su Chris che da semplice allenatore di tennis, grazie all’amicizia nata con Tom Hewett, dovuta alla loro passione in comune per l’opera, e con il fidanzamento e matrimonio con sua sorella Chloe, entra a far parte di un mondo aristocratico e elegante al quale aveva sempre aspirato. In breve tempo entra a far parte dell’azienda Hewett, salendo velocemente i gradini della società detenendo un posto di grande responsabilità e di tutto rispetto. Era entrato definitivamente in una classe nobile e agiata. Nella sua avventura in un mondo nuovo si imbatte nella fidanzata di Tom, Noa,
Allen non dà nessun giudizio morale alla fine della storia, ci racconta semplicemente gli avvenimenti attraverso gli occhi del protagonista. Tutta la trama ruota intorno al tema della fortuna, già riscontrabile nella sequenza iniziale, in cui si sente la voce del protagonsita da fuori campo che esprime il suo modo di interpetare il mondo.
Il caso condiziona in un modo o nell’altro la nostra esistenza anche se noi non l’ho ammettiamo. Nella vita si incontra una ragazza o un ragazzo che diventerà essenziale nella nostra esistenza e tutte queste persone, in cui si imbattiamo nel nostro vagare, vengono incontrate per un avvenimento fortuito e non solo per delle nostre scelte, anche se restano fondamentali. Chris entra a far parte dell’aristocrazia incontrando sul lavoro Tom e si rimette con Noa dopo averla rivista per pura casualità a una mostra d’arte. Tutte le persone che stanno intorno a noi (esclusa la famiglia) ci arrivano per uno strano destino a cui non possiamo sottrarci. Il caso, la fortuna, il destino hanno un enorme potere sulle persone. Nella vita è tutta questione di fortuna, come in una gara di tennis, se la pallina batte il bordo superiore della rete e poi cade dalla parte giusta si vince al Match Point. Tutto è questione di fortuna ed è il caso a dirigere le nostre vite, anche se noi non vogliamo ammetterlo. Le persone si possono trovare, senza saperlo, al momento e al posto giusto, ma anche nel luogo più sbagliato.
Chris è un uomo straordinariamente fortunato nella sua esistenza: il suo fascino su Chloe e la sua passione per l’opera gli aprono il mondo al quale aveva sempre ambito. Alla fine del film butta gli oggetti che aveva rubato, per inscenare una rapina, nel fiume, ad es. la fede dell’anziana che però rimbalza sul muretto, non cadendo in acqua. Lo spettatore crede che la fortuna l’abbia abbandonato e che il carcere gli si avvicini, ma la polizia trova l’anello in mano ad un drogato che viene incriminato dei due omicidi, al posto di Chris, venendo scagionato definitivamente dall’accusa di omicidio. L’uomo vince all’ultimo round al Match Point finale.
Gli uomini dipendono da degli eventi, fortunati o meno, e questi decideranno e segneranno per sempre il successo o il fallimento di una persona nel campo lavorativo e sentimentale. Noi stessi abbiamo con le scelte un potere minuscolo, seppur fondamentale (è il protagonista a scegliere tra le varie soluzioni), nella nostra vita avvolta totalmente dal caso e dal destino.
Match Point: prodotto in Gran Bretagna e Lussemburgo nel 2005; 124 min; sceneggiatura di Woody Allen ha una nomination all’oscar; fotografia: Remi Adefarasin; montaggio: Alisa Lepselter; attori: Jonathan Rhys-Meyers , Scarlett Johansson , Emily Mortimer, Matthew Goode
Stefano Del Giudice
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