Il caso Kuščëvskaja rivela chi comanda davvero in Russia: la criminalità organizzata

Creato il 05 giugno 2012 da Matteo

Cepovjazannye [1]
Nel nostro paese c'è un altro potere: non Putin, che siede sulle sue percentuali gonfiate, non Čajka [2]e Bastrykin [3], non tutti questi Gryzlov [4]e Patrušev [5]. Tutti questi sono semplicemente la servitù di un'infinita quantità di capki[6] russi. Gli capki sono il sostegno del loro potere ed essi sono il sostegno degli affari capkiani
04.06.2012
Giovedì il tribunale distrettuale di Kuščëvskaja nel territorio di Krasnodar [7] ha emesso la sentenza nei confronti di Sergej Cepovjaz, accusato dell'occultamento dell'omicidio di 12 persone in casa del coltivatore diretto Ametov. L'omicidio ebbe luogo nella notte tra il 4 e il 5 novembre 2010 nel villaggio cosacco di Kuščëvskaja. Le famiglie Ametov, Kas'janov, Mironenko e Ignatenko furono letteralmente massacrate. Furono uccise 12 persone, tra cui quattro bambini. Il tribunale ha condannato Cepovjaz al pagamento di un'ammenda di 150 mila rubli [8]

Secondo i dati della "Novaja gazeta", Sergej Cepovjaz faceva parte del gruppo degli capki.
Il gruppo sorse nel 1991 ed è esistito fino al novembre 2010, quando la sua ossatura è stata arrestata. Dal '93 fino alla propria morte nel 2002 l'OPG [9] fu capeggiato da Nikolaj Capok, poi il potere passò a Sergej, suo fratello. L'ossatura del gruppo era composta da Toro (Andrej Bykov [10]), Vova Prepotenza (Vladimir Alekseev), Bozzo (Vjačeslav Rjabcev), Sergej Cepovjaz, gli Abbozzi (Aleksej e Sergej Karpenko), i fratelli Palenye [11], i fratelli Rabuli, Kamaz [12] (Vladimir Zaporožec ) e i fratelli Gurov. Il numero di "combattenti" semplici del gruppo nel 2010 raggiungeva i 200. All'attivo del gruppo: appropriazione di terre ed imprese, racket ed estorsioni, abusi – risse di masse e stupri. Negli ultimi anni – legalizzazione e penetrazione al potere. In tutti questi 20 anni di esistenza il gruppo di fatto ha governato il villaggio cosacco.
La condanna di Cepovjaz ha scioccato gli abitanti di Kuščëvskaja. La gente è furiosa. Ma è necessario dire che il tribunale ha agito nell'ambito delle accuse formulate dagli inquirenti. Cepovjaz è passato per l'art. 316 del Codice Penale – occultamento non premeditato di crimini particolarmente gravi. La pena massima per questo, secondo la nostra legislazione, è un'ammenda di 200 mila rubli [13] o 2 anni di detenzione (tra l'altro Cepovjaz aveva già trascorso 8 mesi nel SIZO [14]).
Tuttavia ci sono molte questioni nei confronti degli inquirenti che hanno formulato tale accusa e che si sono limitati a quella.
Secondo gli agenti investigativi che hanno indagato il caso e secondo numerose testimonianze di abitanti di Kuščëvskaja, Sergej Cepovjaz, il migliore amico di Sergej Capok, occupava una posizione abbastanza importante nell'OPG. Gli sbirri chiamavano Cepovjaz zavčužZAVedujuščij ČUŽim imuščestvom[15] (rispondeva dei rifornimenti finanziari della banda, teneva la contabilità, amministrava il supporto materiale – benzina e macchine). Dalle sue mani passavano tra l'altro le tranche di denaro per gli uomini della procura del territorio. Ufficialmente occupava il posto di vice-direttore della "Arteks-Agro", la ditta di famiglia degli capki. Inoltre Sergej era una figura ufficiale della banda – gli abitanti di Kuščëvskaja raccontano che proprio questi teneva trattative importanti

Tuttavia il Comitato Inquirente prima dell'inizio del processo l'ha tolto dall'organico della banda. Così come il compare di Sergej Capok – il capo del RUBOP [16] Aleksandr Chodyč, che, come gli stessi inquirenti hanno affermato inizialmente, garantiva insieme agli agenti la copertura sbirresca agli capki e negli ultimi anni insieme alla banda estorceva bustarelle ai coltivatori diretti e alle imprese locali.
E poi. A quanto testimonia la criminalità locale, proprio Cepovjaz aiutò la banda a fare saldamente amicizia con il GIBDD [17], garantendo ai suoi membri il transito sicuro e anche l'invio di droga leggera a Rostov [18], che era curato dagli capki. Lo aiutarono probabilmente i legami familiari. Il padre di Sergej è l'uomo del GAI [19] Jurij Cepovjaz, capo del reparto del GIBDD di Pavlovsk [20]. In generale sugli stretti legami tra gli agenti del GAI e gli capki a Kuščëvka [21] giravano buffe voci. Se, per esempio, non ti fermavi su richiesta degli agenti del GAI, presto a casa del trasgressore giungevano gli capki e chiedevano la multa raddoppiata.
Nel 2004 Sergej Cepovjaz diventò deputato del distretto di Kuščëvskaja, sostituendo in questo posto Sergej Capok. Per sei anni Cepovjaz garantì la rappresentanza ufficiale della banda nel potere del distretto.
Questo non ha avuto risonanza al processo. Al processo si è esaminato solo come e perché l'8 novembre 2010 Cepovjaz bruciò i documenti che confermavano la consegna del carburante di una stazione di servizio al membro della banda Sergej Karpenko (gli assassini utilizzarono la benzina per incendiare la casa della famiglia Ametov).

Al processo di Cepovjaz non hanno fatto entrare i giornalisti. Solo una ripresa di protocollo prima dell'inizio dell'udienza e alla lettura della sentenza. Precisamente così – di fatto a porte chiuse – si sono svolti i processi ad Andrej Bykov e Vjačeslav Rjabcev(entrambi sono stati riconosciuti colpevoli di omicidi e hanno avuto 20 anni). Cepovjaz, Bykov e Rjabcev hanno fatto un accordo pre-processuale con gli inquirenti e tutti e tre i processi sono andati con un ordine particolare – cioè senza interrogatorio dei testimoni e senza analisi delle prove. L'udienza più importante del processo si è trasformata in una conversazione tra il procuratore e l'avvocato. Al processo di Cepovjaz non hanno neanche invitato i familiari delle persone uccise e Cepovjaz ha pronunciato l'ultima parola da solo.

I processi ai membri restanti del gruppo e al capo Sergej Capok non sono ancora iniziati, ma ora è già evidente quanto segue. Gli inquirenti si sforzano di mantenersi in ambiti molto ristretti. Sì, si indaga l'omicidio di 12 persone, che è stato l'apice degli abusi di Kuščëvskaja e che, avendo avuto risonanza a livello federale, non poteva essere soffocato. Più le confessioni dei membri della banda, che hanno spiegato altri crimini che hanno avuto pubblicità a livello federale nel corso delle indagini sull'omicidio principale – i casi degli omicidi del capo del distretto di Kuščëvskaja Boris Moskvič, del coltivatore diretto Anatolij Smol'nikov, dei coltivatori diretti Roman e Valerij Bogačëv, Aleksandr Ivanov e Leonid Kadjan e alcuni assalti di tipo banditesco. La restante attività della banda – il terrore ventennale nel villaggio, gli stupri di allieve e studentesse dell'Istituto di Medicina di Kuščëvskaja e dell'Istituto umanistico-tecnico del Kuban' [22] Settentrionale, il pestaggio dei giovani del "distretto tataro", i lavori forzati degli studenti dell'Istituto Professionale 55 [23] nei campi dell'azienda agricola degli capki, l'imposizione di un racket ai coltivatori diretti, l'appropriazione di terre nel distretto – tutto questo resta nell'ombra. Ed evidentemente ci resterà.
E' molto sintomatico il caso di Capčicha [24]– Nadežda Capok, madre di Nikolaj e Sergej Capok. Nadežda capeggiava la ditta agricola di famiglia degli capki, la "Arteks-Agro". Solo ufficialmente alla ditta appartengono 17 mila ettari di terra, non ufficialmente più di quarantamila. Proprio alla "Arteks-Agro" e alle ditte affiliate ad essa andava la terra tolta dagli capki ai coltivatori diretti. Proprio il denaro della "Arteks-Agro" (il giro d'affari ufficiale annuale ammonta a più di un miliardo di rubli [25]) ha permesso agli capki di "risolvere le questioni" a livello di distretto e di territorio, corrompendo e comprando funzionari e agenti delle strutture armate. Ecco che così il 18 agosto dello scorso anno le hanno dato tre anni di colonia penale – di fatto per un errore nei registri dei pagamenti. Oltre l'evidenziato mancato pagamento di 30 mila rubli [26] gli inquirenti non sono andati.
La brigata stellata del Comitato Inquirente non ha ritenuto indispensabile entrare troppo approfonditamente nei casi di Kuščëvskaja e di rendere pubblica l'udienza. I processi, che avrebbero potuto divenire il catalizzatore della trasparenza dopo un silenzio ventennale e una seria psicoterapia per il villaggio cosacco rovinato, sono stati fatti praticamente a porte chiuse. Perché?

Perché 20 anni sono un periodo importante. Non capita di governare di fatto un villaggio cosacco per 20 anni senza che lo sappiano le forze dell'ordine e le autorità a livello di villaggio, di distretto e di territorio. Secondo le nostre informazioni, nel novembre-dicembre 2010, quando dopo gli omicidi giunsero nel territorio di Krasnodar agenti delle forze dell'ordine da tutta la Russia, la procura del territorio avviò una vera operazione speciale per sottrarre al GUVD [27] del territorio materiali investigativi riguardanti i rapporti reciproci tra la procura e gli capki.
La "Novaja gazeta" dispone di parte di questi materiali – per esempio, intercettazioni, in cui Sergej Capok parla informalmente con l'agente della procura del territorio Dmitrij Aleksandrovič (presumibilmente il primo vice-procuratore del territorio di Krasnodar per la sicurezza interna Fëdorov) del "caso di Leningradskaja" (le lamentele dei coltivatori diretti del distretto di Leningradskaja[28], che soffrivano per colpa degli capkinota dell'autrice); l'informazione investigativa, secondo cui Capok gli da una bustarella per la chiusura del procedimento penale per il pestaggio del capitano di polizia Nalbandjan da parte di Capok.

Ma questo, certo, è solo un episodio dei lunghi e fruttuosi rapporti reciproci tra gli capki e le forze dell'ordine. Chi chiuse il caso del sovchoz Stepnjanskij incendiato, le cui terre passarono alla banda? Come furono legalizzate le terre tolte ai coltivatori diretti? Chi ha concretamente approvato l'aiuto degli capki come sponsor nello ROVD [29] di Kuščëvskaja (computer, mobili, condizionatori, cibi caldi, pagamento dell'istruzione degli agenti)? Dove si possono vedere le deposizioni dei capi dello ROVD Vladimir Fin'ko, Nikolaj Černovskij e Viktor Burnusov?
Ma penso che la solidarietà professionale non sia l'unico motivo di tale conduzione delle indagini.Perché Kuščëvskaja è la cartina tornasole dell'illegalità che ha luogo ogni giorno, ogni ora oltre i confini delle grandi città accarezzate dall'attenzione dei media. Perché è terribile riconoscere e – attraverso le deposizioni dei testimoni, attraverso la lista reale dei crimini – vedere, quale terribile forma assuma un vuoto di potere pluriennale, quali mostri generi un terrore ventennale.
Vorrei che al processo intervenissero i genitori delle ragazzine dell'istituto medico di Kuščëvskaja violentate e dicessero quelle terribili parole che mi hanno detto: "E' la vita normale, ordinaria. Perché far rumore?» Che al processo raccontasse dell'atteggiamento positivo verso la vita la mia coetanea che stava nella stanza vicina mentre violentavano la sua amica. Che i ragazzi orfani, che vedevano negli capki gli unici difensori, spiegassero al tribunale com'è bello quando la banda "può fare a pezzi" qualsiasi tuo nemico. Che il ragazzo del "distretto tataro" di Kuščëvka che fu trafitto con uno spiedo perché era comparso in centro (e questo era proibito dagli capki) – festeggiava il compleanno di un amico, raccontasse al giudice come finì il tentativo di investigazione ufficiale. Che i coltivatori diretti definissero le somme del racket mensile (che peraltro dopo l'arresto degli capki è continuato). Che l'insegnante della scuola n. 4 raccontassero come le ragazzine venivano prese dalle discoteche scolastiche e perché queste discoteche non potessero essere cancellate del tutto: "E' un'iniziativa programmata".

Ma questo non sarà.
Perché faranno vivere Kuščëvskaja in silenzio come prima.
P.S. Due membri della banda non potranno già più deporre. Il 30 giugno Vitalij Ivanov è stato trovato impiccato nel SIZO di Krasnodar. I familiari hanno dichiarato che cercheranno di ottenere un'indagine sulla sua morte: "L'hanno ucciso. Abbiamo tutte le prove in mano, 350 fotografie. Enormi ematomi sulle tempie, ematomi su tutto il corpo, due unghie strappate, escoriazioni sulle nocche delle dita. Ha fatto resistenza". Sergej Karpenko è deceduto la mattina del 1 agosto nel reparto di rianimazione di una clinica di Vladikavkaz [30]. Secondo la versione ufficiale, alle guardie dell'IVS [31] sarebbe riuscito toglierlo dal cappio, ma Karpenko era già andato in coma. Anche le circostanze di questa morte sono più che strane – all'ospedale Karpenko è stato ricoverato sotto un altro cognome, il medico del Pronto Soccorso Diana Gabueva, che ha fornito i primi soccorsi, afferma che il solco da strangolamento era assente.
Le forze dell'ordine garantiranno la sicurezza dei restanti protagonisti del caso?

Elena Kostjučenko, "Novaja gazeta", http://www.novayagazeta.ru/politics/52940.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Gioco di parole complesso basato sul cognome Cepovjaz. Cep' significa "catena" e vjazat'"legare". Cepovjazannyesi potrebbe intendere come "incatenati". Il corsivo, qui e altrove, è mio.
[2] Jurij Jakovlevič Čajka (il cognome significa curiosamente "gabbiano"), Procuratore Generale della Federazione Russa.
[3] Aleksandr Ivanovič Bastrykin, capo del Comitato Inquirente della Federazione Russa.
[4] Boris Vjačeslavovič Gryzlov, membro permanente del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa.
[5] Nikolaj Platonovič Patrušev, segretario del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa.
[6] Il cognome Capok è utilizzato come sostantivo (d'altronde in alcuni dialetti sta per "bastone") e declinato di conseguenza.
[7] Città della Russia meridionale.
[8] Circa 3600 euro.
[9] Organizovannaja Prestupnaja Gruppirovka (Gruppo Criminale Organizzato).
[10] Byk significa "toro".
[11] Il cognome Palenyj (Bruciato) pare un soprannome...
[12] KAMskij Avtomobil'nyj Zavod (Fabbrica di Automobili della Kama – fiume della Russia orientale), marca di camion russi.
[13] Circa 4800 euro.
[14] Sledstvennyj IZOljator (Carcere di Custodia Cautelare).
[15] Amministratore di Proprietà Altrui (le evidenziazioni sono mie).
[16] Rajonnoe Upravlenie po Bor'be s Organizovannoj Prestupnost'ju(Direzione Distrettuale per la Lotta alla Criminalità Organizzata).
[17] Gosudarstvennaja Inspekcija po Bezopasnosti Dorožnogo Dviženija (Ispettorato Statale per la Sicurezza del Traffico Stradale), la Polizia Stradale russa.
[18] Rostov sul Don, città della Russia meridionale.
[19] Gosudarstvennaja Avtomobil'naja Inspekcija (Ispettorato Automobilistico Statale), la Stradale sovietica.
[20] Città della Russia meridionale.
[21] Nome colloquiale di Kuščëvskaja.
[22] Fiume della Russia meridionale che da il nome a una regione.
[23] Le scuole russe sono indicate solo con un numero.
[24] Sorta di femminile di Capok.
[25] Oltre 23,9 milioni di euro.
[26] Circa 720 euro.
[27] Glavnoe Upravlenie Vnutrennich Del (Direzione Centrale degli Affari Interni), in pratica la sede principale della polizia.
[28] Villaggio cosacco della Russia meridionale.
[29] Rajonnoe Otdelenie Vnutrennich Del (Sezione Distrettuale degli Affari Interni), in pratica la sede distrettuale della polizia.
[30] Città della Russia meridionale.
[31] Izoljator Vremennogo Soderžanija (Isolatore di Detenzione Temporanea).

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