È possibile che un’agenzia privata possa dare i voti a nazioni intere e mettergli le orecchie da asino come si fa con uno scolaretto indisciplinato? È possibile che una sola agenzia privata possa determinare l’andamento finanziario di continenti interi fino determinarne il crollo solo per coprire i traffici criminali dei suoi clienti truffaldini? Ce lo chiedevamo da tempo. Ora abbiamo la risposta definitiva: no.
L'amministrazione Obama fa causa a Standard&Poor's per aver gonfiato la valutazione di titoli immobiliari, contribuendo in maniera determinante a innescare la bolla nel 2008, quella che scatenò la recessione in tutto il mondo. Il risarcimento chiesto è di almeno cinque miliardi di dollari.
È una decisione senza precedenti: qualcuno per la prima volta viene chiamato a rispondere in prima persona per la crisi che fece sprofondare nel baratro la finanza di mezzo mondo. Obama infila un altro colpo da campione: dopo la battaglia contro le armi, anche questa contro i giganti della finanza. Uno schiaffo a chi ha sempre visto in Obama nient’altro se non un complice o nella migliore delle ipotesi una vittima dei conflitti finanza\stato. Si comincia così: prima l’agenzia di rating più influente e poi magari le altre.
Dunque Obama dichiara guerra ai titani della truffa e questo avrà delle ripercussioni di portata mondiale. Se questo sarà un primo passo verso un’opera di pulizia e di trasparenza non possiamo saperlo, ma di certo l’operazione è di portata notevole. Forse si arriverà a spezzare un circolo vizioso. Standard & Poor’s non è un pesce piccolo in una rete che da troppi anni collega vari settori della finanza più spregiudicata ai cosiddetti “poteri forti” della politica e dell’economia internazionale.
Ci sarà un’inversione di tendenza che toccherà anche l’Europa? È una dichiarazione di guerra a tutti i furboni del quartierone? Vedremo. Di sicuro gli Usa sono stati i maggiori responsabili di una crisi finanziaria che ha messo in ginocchio il mondo intero. Ne stiamo ancora pagando tutti le conseguenze. È importante che in America per primi si prendano le loro responsabilità.
Qualcuno potrebbe chiedersi perché Obama si muove solo adesso, ma è chiaro che una causa del genere andava preparata per bene. Standard & Poor’s si difenderà con le unghie e con i denti. Infatti, di fronte alle accuse dell’amministrazione Obama è già arrivato il “ tutto falso” di rito da parte dei responsabili dell’agenzia, ma ormai è evidente che Obama vuole andare fino in fondo e questo dovrebbe essere il primo passo in vista di una riforma di Wall Street, come dimostra anche la scelta di un ex procuratore come capo della Sec (la Consob americana), uno "sceriffo" per garantire che le nuove regole nell’ambito finanziario vengano seriamente applicate.
Per ora accontentiamoci del “castigo” di Obama, ma io coltivo un sogno: Un nuovo millennio in cui di tossico ci sarà al massimo solo il fumo delle stramaledette sigarette che ancora sto qui a fumare e non quello dei titoli battezzati dalle 3 più importanti agenzie di rating del mondo. Almeno sarò io a scegliere di intossicarmi e non qualcun altro al posto mio ed a mia insaputa. E soprattutto sogno un nuovo millennio in cui i “derivati” saranno solo quelli del latte.