Il Cavaliere e il paladino

Da Femminileplurale

Vi ricordate chi è Silvano Lancini? Forse il nome non vi dice niente, ma probabilmente vi ricordate ciò che ha fatto. Nel 2010 ad Adro, ridente paesino in provincia di Brescia già famoso per avere addobbato una scuola pubblica con una miriade di simboli leghisti, il sindaco Oscar Lancini (stesso cognome ma nessuna parentela con Silvano) ha deciso di non ammettere alla mensa della scuola elementare i bambini le cui famiglie, quasi tutte di origine non italiana, risultavano non in regola con il pagamento delle tasse scolastiche. Questo gesto fu solo l’ultimo di una lunga serie di amenità che il sindaco ha riservato agli “stranieri” che hanno la sventura di abitare da quelle parti, tra le quali spiaccano la taglia sui clandestini e l’esclusione delle famiglie extracomunitarie dai progetti di aiuti previsti dal comune. Non bisogna parlare di razzismo se no poi la gente si offende, quindi la chiameremo “accoglienza con riserva“.

Stanco di questo clima di accoglienza con riserva che ormai vigeva da tempo nella quieta e leghista Adro, il buon Silvano compì un gesto plateale: pagò di tasca propria le rette, in modo che tutti i bambini avesse libero accesso alla mensa scolastica.  E’ molto interessante, a mio avviso, leggere la lettera con la quale spiegò i motivi del suo gesto:  “Non sono comunista. Alle ultime elezioni ho votato Formigoni (…). So perfettamente che tra le 40 famiglie ci sono furbetti che ne approfittano (…) Ma vedo intorno a me una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha meno (…) I miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono (…) Ma dove sono i miei sacerdoti. Sono forse disponibili a barattare la difesa del crocifisso con qualche etto di razzismo?” (Fonte: Corriere della Sera). Contrariamente alle dichiarazioni in senso contrario, in queste parole c’è tutto il necessario affinchè, al giorno d’oggi, una persona sia tacciata di comunismo: preoccupazione per l’intolleranza, richiamo nei confronti degli italiani a ripensare alle loro umili origini, critica verso la Chiesa. Il fatto che sicuramente Lancini non menta riguardo alla sue fede politica dovrebbe ricordare a tutti gli italiani che la tolleranza e l’accoglienza non sono prerogativa del comunismo, ma dovrebbero essere valori fondanti di ogni democrazia che si voglia definire tale.  Sono valori antifascisti. Credo sia questo il motivo per il quale il Presidente Napolitano ha conferito a Lancini la nomina di Cavaliere della Repubblica: ricordare agli italiani, in questo momento di crisi nel quale l’intolleranza ha sempre buon gioco, i valori sui quali la repubblica stessa si regge.

Non sarebbe male se il maggior partito d’opposizione, che dovrebbe essere di centro-sinistra, facesse proprio questo messaggio, invece di mandare i propri rappresentanti regionali alle fiaccolate anti-rom come accaduto a Torino qualche mese fa, o se uno come Beppe Grillo, che da tempo gioca a fare il paladino contro tutte le ingiustizie, evitasse di affermare che il dibattito a proposito dello ius soli (ovvero garantire la cittadinanza ai figli degli immigrati nati in Italia) è solo un modo per distrarre gli Italiani dai “problemi reali”. Se queste sono distrazioni, mi piacerebbe vedere gli italiani più distratti e meno indignati; se questo è un paladino, io preferisco il Cavaliere (della Repubblica…).


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