Il cibo del futuro?

Creato il 21 febbraio 2013 da Marcar

Si stanno accorgendo proprio tutti che le piante sono la vera risorsa alimentare del pianeta e non allevamenti di morte, che consumano tantissima acqua e inquinano fino a provocare buchi nell'ozono, e tantomeno pesce putrescente che arriva da mari terribilmente devastati dagli scarti di una società folle e iperindustrializzata.

La quinoa (Chenopodium quinoa) è pianta erbacea annuale facente parte delle Chenopodiaceae (spinaci, barbabietole) nota per l'uso da pseudo-cereale che si ottiene dai suoi semi.

Tradizionalmente, è l'elemento base della dieta delle popolazione andine. Contiene fibre e minerali, come fosforo, magnesio, ferro e zinco ed è ottima fonte di proteine vegetali. Contiene inoltre grassi in prevalenza insaturi.

La quinoa, non contenendo glutine, può essere consumata dai celiaci. E dato che cresce, nelle diverse varietà, in climi anche molto differenti tra loro, senza esigere condizioni particolari ambientali e neanche tantissima acqua (dal livello del mare fino a 4000 metri di altitudine), l'ONU si è accorta che potrebbe rivelarsi l'asso nella manica per estirpare la fame dal pianeta. Come se la fame della gente dipendesse da cosa si coltiva e quando e non dagli egoismi dei grandi gruppi di potere e dai giochi finanziari che si fanno persino sul prezzo delle materie prime.

L'ONU cazzeggia sapendo di cazzeggiare ma la quinoa è davvero utile e se i nostri agricoltori, magari con l'intento di moderare i prezzi al consumo veramente eccessivi ( con i suoi semi si può ottenere il pane, la pasta, una base per zuppe, e persino la birra) volessero introdurla nella varietà di cereali e similcereali locali, l'idea sarebbe buona. Come pure reintrodurre la canapa, ma ne abbiamo già parlato, anche senza l'aiuto dell'ONU. Esempio però di come sia determinante l'egoismo e la stupidità umana, in questioni che dovrebbero esigere maggior capacità di giudizio e assenza di interessi di parte. Ecco il vero elisir di lunga vita per una società morente.


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