19 NOVEMBRE – Il ciclone Cleopatra si è abbattuto sulla Sardegna causando almeno 17 vittime e 4 dispersi. Una situazione che, a detta degli abitanti delle zone colpite, non vede precedenti nella storia dell’isola e che ha subito scosso l’Italia, portando il Consiglio dei Ministri a dichiarare lo stato di emergenza “per disastrosi eventi meterologici”. È Olbia la città più colpita, tanto che gli alberghi locali sono stati presto chiamati a dare ospitalità agli sfollati. Grave anche la situazione della Gallura, di Oristano e dell’Ogliastra, oltre che di Medio Campidano. Proprio a Oristano, alle prime luci dell’alba, è stato rinvenuto il corpo di una donna di 64 anni, rimasta vittima degli allagamenti registrati nella notte. Il marito, in condizioni di grave ipotermia, è invece stato tratto in salvo e trasportato in ospedale. Tra le altre vittime accertate; spiccano un’anziana di novant’anni morta annegata nella sua casa in provincia di Nuoro e un poliziotto deceduto a causa del crollo del ponte di Dorgali. Altre cinque persone sono state travolte dalla furia dell’acqua, mentre si trovavano a bordo delle loro autovetture.
Polizia, Vigili del Fuoco e Carabinieri sono in stato d’allerta dalla scorsa notte per portare aiuto alle famiglie evacuate e mettere in sicurezza, per quanto possibile, i territori più fortemente colpiti da queste ripetute “bombe d’acqua”. In particolare il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, ha evidenziato le condizioni di grave disagio vissute ora in quelle parti della Sardegna private dell’energia elettrica e dei collegamenti stradali verso il resto dell’isola. Il black-out elettrico, le esondazioni dei fiumi, l’inutilizzabilità delle linee telefoniche sono alcuni elementi sufficienti a rendere l’idea di come si viva in Sardegna in queste ore. Il risultato è che i mezzi di trasporto da e verso l’isola sono bloccati e le scuole chiuse. Il treno Olbia-Chilivani, ad esempio, è rimasto fermo per delle ore a causa della piena di un corso d’acqua che, tracimando, si è riversato sulla linea ferroviaria. All’aeroporto di Cagliari-Elmas, invece, nel primo pomeriggio di ieri ben quattro voli non sono riusciti ad atterrare a causa della scarsa visibilità e dei fulmini.
Preoccupante è il dato delle catastrofi naturali non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo. Gli Stati Uniti, negli ultimi anni, hanno cominciato a fronteggiare tornado sempre più forti e frequenti, mentre è notizia recente il disastro provocato nelle Filippine dal passaggio di un tifone di eccezionale gravità. A Varsavia, intanto, ha luogo proprio oggi la Conferenza ONU sui cambiamenti climatici. “Le condizioni climatiche stanno continuando a cambiare” afferma un documento ufficiale divulgato proprio in queste ore in seno alla Conferenza. “I costi e i danni causati da eventi estremi, legati a un pianeta sempre più caldo, sono in aumento”. Si stima che le catastrofi naturali costino, oggi, quattro volte più che nel 1980. A riprova di quanto i disastri meteorologici siano legati a modelli di sviluppo ancora poco sostenibili, è stato diffuso un rapporto dal quale emerge chiaramente come queste tragedie siano quanto più frequenti nei Paesi emergenti a crescita veloce, che prestano scarsa attenzione alle politiche ambientali. In Cina, Brasile, Russia, India e Sudafrica; l’impatto dei cataclismi è pari all’1% del PIL, una cifra dieci volte superiore a quella sostenuta nei Paesi sviluppati, impegnati da decenni a realizzare uno sviluppo più sostenibile.
Silvia Dal Maso
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