Non appena la tempesta si e' avvicinata alle coste da nord-ovest, due barche da pesca, una del Governo ed una Coreana, hanno rotto gli ormeggi dal porto di Nuku'alofa e sono state trasportate sul reef di Patangata. Intensificandosi, la tempesta ha inondato Tongatapu con un diluvio di cinque ore con venti di 83 km orari e, vicino al centro, con raffiche fino a 110 km orari.
Gli uffici governativi, le attivita' e le scuole sono state chiuse per quasi due giorni mentre la corrente elettrica, a Nuku'alofa e nelle zone circostanti, e' stata staccata per 24 ore come precauzione di sicurezza.
Dalle immagini satellitari della NASA, prima di raggiungere il Regno di Tonga, Jasmine aveva un diametro di circa 445 km e una una velocita' di circa 8 nodi (15 chilometri orari). Mentre Martedi 14 Febbraio, Jasmine aveva raggiunto un diametro di soli 46,3 km.
Oggi, 17 Febbraio, l'Ufficio Meteorologico di Tonga ha annullato l'avviso di ciclone per tutta Tongatapu. Il Ministero dell'Agricoltura deve ancora rilasciare una stima ufficiale dei danni ma sembra che l'80% delle piantagioni siano state in qualche modo danneggiate.
Alcune attivita' hanno gia' riaperto le porte al pubblico mentre le scuole riapriranno a partire da Lunedi'.
Non che voglia sminuire gli effetti devastanti che un ciclone possa avere su queste isole, ci mancherebbe altro, ma questo tipo di fenomeno colpisce piu' che altro le persone piu' povere che non possono permettersi una casa di cemento. C'e' da dire che da questa parte del mondo il concetto di "fondamenta di una casa" e' piuttosto raro e' generalmente si costruisce, come si puo', direttamente sopra il terreno.
Gli Hotel e le aziende invece devono, e giustamente, sottostare a regole piu' rigide e devono essere in conformita' con le normative "anti ciclone".
Articolo ispirato da Matagitonga
Foto tratte da Nasa e Matagitonga