Il Cimitero Centrale di Vienna: una guida tascabile al simbolismo cimiteriale

Creato il 25 aprile 2015 da Salone Del Lutto @salonedellutto

Qualche mese fa sono andata a visitare il bellissimo Wiener Zentralfriedhof, il Cimitero Centrale di Vienna. Il cimitero è immenso, ed è una meta prediletta dai turisti per via delle tombe di grandi musicisti (Beethoven, Brahms, Strauss, Schubert). È stato il set delle riprese di vari episodi di note serie televisive (chi di voi, come me, è tristemente appassionato di polizieschi di stampo tedesco se lo ricorderà dagli episodi del Commissario Rex). Il cimitero offre anche un interessantissimo Museo della sepoltura, che permette ai visitatori di intraprendere un viaggio nella storia delle pratiche funerarie locali. Durante la mia visita al Zentralfriedhof, da antropologa che sono, ne ho approfittato per fotografare vari elementi iconografici che mi parevano particolarmente interessanti dal punto di vista sia visivo che culturale. Ho deciso di proporveli, con una breve spiegazione che potrà aiutarvi a decifrare simboli simili durante le vostre escursioni cimiteriali.

Ouroboros
Questo simbolo, raffigurante un serpente che si morde la coda, è noto come Ouroboros. La testa e la coda dell’animale, che rappresentano rispettivamente il principio e la fine delle cose, si ritrovano uniti in un ciclo unico, che simboleggia il susseguirsi eterno della morte e della vita. L’Ouroboros è un simbolo antichissimo: è stato ritrovato in aree geografiche culturalmente molto diversificate (Antico Egitto, Sud America, Grecia, Europa Nordica) ed è presente in antichi trattati di alchimia. Posto su una tomba, la mia ipotesi è che l’Ouroboros voglia ridimensionare la dimensione tragica della morte, rendendola un passaggio temporaneo necessario per la resurrezione.

La porta socchiusa
Al contrario dell’Ouroboros, la porta socchiusa è un tema ricorrente nei monumenti funerari. Rappresenta molto semplicemente il passaggio dalla vita alla morte. Talvolta, l’anima del defunto è rappresentata come una figura evanescente che esce dallo spiraglio del sepolcro e si innalza verso il cielo, a sottolineare l’abbandono delle spoglie mortali da parte dello spirito destinato alla vita eterna.


Sassolini sulle tombe ebraiche

Questi sassolini vengono posti sulle tombe ebraiche nell’occasione di una visita. Le origini della tradizione si perdono nelle nebbie del tempo, e ci vorrebbe un articolo a parte per esplorare le varie interpretazioni che ho trovato. Ve ne propongo perciò solo alcune fra le più frequenti. Secondo la versione più diffusa, la tradizione risale a quando le sepolture venivano coperte con cumuli di pietre per impedire agli animali selvatici di raggiungere i resti umani. Aggiungere una pietra al momento della visita costituiva perciò un piccolo atto di manutenzione, che diventò gradualmente un modo di ricordare il defunto. Altre versioni che ho trovato (bollate da vari siti ebraici come “superstiziose”) suggeriscono che alcuni credono che il peso dei sassi serva a impedire all’anima di lasciare la sepoltura. Questo perché nel Talmud è scritto che l’anima continua a dimorare presso il cadavere per un certo periodo di tempo. Infine, un’altra interpretazione, un po’ più complessa, si basa sul fatto che l’etimologia della parola ebraica che indica un particolare tipo di ciottolo è la stessa della parola “legame”.

Bandierine del lung
Queste bandierine, tipiche di alcune tradizioni buddiste, si trovano spesso in zone ventose (sono frequenti infatti sui picchi dell’Hymalaia). Vi sono varie interpretazioni di questo oggetto, e io vi propongo quella di uno dei più grandi esperti di tradizioni tibetane, l’antropologo Martin Mills. Nella tradizione buddista del Tibet, il corpo è composto da vari “umori”: bile, flemma e vento (lung). Per favorire la circolazione del lung, il nome di una persona viene associato tramite una preghiera alla bandierina del colore corrispondente all’anno di nascita dell’individuo. Questa viene poi posta in una zona ventosa, e tramite il vento le benedizioni contenute nella bandiera vengono messe in circolazione nell’universo, portando benessere sia all’individuo che a tutti gli esseri viventi.

Il pavone
Nell’iconografia cristiana, il pavone è simbolo di immortalità, e dunque della resurrezione dello spirito. Ciò deriva da un’antica credenza secondo la quale la carne di pavone non era soggetta al naturale processo di decomposizione che avviene dopo la morte. Simbolo cristiano per eccellenza, il pavone è presente in vari affreschi nelle catacombe di Roma.

Il pipistrello sulla tomba di Joahn Strauss II
Quando ho visto questo pipistrello scolpito sulla tomba di Joahn Strauss II ho iniziato immediatamente a rimestare fra tutte le nozioni acquisite in anni di studio, rimanendo tuttavia nel buio più totale. Non riuscivo ad attribuire nessun significato religioso o culturale al curioso animaletto. In realtà, la spiegazione è molto più semplice. È bastata una veloce ricerca per scoprire che Strauss aveva composto una famosa operetta chiamata appunto Il pipistrello.

Informazioni
Wiener Zentralfriedhof
Entrata Principale: Porta 2
Simmeringer Hauptstrasse, 234
1110 Wien

Orari di apertura:
Dal 3 novembre fino alla fine di febbraio: dalle 8 alle 17
Marzo: dalle 7 alle 18
Da aprile a settembre: dalle 7 alle 19
Ottobre e 2 novembre: dalle 7 alle 18

Sito web: www.friedhoefewien.at (da qui dovete selezionare la voce “Zentralfriedhof”)

Testo e foto di Laura Tradii
La reazione è sempre la stessa. Dalla mia faccia (che vedete in un momento di allegria) proprio non si direbbe che mi io occupi di “queste cose”. Sono infatti un’antropologa che si sta specializzando nella dimensione storica della morte. O, più genericamente, “Death Studies”, come si dice qui nel Regno Unito. Sono interessata soprattutto a come il cadavere viene concepito in contesti medico-scientifici, e lavorato sul campo in un istituto dove si analizzano resti umani.
A parte ciò, sono una fan sfegatata di Nietzsche e scrivo sia prosa sia poesia. I temi principali li lascio immaginare a voi. Il mio ultimo nato è un breve racconto in italiano, un’allegra riflessione su morte e nichilismo. Il titolo è Signora del Borgo – Piccolo Mondo Morto e potete trovarlo cliccando qui.
Più che un blog, ho una sorta di quaderno di appunti online dove metto i piccoli, curiosi fatti che incontro nel corso dei miei studi: www.culturalcuriosities.org/
Fra qualche mese mi troverò ad Oxford per un Master in Storia della Scienza, dove mi specializzerò ulteriormente nella storia della morte in contesto medico. Incrociamo le dita.


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