Questa è una pellicola stra-consigliata parecchio tempo fa dal collega blogger Frank Manila, recuperata solo di recente, e quindi mi cimenterò in una (almeno nelle intenzioni) breve recensione in onore del suo cinema spiccio. Il post è stato pubblicato anche su L'orablu.
Cult anni ’80 cercasi. Ognuno ha i suoi cult personali e a volte è difficile spiegare razionalmente perché ti piacciano tanto. È così e basta. Sarà perché da piccolo ti sono rimasti dentro, magari a livello inconscio. Sarà che non si può cercare sempre una spiegazione razionale per tutto. L’eccessiva razionalità è una brutta bestia. Sacco a pelo a tre piazze è un film gradevole e simpatico che scorre via veloce come perfetta visione estiva, con un tuffo negli anni Ottanta completo, ma che poteva riservare qualche soddisfazione maggiore. La storia è davvero basic, con un ragazzo come tanti che non riesce ad ambientarsi al college e allora decide di fare un viaggio per tutti gli USA in modo da ribeccare il suo migliore amico a Los Angeles e soprattutto una bionda che gliela darà sicuramente: è lei (almeno inizialmente) la “Sure thing” del titolo originale (velo pietosissimo invece su quello italiano). Il viaggio però lo farà insieme a una sua compagna di college tutta perfettina, che vuole andare a L.A. per trovare il boyfriend perfettino pure lui (e pure parecchio nerd). Uno spunto che verrà poi vagamente ripreso qualche anno più tardi da Harry ti presento Sally, solo che in quel caso la destinazione è NYC non L.A..
"Bello, questo film. L'ha consigliato Cannibal?"
"No, Frank Manila."
"Ah ok, l'importante è che non sia sponsorizzato da Mr. James Ford..."
"Hey tu, sveglia! Sei più noioso di Susan Mayer..."
A proposito di Desperate, comunque, in questo Sacco a pelo a tre piazze fa il suo esordio assoluto su grande schermo la biondazza Nicollette Sheridan, qui la “Sure Thing” dei sogni del Cusack e che poi interpreterà la (apparentemente) meno disperata tra le casalinghe, quel pu**anone di Edie Britt. La Sheridan poi litigherà con l’autore della serie Marc Cherry e questi per vendetta farà morire il suo personaggio in maniera davvero tragica e bastarda. Ma questa, a quanto si suol dire, è un’altra storia…Tornando al film, ormai mi sto dilungando e divagando troppo e non è più tanto una recensione spiccia. E allora arriviamo alle conclusioni rapide: nonostante un finale buttato via in maniera troppo veloce e nonostante mi aspettassi qualcosina in più, questo rimane comunque un must watch per gli appassionati di cinema del decennio. Don’t you forget about 80s. (voto 6,5/10)