Dopo trent’anni di onorata carriera, anche per il cinepanettone è giunto il momento della pensione.
Il classico film demenziale italiano creato ad uso e consumo di quanti, all’indomani dei consueti faraonici festeggiamenti natalizi, almeno per Santo Stefano decidono di schivare le tradizionali celebrazioni famigliari in favore di un più tamarro pomeriggio al cinema, quest’anno ha incassato solo 4 milioni di euro. Abbastanza, considerato il genere? No: il cinepanettone di ordinanza del 2010, dal fantasioso titolo di Natale in Sudafrica, ne ha incamerati, nello stesso periodo, qualcosa come 11 milioni.
Il flop è accompagnato da una serie di maledizioni in perfetto stile Fantasma dell’Opera: a Firenze una dignitosa signora ultrasettantenne, probabilmente capitata per caso in sala credendo di assistere alla proiezione di Rocco e i suoi fratelli, è morta d’infarto davanti a Vacanze di Natale a Cortina, il cinepanettone di quest’anno. Inutili i soccorsi. Ma, quel che è peggio, uno studio dell’Università di Leeds ha restituito al cinepanettone all’italiana la dignità decisamente ambigua di film per famiglie: circostanza che ne ha decretato, con buona pace dei fans, il completo affondo.
Niente più esibizioni a buon mercato di procaci forme femminili, evidenti doppi sensi, erotismo caciarone: il cinepanettone, come attesta il botteghino e in specie ora che guarda alla famiglia e ai valori della tradizione, appare moribondo.
Eppure, nel variegato universo del trash, la classica pellicola nostrana delle feste natalizie occupa tuttora, e a ben vedere sempre più, un posto d’onore; tanto che esiste persino un portale dedicato ai film italiani di Natale, cinepanettoni.it, rivolto ai pochi ma buoni e soprattutto tenaci estimatori del genere, con tanto di cinepanemenù (che non è la lista del cenone natalizio) nella homepage, i cinepanesocials per i coraggiosi che sbandierano la propria passione su facebook, l’immancabile cinepanepress e persino l’autoironica sezione dedicata agli errori nei film, che per quanto riguarda il cinepanettone sembrano abbondare più che in ogni altra categoria di pellicole. Insomma una pagina cult, confermata nella propria vocazione sovversiva nientemeno che da Joomla, software libero rilasciato con licenza open source e creato in ambito linux per una semplice realizzazione fai da te dei siti web, che gli utenti informatici alternativi ben conoscono e che mai immaginerebbero impiegato per la creazione della pagina ufficiale dei cinepanettoni all’italiana. Ma le vie del Signore sono infinite: soprattutto a Natale.
Non resta che adeguarsi alle circostanze e votarsi con spirito anarcoide al culto underground del cinepanettone, genere che tutto sommato ha avuto, almeno finora, il pregio di sdoganare l’argomento tabù per le famiglie italiane che si rispettino, ossia il sesso, e che di questo passo farà la stessa fine degli sgangherati film di Fulci oggi oggetto di un vero e proprio meritato revival.
Ma per chi proprio non riesce ad apprezzare, nemmeno nella versione cinematografica, il sapore artificiale e stucchevole del dolce di Natale più amato dagli italiani, suggeriamo l’alternativa meglio digeribile: il neonato cinecocomero. Non c’è che da attendere l’estate e la nuova tendenza del cinema nostrano, da pochi anni sugli schermi del Belpaese, farà dimenticare agli italiani i Natali a Cortina, i Natali sul Nilo, i Natali a Beverly Hills e perfino quelli degli antichi romani in favore del più leggero e godereccio frutto estivo. Come dicono i milanesi, cinc ghei de pü, ma ross: cinque soldi in più, ma rosse. Corre voce sia riferito alle angurie. Ma non c’è da esserne certi.