Il cinese "mandarino" nelle aule scolastiche perché importantissimo per l'economia sudafricana

Creato il 07 aprile 2015 da Marianna06

“Ni jiao shenme mingzi?”, cioè “come ti chiami?” in cinese. È questa una delle frasi che dal prossimo anno scolastico si potrebbero ascoltare nelle aule di scuola sudafricane. Il governo di Pretoria, infatti, ha deciso che il cinese mandarino potrà essere scelto come seconda lingua da tutti gli alunni delle classi che vanno dalla quarta (frequentata dagli undicenni) alla dodicesima (che si conclude con l’equivalente dell’esame di maturità). Attualmente, in tutto il paese, solo quattro università e pochi licei offrono questo insegnamento.

Il progetto era allo studio dallo scorso anno, quando il ministero dell’Educazione aveva annunciato l’avvio della stesura di un protocollo in materia con la collaborazione del governo di Pechino. La Cina, aveva ricordato allora il portavoce del ministero, Troy Martens, “è il partner commerciale più grande del Sudafrica, è importante per i nostri figli diventare competenti nella lingua di Confucio e sviluppare una buona comprensione della cultura cinese”. Parole riprese, ora, dal ministro Angie Motshekga, secondo cui l’insegnamento del cinese “aiuterà nel costruire sulle fondamenta già solide di amicizia e collaborazione tra i nostri paesi”.

L’importanza economica e commerciale della Cina per il Sudafrica è stata mostrata da ultimo da un rapporto della banca d’affari Goldman Sachs, diffuso lo scorso anno. Basandosi sugli ultimi dati disponibili (risalenti al 2012) il documento mostrava come le esportazioni sudafricane verso la Cina avessero raggiunto il 12% del totale (erano l’1,5% dieci anni prima) mentre le importazioni, nello stesso periodo, erano passate dal 5,2% al 14,4%.

                     a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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