“Il Circo Maledetto” Ann Featherstone

Da Lielarousse

Era ancora una bella giornata limpida e le allodole cantavano sulla distesa dei campi. Il mio cuore era leggero ed ero determinata a tornare al cottage di buon umore per mostrare a Mrs Gifford che il mio ammutinamento aveva avuto buoni effetti quindi diedi istruzioni a Pirthy Taverner di prendere la strada più lunga , quella che attraversava Bliss Valley, risaliva e ridiscendeva Bliss Hill per giungere alle spalle del cottage, piuttosto che tagliare per il villaggio. Il tragitto sarebbe stato più lungo ma così, pensai, avrei avuto modo di prepararmi e godere di un ultimo prezioso momento di solitudine (Gifford da allora avrebbe di sicuro seguito ogni mia mossa!) Pirthy era una compagnia gradevole, non diceva una parola ma si preoccupava in continuazione della mia comodità.
Avevamo appena aggirato la collina e con piacere guardavo la valle che si stendeva  davanti a me come un mosaico verde e il Jasmine Cottage, sotto di noi, con il camino fumante, quando, piena di orrore, afferrai il braccio di Prithy riuscendo a stento a credere ai miei occhi. Davanti alla casa c’era una carrozza, nere e chiusa, e due persone: un uomo incredibilmente grasso con una giacca di colore chiaro, che se ne stava tranquillamente appoggiato al muro esterno del cottage, e accanto a lui una donna vestita di blu con un grembiule bianco ( questo dettaglio mi è rimasto impresso nella memoria); entrambi mi davano la schiena e guardavano assorti la strada del villaggio. La strada  che avrei  percorso se non fossi stata determinata a godermi quell’ultimo scampolo di libertà.