Il Cittadino Assange e i Segreti di WikiLeaks

Creato il 05 dicembre 2013 da Dietrolequinte @DlqMagazine

Vittoria Averni

Chi di voi non ha sentito parlare di WikiLeaks e del suo fondatore Julian Assange? Immagino che un po’ tutti sappiano di cosa si tratti: un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro che tramite fonti protette dall’anonimato pubblica documenti governativi o aziendali riservati (leggi “che dovrebbero essere tenuti segreti”). Un modo nuovo di fare giornalismo, che, rispolverando il vecchio ma sempre attuale concetto di watchdog journalism, ha più volte smascherato gli scheletri nell’armadio di grandi nazioni, banche, aziende multimilionarie mettendone al corrente l’opinione pubblica. Così cavalcando quello che è il leitmotiv del momento, qualche settimana fa nelle sale è uscito Il quinto potere (The Fifth Estate) che, diretto da Bill Condon (Demoni e dei e le due parti di The Twilight Saga: Breaking Dawn), propone la versione parziale di una vicenda ancora non ben definita ma che ha scosso parecchio l’opinione pubblica. La pellicola infatti si basa su Inside WikiLeaks, il libro scritto dal socio tedesco che aveva affiancato il fondatore di Wikileaks fino al 2010 Daniel Domscheit-Berg (interpretato da Daniel Brühl, visto recentemente nei panni di Niki Lauda in Rush e noto ai fan di Tarantino per essere stato Fredrick Zoller in Bastardi senza gloria) e sul testo WikiLeaks di David Leigh e Luke Harding, giornalisti del quotidiano britannico The Guardian con cui Assange ha collaborato. Dei punti di vista ben precisi che caratterizzano tutta la sceneggiatura (curata da Josh Singer) ed in particolare la figura di Julian Assange (interpretato magistralmente dall’inglese Benedict Cumberbatch), che viene dipinto come un idealista-narcisista paranoico con delirio di onnipotenza, che perde nel tempo la lucidità e razionalità necessarie nel perseguire la sua missione e patologicamente bugiardo. Un ritratto di cui non sappiamo con certezza quanto ci sia di veritiero.

Malgrado il punto di vista parziale adottato, il film ha il grande pregio di aver rappresentato una vicenda contemporanea che fa riflettere su vari temi. Innanzitutto su quanto poco sappiamo delle istituzioni e sugli intrighi che coinvolgono la politica internazionale. Poi, su quanto poco rispetto ci sia per privacy e interessi dei più deboli. Infine, sul giornalismo d’inchiesta e il “potere” che dovrebbe esercitare più spesso (non a caso il titolo italiano dell’opera di Condon richiama Quarto potere di Orson Welles). Un lungometraggio che scorre piacevolmente e lega ai colpi di scena della vicenda un montaggio rapido che con primissimi piani e panoramiche gli conferisce un ritmo veloce da thriller, sottolineato ancora di più dalla colonna sonora curata da Carter Burwell, che miscela a composizioni inedite brani di vari autori (come Elephant dei Tame Impala e Never Mess With Sunday di Yppah) dagli stili techno-rock ed elettroacustico.

Ottima l’interpretazione dei due attori protagonisti, Benedict Cumberbatch e Daniel Brühl, che rappresentano e caratterizzano i loro personaggi con grande maestria e che contribuiscono considerevolmente alla piacevole visione del film. Ciò nonostante Il quinto potere avrebbe potuto scavare e rappresentare in maniera più profonda i cambiamenti del nuovo modo di fare informazione e l’immensa portata di uno strumento come WikiLeaks, lasciati sullo sfondo di un titolo impegnativo. La vicenda si concentra difatti sul personaggio di Julian Assange e sui conflitti che lo coinvolgono, su invidie, rancori e gelosie, preferendo analizzare il lato umano di una storia che avrebbe tanto altro da raccontare. Il proposito di Bill Condon riesce così solo in parte, accennando risvolti e conseguenze che speriamo in futuro saranno approfonditi appieno dal grande schermo.

In copertina Benedict Cumberbatch in una fotografia di Frank Connor


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