Il clima della domenica sera è un misto di rassegnazione – per la fine del tempo solo mio -, di attesa – per le cose nuove che imparerò al corso di cucina, che mi sta procurando colossali sensi di inferiorità e infantile voglia di fare bene -, e di fretta – per quello che ancora non ho completato, ma devo finire prima di andare a dormire…che so, stirare la divisa da cuoco fresca di bucato, vedere il dvd di Cenerentola che una bambina di sei anni mi ha prestato, sotto giuramento che entro sei giorni glielo avrei reso -. Mica può una bambina in piena fase principessa stare più di una settimana senza Cenerentola…
Ricordo ancora la fase principesse della mia cugina piccola, anzi, piccolissima, dato che è nata quando avevo 14 anni: è avvenuta nel periodo di uscita della Sirenetta e della Bella e La Bestia. Li guardava e riguardava e conosceva tutte le canzoni a memoria, ipnotizzata dalla coda, dal granchio, dalle teiere che fluttuavano nel ballo. E li guardavo anche io perchè probabilmente ero e sono ancora nella fase principesse e perchè non mi decido a rassegnarmi che non posso più andare a scuola, a settembre, e che non posso prendere ferie nel periodo in cui c’è lo Zecchino d’oro. E’ abbastanza idiota, a 43 anni, perdersi mezz’ora su you tube per riascoltarne le canzoncine.
Tutta colpa di un video che ho ricevuto in settimana, di un tizio (nudo?!) sullo sfondo dell’oceano delle Seychelles, che cantava a karaoke “Prendilo, prendilo quell’agnellino”. Il tizio lo conosco, il video mi ha fatto sbellicare, le parole me le sono studiate e adesso le canto ossessivamente anche io, vestita, con lo sfondo di una montagna pronta a virare d’autunno.
Il buio si è già mangiato le ore della mattina e della sera, ma le giornate sono ancora meravigliose: oggi passeggiatina fuori paese, mentre sabato sono andata a zonzo tra la campagna bresciana e quella cremonese. Dovevo consumare un pasto regalo di quella ladrata che sono gli smartbox e, nell’imbarazzo delle offerte scarse e poco convincenti delle mie zone, ho deciso di puntare a sud. Ho mangiato troppo in quantità e abbastanza bene in cibo, sotto una pergola nel centro di un paese deserto, fatto di poche case, tante casine e molta terra, immerso nel torpore quieto dei campi al cambio stagione. Poi dal silenzio sono stata risucchiata nel grande caos dell’Orio Center, più precisamente Apple Store, per una faccenda hardware, e mi sono stancata di più in quell’ora che in tutto il resto del girovagare.
Delle ore d’ufficio non dico: il pilota automatico lavora per me e mi chiama solo nei momenti di emergenza, quando c’è da dare un colpo alla cloche o da tirare giù il carrello prima di schiantarsi al suolo. Tra momenti di incavolatura o euforia altrui – io lì sto neutra e controllo la rotta a colpi di tabelle pivot – i giorni trascorrono dal lunedi al venerdi. E non è molta vita, ma è quella che al momento è la mia.
PS Per coloro che amano leggere, consiglio da domani di seguire lei: http://www.michelafregona.it. Nella delusione di quello che per me è stata l’esperienza della Bottega di Narrazione, le persone belle che lì ho conosciuto hanno riempito la scarna lista dei pro. E lei è una bella persona, oltre che una scrittrice.