Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute, in Italia ci sono oltre 44 milioni di animali domestici così suddivisi: 6,9 milioni di cani; 7,4 milioni di gatti; 15,8 milioni di pesci, 12,1 milioni di uccelli; 0,5 milioni di roditori e 1,4 milioni di bestiole catalogate come “altro” .
Quarantaquattro milioni di animali domestici sono tanti e sono fermamente convinta che un bambino non possa che trarre giovamento dal crescere in compagnia di un animale domestico. Questo stesso pensiero deve averlo fatto anche un signore cinese di nome Chen Liu, padre di un bambino di sei anni di nome Azhe. Il problema è che, evidentemente, in Cina hanno un concetto di animale domestico più, come dire, variegato del nostro.
Si dà il caso, infatti, che alcuni anni prima che il figlio nascesse, Chen tornò a casa con un uovo di pitone che fece schiudere in un’incubatrice. Mia madre, al massimo, rientrava con sei uova di gallina e ci faceva la frittata. La femmina di pitone del signor Chen, che risponde al nome di Burma, cresce dunque in grazia e bellezza e, ad un certo punto, le arriva un fratellino umano. I genitori, forse per tutelare la pitonessa, evitano qualsiasi contatto tra i due finché il cucciolo senza la lingua biforcuta non compie sei anni.
A quel punto, il padre decide di lanciarsi in un esperimento etologico che se nemmeno Konrad Lorenz ha mai pensato evidentemente un motivo ci sarà. Guarda la pitonessa, guarda il figlio, e pensa “che succede se metto insieme un pitone di 6m per 100kg di peso e un bambino, il MIO bambino?”. Nemmeno a dirlo, la madre, entusiasta, approva l’idea di far socializzare il bambino e il constrictor. Che dire, evidentemente i bizzarri genitori hanno visto bene perché i due hanno fatto amicizia e pare siano diventati inseparabili. Sia chiaro: i genitori hanno tenuto a precisare che inizialmente non lasciavano mai soli il bambino e il pitone. Ora li lasciano a casa da soli perché sostengono, e sfido chiunque a dargli torto, che nessuno rapirebbe mai un bambino che per baby-sitter ha un pitone. Il ragazzino, da parte sua, ha già deciso di voler fare l’erpetologo e afferma con grande serenità che Burma non lo stringe mai troppo forte tra le sue spire, lo ha detto con un filo di voce ma lo ha detto. Spire che, sempre a detta del giovanotto, sono il posto migliore dove rifugiarsi d’estate per cercare un po’di fresco. Eh, quante volte, nella morsa della canicola, non ci siamo mai detti “ma che darei per avere un bel pitone rinfrescante…tra un tea freddo e un pitone, meglio il pitone!”. Che la politica cinese del figlio unico stia sortendo strani effetti? Può darsi, ma a guardar le foto direi che se un giorno dovesse servirmi una baby sitter potrei non escludere l’idea di un bel pitone…