Il Coisp replica a Boccadutri a proposito della rimozione del monumento a Giuliani

Creato il 07 agosto 2013 da Yellowflate @yellowflate

“Un’offesa alla civiltà è esaltare e onorare la memoria di un violento che non ha esitato ad aggredire le Forze dell’Ordine incappucciato come un delinquente e senza fregarsene un accidente di stare mettendo a ferro e fuoco e quindi in pericolo una città e con essa i beni e le vite di tutti i cittadini di Genova. Quella democrazia, di cui tanto Boccadutri si riempie la bocca, sta in piedi in un Paese in cui tutto va a rotoli, anzitutto la politica che egli rappresenta, proprio grazie alle Forze dell’Ordine cui
questo signore dovrebbe solo dire grazie risparmiandoci le sue ipocrite sciocchezze ed il suo pietismo inutile e propagandistico”.
Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, replica durissimo a Sergio Boccadutri, deputato di Sinistra Ecologia Libertà, che ha criticato l’iniziativa del Coisp di lanciare una petizione per chiedere la rimozione del monumento in granito posizionato in piazza Alimonda, a Genova, in onore di Carlo Giuliani (che si può firmare su

http://www.avaaz.org/it/petition/RIMUOVERE_il_monumento_dedicato_a_Genova_a_Carlo_Giulian

i_Considerato_un_eroe_per_aver_commesso_fatti_gravissimi/), il manifestante ucciso durante il G8 del 2001 da un colpo di pistola partito dall’arma dell’allora ancor più giovane Carabiniere Mario Placanica, contro il quale il primo si stava scagliando imbracciando un estintore, nel pieno degli attacchi furiosi che riempivano ogni angolo della piazza in mezzo al fuoco dei mezzi dati alle fiamme dai black bloc che, impugnando ogni genere di arma impropria, circondavano il defender in cui Placanica era intrappolato. Lo stesso ex militare – che in seguito ha lasciato l’Arma dei Carabinieri - ha poi dovuto subire un interminabile iter giudiziario, in ogni grado e sede di giudizio, fino alla Corte Europea, venendo sempre puntualmente ritenuto innocente avendo agito per legittima difesa.
”Il sindacato di Polizia Coisp raccoglie 4000 firme contro il monumento in memoria di Carlo Giuliani? Siamo di fronte a un’autentica offesa alla civilta’. Tra l’altro si tratta di un monumento in memoria di un ragazzo morto, e non contro chi l’ha ucciso. Lo afferma Sergio Boccadutri, deputato di Sinistra Ecologia Libertà, che prosegue: ”Quanto accaduto a Genova in quei giorni del 2001 è stata una vera e propria sospensione della democrazia, e quello che è successo a Carlo poteva succedere a qualunque manifestante. Il sindacato Coisp, dopo le vergognose polemiche con le famiglie di Aldrovandi e Stefano Cucchi, continua a spargere sale - conclude Boccadutri – su una ferita ancora aperta. Il ministro degli Interni non ha niente da dire?
“E’ ora – insiste Maccari – di smetterla con questa storia di quanto cattiva sia stata la Polizia di Stato a Genova. Da allora chi di noi ha dovuto ha pagato, tutti si sono scusati con tutti e l’intero Corpo è cambiato, pagando il suo tributo con nuovi martiri rimasti schiacciati dalla necessità di non reagire e di farsi massacrare dal manifestanti di turno ad ogni occasione. Ora basta. Gli unici che non hanno mai avuto scuse nè considerazione sono state le Forze dell’Ordine che in quei giorni hanno pagato
pure un prezzo altissimo per la violenza di delinquenti mascherati che non erano né ragazzini inermi né patrioti eroici. Erano armati di tutto punto e volevano fare male. Giuliani è morto perché ha scelto di partecipare ad un’aggressione violenta e spietata che può anche costare la vita, come è successo.
I colleghi presenti non hanno scelto di farsi ammazzare di botte e sprangate, ce li hanno mandati per lavoro. Ora basta con queste inutili ipocrisie – conclude Maccari -. Ci sono centinaia di eroi delle Forze dell’Ordine che sono morti nel silenzio generale senza che nessuno abbia avuto il buon senso di indicarli come esempi da seguire. Non pretendiamo che per ognuno di loro ci sia un monumento, anche se dovrebbe essere così, ma almeno non celebrare chi impugna un’arma contro un carabiniere questo lo pretendiamo”

(nota firmata)



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