Le varie forme di controllo delle masse sono innumerevoli: dittature più o meno velate, perdita delle sovranità nazionali, censura e controllo dei Media, taglio dei servizi sociali e delle pensioni, mutazioni degli alimenti, impoverimento dell'educazione delle nuove generazioni, leggi che violano la privacy e spiano i dati di milioni di persone con la scusa della sicurezza nazionale/mondiale. Chi controlla e decide per milioni di persone lo fà con astuzia, ma sopratutto perseveranza e pazienza. Questi ultimi due termini sono essenziali per comprendere i vari meccanismi del sistema.
Un Governo che da un giorno ad un altro dimezza i salari, vieta gli scioperi con un pesante uso della polizia, fa collassare il sistema industriale con tassi disoccupazione a livelli da pre guerra civile, mette pesanti restrizioni ad internet, aumenta tasse e bollette del 50%, mentre taglia drasticamente i fondi per scuola e cultura, è un Governo destinato a essere distrutto dale proteste popolari. Se distribuiamo queste misure devastanti nell'arco di un trentennio tutto sarà molto più graduale, silenzioso, subdolo ed accettabile per buona parte delle masse, lentamente assuefatte alle limitazioni, ai tagli, a quel laccio che stringe millimetro dopo millimentro sempre di più. Il finale sarà lo stesso ma quanti "distratti" se ne renderanno conto quando sarà troppo tardi?
Un container pieno di acqua con quella piccola, infinitesimale perdita. Le perdite sono minime, difficilmente verificabili giorno dopo giorno. Ma dopo 30 anni i livelli di quel container si saranno considerevolmente ridotti, visibili ad occhio nudo. Pazienza e gradualità.
Stesso concetto esposto anche dal politologo, filosofo e professore emerito del MIT (Massachusetts Institute of Technology) Noam Chomsky che la definisce proprio "La Strategia della Gradualità" : "Per far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce, per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socioeconomiche radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni ‘80 e ‘90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità, disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi, tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero state applicate in una sola volta".
Il "Consiglio Europeo" è la principale organizzazione a difese dei diritti umani del continente, copre 47 stati europei, 820 milioni di cittadini. Secondo un suo recente studio le misure di austerità, introdotte gradualmente ma sistematicamente dalla crisi finanziaria del 2008, stanno erodendo i diritti umani di migliaia di famiglie. Nella bella Europa ci sono 26 milioni di disoccupati. Sono a rischio povertà 124 milioni di europei, quasi il 25% del totale, il 40% si dichiara "in difficoltà" ad affrontare spese improvvise. Una vita sul filo del rasoio a causa dei "grandi protagonisti" della finanzia mondiale che senza iniezioni di denaro pubblico a quest'ora avrebbero già chiuso i battenti. "I mastodontici deficit da recuperare non sono il prodotto di una spesa pubblica insostenibile (come spesso vogliono far credere), ma da piani di salvataggio pubblici per i mercati finanziari: 4,5 trillioni di euro nel solo triennio 2008/11, il 37% del PIL totale".
Il Rapporto sottolinea anche l'aumento, su 15 paesi dei 21 monitorati dal "Consiglio Europeo", dei senza fissa dimora.
L'OECD (Organization for Economic Cooperation and Development) ha sottolineato recentemente con 16 stati membri dell'Europa hanno ridotto il budget per l'educazione, le misure di austerità hanno subito una brusca accellerata, in una sorta di emergenza perenne, senza consultare minimamente i cittadini.
La crisi globale e finanziaria non deve diminuire le responsabilità delle autorità circa i diritti umani, specie delle fasce più deboli. Lo Stato dovrebbe proteggere gli individui da abusi per conto di terzi come banche, agenzie di credito, fondi di investimento, tutto questo è sottolineato anche dal "Dipartimento dei diritti Umani" delle Nazioni Unite.
In Grecia la Commissione Europea, la Banca Centrale e il Fondo Monetario (i reali padroni del continente) hanno richiesto che la spesa sanitaria non si superi il 6% del PIL. Queste Istituzioni entrano di diritto nei parlamenti Nazionali, sostituendosi a chi è stato votato da un popolo, che non è più sovrano, sovrano di niente. Benvenuti nell'era del "Colonialismo Finanziario".
Si propongono ampie e mirate privatizzazioni, specie nei paesi più in difficoltà (Spagna, Grecia, Portogallo, Italia) per favorire investitori spesso stranieri, interessati ai profitti e non al benessere del pubblico. In Italia il popolo ha deciso, con un referendum, di reimpossessarsi di un bene passato in mano dei privati, l'acqua, eppure le riforme stentato ad arrivare, arrivano puntuali invece le bollette da pagare per i contribuenti. Le ulteriori privatizzazioni di Alitalia, il pasticcio di Telecom, il disastro dell'ILVA dovrebbero invertire la rotta, ma i governi strozzati da banche ed organi sovranazionali, come la Commissione Europea, non hanno più margini di manovra, cedono ai ricatti delle multinazionali, della finanza, dei privati e svendono per provare a coprire con un secchio di sabbia il cratere sempre più abissale del debito pubblico. La stessa Banca d'Italia che dovrebbe essere un soggetto pubblico è in realtà una SPA in mano ad altre banche (Intesa San Paolo, Unicredit SPA per citare le più importanti) e compagnie di assicurazioni, solo il 5% è in mano ad enti pubblici. Partecipazioni che hanno un valore simbolico, visto che il capitale nominale di Banca d’Italia vale 156 mila euro. Le singole banche però hanno iscritto nei loro bilanci valori di queste partecipazioni molto difformi tra loro. Presto il Capitale verrà rivalutato e ci saranno miliardi a pioggia specie per "Intesa" e "Unicredit".
Gli interventi per rilanciare le economie dei paesi del vecchio continente, i sacrifici richiesti ai cittadini, il rigore dei conti imposto come un "mantra" dagli organi di controllo europei, la garanzie di ripresa appese a decine di fattori economici ma banalizzati con il solo dato del PIL, risultati sotto gli occhi di tutti. I profitti ai privati ed i costi al pubblico. Non c'è da stupirsi del resto di questo trend, se la maggioranza degli attori politici nei vari governi hanno un passato in qualche multinazionale finanziaria, le stesse accusate di aver devastato le economie di mezzo mondo. Per la Goldman Sachs lavorava Petros Christodoulo, General Manager dell'Agenzia del Debito Pubblico Greco, Mario Monti, ex premier del Governo Italiano, Otmar Issing, ex membro della Bundesbank e della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, direttore della BCE, Antonio Borges, direttore del IMF nel 2010/11, protagonista di una serie di privatizzazioni in Portogallo dal 2011, Carlos Moedas con incarichi per il primo ministro in Portogallo.
E che dire del gruppo Bildenberg, con meeting rigorosamente a porte chiuse che vede coinvolti membri dei vari governi mondiali, dell'industria, dei Media, della Finanza di qualsiasi schieramento e credo. Uniti per organizzare, controllare e dirigere l'Europa ed il mondo ma senza coinvolgere i cittadini, la democrazia è stravolta e manipolata.
Chi vota sceglie semplicemente il politico di turno che seguirà le direttive europee diventanto una sorta di burattino in mano di numeri, tagli di bilancio che continueranno ad affossare le economie.
Il Patto di Bilancio Europeo (Fiscal Compact) è l'ennesima dimostrazione. Entrato in vigore il primo gennaio del 2013 stabilisce una serie di regole vincolanti per i paesi che ne prendano parte, praticamente tutti con l'eccezione del Regno Unito e della Repubblica Ceca. Troviamo l'obbligo del pareggio di bilancio, riduzione del debito pubblico al ritmo di un ventesimo l'anno, fino al rapporto del 60% sul PIL, l'obbligo per ogni Stato di garantire correzioni automatiche con scadenze determinate quando non sia in grado di raggiungere altrimenti gli obiettivi di bilancio concordati. L'Italia ha introdotto il pareggio di bilancio modificando la Costituzione, l’obiettivo del pareggio di bilancio non verrà raggiunto nel 2013, come il Paese si era impegnato a livello europeo, ma, nella migliore delle ipotesi nel 2015, secondo il Fondo Monetario dovremo attendere addirittura fino al 2017 per centrare questo obiettivo.L’Italia ha versato quest’anno oltre 80 miliardi di euro di interessi sul debito. Con l’adozione del Fiscal Compact ne serviranno almeno altri 45-50 l’anno per i prossimi 20 anni (fonte Sbilanciamoci).
Se a tutto questo si somma l'incapacità insita nella classe politica italiana il crollo è verticale. Si continuano ad esigere balzelli ogni sorta dal popolo, si è aumentata l'IVA quando doveva scendere, si aumentano le accise sui carburanti, sugli alcolici e sui tabacchi perchè bisogna rispettare almeno la promessa dell'IMU, è una presa per i fondelli.
Non si combatte l'economia sommersa che in Italia vale il 21% del PIL, 333 miliardi di euro all'anno, altro che finanziarie, qui c'e ne stanno a decine. Solo abbassando questa percentuale al 15%, il fisco incasserebbe qualcosa come 40 miliardi.
La lotta alla vera evasione fiscale dei ricchi che dichiarano noccioline non vuole iniziare, le tasse evase in Italia ammontano a circa 130 miliardi di euro, come stimato dalla Corte dei Conti. Numeri che avrebbero già rilanciato un economia, ma questa classe politica non rappresenta il Paese. Anche la legge elettorale è un bluff, il Governo degli illegali nel paese dell'illegalità.
Un'altra fonte potenziale di entrate per lo Stato riguarda i beni confiscati alla mafia, un bel gruzzolo dal 1992 ad oggi, pari a 14 miliardi di euro, 11.238 immobili e 1.708 aziende . Un patrimonio da consegnare alla collettività, da reincanalare nei circoli virtuosi del reddito. Ma qui entra in gioco la zavorra burocratica: timbri, permessi, atti, verifiche, una serie di passaggi giuridici che spesso vanificano i sequestri in tutta Italia. La strada per la liberazione di questi luoghi è tutta in salita. Ci sono sabotaggi, distruzioni, intimidazioni, oppure intralci burocratici, amministrazioni locali che si mettono contro, adirittura la banca che ha fatto credito al mafioso e adesso non accetta di annullare il debito e perfino giudici che annotano un’altra particella catastale e sequestrano il bene sbagliato. Tutti redditi potenziali, bloccati nei fondali della burocrazia italiana.
La politica è oramai schiava delle banche e di organismi sovranazionali. A che serve andare a votare un referendum se nessuno lo rispetta? A che serve votare per un partito politico se qualsiasi schieramento ripete lo stesso ritornello, "Sacrifici, Austerità, Tagli"? A che serve votare se poi sono gli espedienti, i trucchi, gli accordi sottobanco a decidere il Primo Ministro (In Italia nessuno ha votato l'attuale Enrico Letta)?
La finanza, le banche, i governi conniventi hanno trascinato milioni di persone nella povertà, hanno cancellato aziende sane, hanno azzerato economie, ma non sembra mai troppo. C'è chi balla sulle macerie dell'Europa e di Stati in grave crisi come Italia, Spagna, Grecia, Portogallo, Francia. Perseverando con una ricetta che non funziona, che crea solo rabbia e rivolte. Chi protesta non ha più nulla da perdere, ha toccato il fondo, è stanco delle chiacchere arroganti dei reali colpevoli, protetti come monarchi da cordoni di polizia (sottopagata). Solo con una rivolta trasversale che boicotta e propone nuove soluzioni l'Italia, l'Europa ed il mondo potranno davvero cambiare, ci vuole più partecipazione ed altruismo. La violenza è figlia di decenni di abusi e furti al futuro di intere generazioni, la gradualità di Noam Chomsky serve a comprendere il valore di ogni singolo cm guadagnato o perso in questa battaglia. Il ricatto non regge più e nemmeno le inutili promesse fatte da pseudo camerieri di pseudo banche.....maremmacinghialaaaaaaaaaaa