Il giorno 15 ottobre si è svolta
a
Roma la prima del nuovo film di Silvio Soldini “Il comandante e la cicogna”
distribuito da Warner Bross Picture, prodotto da Lionello Cerri. In uscita il
18 ottobre nei cinema. Provvisto di un cast ricco di attori di ogni tipo come:
Valerio Mastandrea, Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston, Claudia Gerini, Luca
Zingaretti, Maria Paiato, con attori per la prima volta sullo schermo come Luca
Dirodi, Serena Pinto, Yang Shi, Michele Maganza. Una commedia divertente ma
allo stesso tempo toccante, che cerca di descrivere l'Italia della realtà, con
la sua crisi economica e culturale uscendo dagli schemi classici. Una trama
nuova in cui si racconta l'amore reale e surreale secondo Soldini: Leo è un
idraulico che ogni giorno affronta l'impresa di crescere due figli adolescenti,
Elia e Maddalena, dividendosi tra il lavoro con l'aiutante cinese Fiorenzo e le
incombenze di casa dove la moglie Teresa, stravagante e affettuosa, compare e
scompare. Diana è un'artista sognatrice e squattrinata che in attesa della
grande occasione della sua vita - fatica a pagare l'affitto. Suo proprietario
di casa è Amanzio, originale moralizzatore urbano che ha lasciato il lavoro per
un nuovo stile di vita e che in una delle sue crociate conosce Elia, con il
quale stringe una stramba amicizia. Leo e Diana s'incontrano da Malaffano, un
avvocato strafottente e truffaldino. Leo capita nel suo studio, quando scopre
che la figlia è protagonista suo malgrado di un video erotico su internet,
Diana è già da un po' che passa lì le sue giornate, costretta per necessità
economiche ad affrescare una parete, assecondando le ridicole manie di
grandezza dell'avvocato. Le loro storie s'intrecciano in una città emblema del
nostro tempo, sotto lo sguardo severo e ironico delle statue di Garibaldi,
Verdi, Leopardi, che dai loro piedistalli - da dove ne hanno viste tante -
commentano le sorti di un'Italia alla deriva e tuttavia qualcuno continua a
sognare e a sperare: come Elia, che insegue il volo di una cicogna, simbolo di
rinascita e occasione di un nuovo inizio anche per Leo e Diana. Dopo la visione
dell'anteprima del film si è svolta la conferenza stampa in cui abbiamo avuto
modo di confrontare le idee del regista, degli attori e degli sceneggiatori sul
film e sul messaggio che questo vuole trasmetterci. Comincia a parlare subito
Soldini, interrotto ogni tanto dai commenti degli attori e dalle domande dei
giornalisti, che ci spiega come questo film sia stato difficile da realizzare
perché doveva essere il più possibile dentro la realtà anche se in modo
abbastanza ironico e leggero per mettere allo specchio un paese corrotto in cui
è sempre più difficile vivere per colpa del cattivo gusto,della politica, e
della volgarità che siamo tutti i giorni costretti a leggere sui giornali o a
vedere in televisione. Il “Comandante e la cicogna” è dunque la risposta alla
necessità di ribellione che lo stesso Soldini ed i suoi due sceneggiatori Marco
Pettenello e Doriana Leondeff stavano cercando. La cicogna, che nel film fa da
protagonista è il simbolo della volontà di volare sopra la “ melma” in cui
viviamo per sperare e per cercare un futuro diverso, migliore. Hanno parlato
della nascita dei personaggi un po’ strambi, ma in ogni caso autentici, veri,
ispirati a persone che gli sceneggiatori conosco realmente, estremizzandoli un
po’ ognuno con le sue manie, le sue scelte ma portatori di idee e
caratteristiche per dare un senso al film. Il personaggio di Amanzio ad esempio
è un predicatore, un sensibilizzatore come ama definirsi lui stesso, che va in
giro per la città dispensando consigli ed opinioni alla gente che non sempre
sono ben accetti oppure il personaggio di Leo, un uomo ricco di valori, padre
di due adolescenti che fatica a controllarli con l'aiuto del fantasma della
moglie defunta Teresa! La scelta delle statue parlanti di Garibaldi, Cazzaniga,
Leopardi e Da Vinci che osservano le situazioni della città, commentando e
dicendo la loro su cosa pensano di questo paese! Una realtà che si ripete, una
tradizione italiana che lega la storia antica con quella d’oggi. In questa
pellicola dunque si alternano personaggi vivi, statue parlanti,
fantasmi e
cicogne, ognuno con il proprio dialetto, senza farlo diventare una parodia, in
modo da rappresentare simbolicamente l'Italia, accennando vagamente il
paesaggio politico inserendo, di tanto in tanto, elementi che lo richiamano. Le
riprese sono, parte caratterizzante della storia con panoramiche della città di
Torino viste dall'alto proprio per rappresentare questa voglia del regista di
andare oltre senza scivolare nel grottesco. È una commedia morale in cui si
racconta la realtà in un piano traslato e dal finale aperto in modo da lasciare
allo spettatore un senso d’incertezza colma di speranza.
Martina Perucca
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