Poche parole che però significano tanto, specie quando il tema della discussione è il licenziamento promosso dalla Costa e impugnato dal comandante. Oggi a Torre Annunziata si è discusso dell’eventualità di tenere in Campania la causa di lavoro promossa anche dalla stessa compagnia a Genova, dove la Costa ha incardinato un altro procedimento nel quale chiede la legittimità del licenziamento. Il giudice Emanuele Rocco si è riservato la decisione: «La legge Fornero mi dà dieci giorni di tempo per sciogliere la riserva. Quindi ho informato le parti che la mia decisione sarà depositata in cancelleria mercoledì 6 o al massimo venerdì 8 febbraio». Oltre a Schettino oggi erano presenti il suo legale, Rosario D’Orazio, e gli avvocati della compagnia, Camillo Paroletti e Stefano Marzuillo.
I giornalisti, dopo essersi concentrati su Schettino, «difeso» da quattro persone dall’assalto dei cronisti prima di salire a bordo di una Meriva grigia e lasciare il palazzo di giustizia, hanno ascoltato il parere del suo difensore. «Schettino era nervoso? Sfido chiunque al suo posto - dice D’Orazio – a non esserlo, dopo essere stato condannato mediaticamente senza che si siano lette le carte processuali». Poi si è passati a discutere degli aspetti legati al ricorso. «Vogliamo chiarire – dice Rosario D’Orazio – che ogni contesto giudiziario è valido. La nostra tesi è che non si può dare al datore di lavoro la possibilità di partecipare al rito Fornero. Ora attendiamo la decisione del giudice, ma di certo questa vicenda sta a dimostrare che la riforma non ha accelerato le procedure legate ai licenziamenti». «La perizia del giudice di Grosseto – sottolinea il legale – ha accertato che quando la Costa Concordia supera il punto previsto per la girata all’altezza dell’isola del Giglio, il comandante Schettino non è al comando della nave» e che l’inchino, «anche se – aggiunge – parlerei di una rotta avvicinatoria» era «un uso consolidato. Mi fa specie adesso che si dica che nessuno sapesse». Ultimo appunto sull’abbandono della nave. «Il comandante Schettino – dice D’Orazio - ha prima tentato di spiaggiare la nave ed è poi sceso quando la stessa era in sicurezza, parcheggiata. Non solo: ci sono testimonianze di persone che sostengono che il comandante sia stato l’ultimo a lasciare la nave dal suo lato. E poi – conclude – sfido chiunque a restare a bordo su un’imbarcazione inclinata di 90 gradi».
Fonte: Shippingonline