Il comodino di Elena Refraschini
Il mio comodino è, in questo periodo, un comodino “geografico”.
Il primo libro in lettura è I demoni del deserto del giornalista di origine iraniana Bijan Zarmandili (Nottetempo 2011): la storia delicata e struggente di Agha Soltani e la nipote, due sopravvissuti al terremoto di Bam che nel 2003 ha quasi completamente raso al suolo la città patrimonio dell’Unesco e ucciso un terzo della popolazione. Avevo scoperto questo titolo in occasione del Salone di Torino, pochi mesi prima del tanto atteso viaggio in Iran. Allora non potevo sapere che di lì a poco avrei conosciuto Elahe, unica sopravvissuta della sua famiglia al tragico evento. Ora, non posso non leggere questo romanzo come un’accorata ode alla forza, alla resilienza e al coraggio degli iraniani.
Probabilmente mi sono persa di Sara Salar (tradotto da J. Nassir) è l’ultimo romanzo della casa editrice Ponte33, a noi molto cara (tra l’altro incontreremo l’editrice Bianca Maria Filippini il 9 aprile in occasione del sesto appuntamento di Cosa si fa con un libro?). Pubblicato in patria nel 2009 e giunto alla ventiquattresima ristampa, ha riscosso un enorme successo di pubblico: solo allora la censura è intervenuta, bloccandone la circolazione. La protagonista si è trasferita a Tehran dalla lontana provincia del Baluchistan, dove viveva una vita dal grande rigore morale; da studentessa a Tehran si trova persa, ha tradito la famiglia, la migliore amica, sé stessa. La particolarità di questo romanzo è la scrittura tormentata, frammentata: mi piace la definizione di Bianca Maria Filippini, che l’ha chiamata “cubista”.
L’élégance du hérisson di Muriel Barbery è il bestseller Gallimard del 2006, pubblicato in Italia da e/o. Non posso dire molto altro su questo titolo, dato che il mio francese molto arrugginito mi consente di leggere non più di tre pagine a sera. Mi ha portata a riflettere, però, su quanto sia bello leggere in un’altra lingua, soprattutto quando si era convinti di ricordarsi quattro parole.
Il quarto libro è un divertente ed erudito saggio dello scrittore Graham Robb, del quale avevo apprezzato anni fa la biografia dedicata a Rimbaud pubblicata da Carocci. È un vero peccato che questo The Discovery of France non sia (ancora) stato tradotto in italiano: è il risultato di più di 20.000 km percorsi in bicicletta (e quattro anni di studio in biblioteca) per capire che cosa significa, oggi, essere francesi.
Il comodino di Elena Refraschini