Il compleanno di Dylan Dog

Creato il 12 marzo 2011 da Carlo_lock
Eh già....dimenticavo che ormai sono passati venticinque anni dall'uscita in edicola di un fumetto ormai diventato molto popolare, Dylan Dog. Correva l'anno 1986, il primo numero, la prima storia si chiamava L'alba dei morti viventi. Lui era chiamato anche "indagatore dell'incubo", partorito dalla mente di Tiziano Sclavi, che gli diede i natali sulla carta, Dylan, stereotipo dell'eroe hollywoodiano, somigliante a Rupert Everett, dotato di una ironia molto "noir" (la sua esclamazione più tipica era "giuda ballerino"), ammirabile ed inviadibile rubacuori, attorniato dal convivente-maggiordomo Groucho (che era poi Groucho Marx), instancabile rompipalle da battute di spirito non richieste e l'ispettore Bloch di Scotland Yard, suo compagno di avventure durante i sopralluoghi dei delitti, per i quali era sempre richiesto un antiemetico. L'idea della Sergio Bonelli Editore era innovativa, creare un eroe di storie horror, non più western o poliziesco, ma un sano horror di derivazione soprannaturale. Ormai da anni le uscite hanno superato abbondantemente il numero 100, non so attualmente quante ristampe ci siano ancora in circolazione. Scoprii Dylan Dog non subito, qualche anno più tardi, esattamente nel 1989, quando un mio compagno di classe mi prestò una sua copia del numero 29, intitolato Quando la città dorme, un soggetto ispirato alla serie di Nightmare. Sì, perché i soggettisti adattavano molto spesso le trame di film famosi alle avventure di Dylan Dog, questo espediente era molto kitsch, ma, in fin dei conti, che cosa si voleva pretendere da un esempio di cultura pop?
Ai tempi ero veramente appassionato di horror, non come oggi, che lo sono solo marginalmente, avevo il bisogno di vivere quel tipo di storie non solo al cinema , ma sulla carta. Il fumetto poi è la soluzione intermedia tra le immagini e la scrittura, un libro più veloce, senza descrizioni, abolisce la lentezza e l'approssimazione dell'immaginazione. Ma come sempre apprezzo le cose quando sono conosciute da pochi. Da quandomi sono reso conto che Dylan Dog cominciava a essere arischio di business, ho lasciato perdere, non l'ho più comprato. Arrivai all'incerca al numero 55 o giù di lì....Vendetti in blocco tutti i miei numeri, quasi ritenessi concluso un periodo della mia vita. Non so, leggere Dylan Dog per me non era come guardare un film, ma nemmeno come leggere un libro. Libro e film sono entità scomode, distanti, monolitiche..il fumetto ti accompagna ovunque, senza sforzo, nel bello, nel brutto, lo puoi rileggere infinite volte Su un numero di Dylan Dog scrissi "Ti amo" a una ragazza prima di prestarglielo...Tornando a noi: più Dylan Dog stava diventando una tamarrata e più ero sempre meno invogliato a comprarlo. Oggi è un fumetto come gli altri, come mille in circolazione....Per i venticinque anni, pare che esca finalmente il progetto di un film a lui dedicato, Dylan Dog. Il film, girato nel 2010, ma atteso per questo marzo nelle sale italiane, per la regia di Breck Eisner. Nel 1994 già Michele Soavi girò Dellamorte Dellamorte, ispirato all'omonimo romanzo di Tiziano Sclavi, spunto di ispirazione per lo speciale Dylan Dog del luglio dell' 89, intitolato Orrore nero.
Insomma.....ormai di acqua sotto i ponti ne è passata. Con nostalgia, ricordo il "mio" Dylan Dog.

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