“Il complesso di Ismene”: opera teatrale di Adele Falbo. Una donna dalla sottomissione all'assertività.

Creato il 25 novembre 2015 da Tiziana Viganò

recensione di Tiziana Viganò

Attrici della compagnia PACTA dei Teatri: Annig Raimondi, Carmen Chimienti, Giada Balestrini, Federica Toti

domenica 22 novembre alle ore 21 per la Rassegna Off di ScenAperta - in occasione della Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne 2015 - al Monastero degli Olivetani di Nerviano.

Le rappresentazioni proseguono a Morbegno il 24 novembre e in marzo riprenderanno a Milano.

L'ombra dell' Animus sovrasta la figura minuta e fragile di Ismene: la sua parte maschile, interiore, è sacrificata da una cultura che privilegia il maschile esterno in tutti i sensi, l'uomo e la sua aggressività, anche quella violenta.

" Io vorrei, ma non posso" oppormi alla legge degli uomini, dice, la cultura dominante non glielo permette. La sorella Antigone è il suo opposto: l'eroina ribelle, capace di opporsi a una legge inumana e immorale, sacrifica la sua vita pur di non tradire i suoi ideali. La sua forza, non cede, seppellisce il fratello e accetta la muore. Tutti e tutte siamo con lei, è lei che suscita la nostra simpatia e ammirazione.

Disprezziamo Ismene che non trova il coraggio, che subisce e si sottomette, che si svaluta e che non ha fiducia in se stessa. La sua parte Ombra, il lato oscuro, la scuote, la mette a confronto con i suoi contenuti inconsci inaccettabili; la sua parte Petra, la pietra, il Sé, le fa riscoprire il suo mondo interiore profondo, la sua parte unica e indivisibile. La madre le dice con tristezza:

"Quello che mi rimprovero è solo una cosa... non aver sognato con te il mondo...Non ho voluto capire chi sei".

L'autrice del testo e della regia, lapsicanalista junghiana Adele Falbo, si avvale delle categorie di Jung ( l'Animus, l'Ombra, il Sé ) incarnate in tre personaggi per spiegare la sua visione della femminilità e la rivalutazione della figura di Ismene: sulla scena del teatro si confrontano le parti della psiche della donna, alla ricerca di un equilibrio o della disfatta totale con la rinuncia di se stessa e l'autodistruzione.

Attraverso la presa di coscienza, che nasce dal confronto tra le sue parti interne, capisce dove agire la sua positività: non è nell'aggressività "maschile" che le donne possono vincere la loro battaglia contro la sopraffazione e contro una cultura che le vuole sottomesse e sottovalutate, ma agendo la mitezza, il senso materno, la cultura della pace, combattendo le relazioni basate sul potere, sul controllo, sulla dipendenza. Se agite con la giusta e calibrata assertività possono portare una corrente nuova, vitale in una cultura che ogni giorno denuncia la sua caduta verticale verso un abisso che nessuno sa dove andrà a finire. Laloro aggressività è quella non violenta, l'assertività, il sacrificio della vita non porta a nulla, la ribellione fine a se stessa non ha risultati. La cultura della pace è insita nelle donne, che sono madri e che danno la vita, lacultura delle donne è vita e non morte. E' capacità di mediare, di coltivare relazioni dove il rispetto dell'altro e non la sopraffazione siano il fondamento.

Di fronte al mondo di oggi dove la guerra, ancora una volta dopo millenni di storia non capita, è l'unica soluzione che gli uomini vedono per la risoluzione dei conflitti, ritrovare una parte femminile non più sottomessa ma capace di agire secondo la sua natura originaria e originale, con assertività e coraggio, con la forza di rinascita che le donne dimostrano ogni giorno in ogni sperduta parte del mondo è quella che aiuterà anche a combattere, senza armi e senza violenza, una cultura dove tuttora la violenza di genere, e non solo quella, dilagano e imperano.

Consiglio al pubblico per i prossimi spettacoli: seguite la presentazione che precede o che segue la rappresentazione, sarà illuminante per capire meglio le dinamiche psicologiche che sono al centro del lavoro.

L'associazione culturale ScenAperta Altomilanese Teatri gestisce il polo teatrale "ScenAperta", nato nella stagione 1999/2000 per coordinare in modo integrato le attività culturali del territorio. Nel 2004 diviene Circuito Teatrale Lombardo e oggi aggrega 11 Comuni per un bacino di oltre 200 mila abitanti. Con oltre 50 date di spettacolo all'anno e produzioni teatrali in collaborazione con alcune tra le principali realtà teatrali milanesi e nazionali, ScenAperta rappresenta il punto di riferimento culturale per il territorio dell'area a nord di Milano.


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