Il concerto: la rivincita di un'orchestra

Creato il 25 febbraio 2011 da Nicol Lynne
Andrei Filipov è un direttore d'orchestra la cui carriera è stata bruscamente interrotta a causa della politica di Breznev. Professionale, talentuoso e con la musica che gli scorre nelle vene, Andrei Filipov viene quindi derubato della musica, della bacchetta e della sua principale ragione di vita. Per trent'anni sarà costretto a spolverare e lucidare l'ufficio del nuovo, e incompetente, direttore del Bolshoi.
Un fax indirizzato alla direzione del teatro, finito miracolosamente nelle sua mani, darà vita all'avventura che aspettava da una vita: suonare a Parigi con la sua vecchia orchestra al Theatre du Chatelet. Impossessatosi 'illecitamente' dell'invito, Andrei Filipov dà vita al suo riscatto di artista e riunisce la sua 'sgangherata' orchestra che prontamente risponde alla sua inaspettata, ma gradita, chiamata agli strumenti.
L’idea di partenza di Il concerto è quella ampiamente utilizzata nella storia del cinema, così come in quella della letteratura, dello scambio di identità che Mihaileanu elabora sfruttando al meglio le più tradizionali possibilità comiche e ironiche che lo spunto offre da decenni al cinema di genere.
Il stesso regista, Radu Mihaileanu (rumeno), ci spiega che l'obiettivo pricipale di questo straordinario film è il tentativo, peraltro riuscitissimo, di equilibrare una doppia anima: quella errante e sanguigna della sua cultura d’appartenenza contro quella più strutturata e lineare del paese che lo ha accolto, la Francia. La bellezza di questo film, tuttavia, è legata anche alla delicata e squisita capacità del regista di coniugare con audacia i toni leggeri e ironici della commedia con storie e situazioni più confacenti al melodramma classico, alla maniera di grandi autori come Ernst Lubitsch o Billy Wilder (eterni 'esuli' hollywoodiani del passato che Mihaileanu ha più volte esplicitamente indicato come modelli).
Il concerto è un film importante e straordinariamente riuscito. I temi trattati sconfinano dalla musica in sé per toccare con estrema eleganza e delicatezza la condizione degli ebrei costretti a vivere sotto il totalitarismo. La comicità dei dialoghi, peratro magistralmente tradotti, e delle situazioni in cui l'orchestra si va a cacciare rendono leggero il parallelo con la loro condizione di ebrei macchiati dell'onta del disseso e cacciati dal paese o dai luoghi in cui vivevano o esercitavano la loro professione con l'accusa di aver commesso crimini antisovietici.
È la musica che accorda gli animi umani, ed è proprio la musica che riesce a ri-dare armonia alle vite dei protagonisti scordate da più di trent'anni. Artisti mancati, vite interrotte e dimesse di facchini, conducenti di autoambulanze, doppiatori di film hard e drammi personali riscattati grazie alla melodiosa ricomposizione della musica.

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :