Grazie alla collaborazione ed i preziosi suggerimenti del Segretario Generale della Fondazione CittàItalia sig. Ledo Prato, il quarto concorso letterario di Villa Petriolo "La gaia mensa" contribuisce a promuovere la campagna di salvaguardia dell'opera di Guido Reni "Bacco fanciullo".
Il progetto è maturato dalla convinzione che le risorse pubbliche, da sole, non sempre riescono a tutelare e valorizzare i beni culturali e che occorre cercare forme di più intensa collaborazione tra pubblico e privato, coinvolgendo direttamente i cittadini. La Fondazione, in collaborazione con RAI Radiotelevisione italiana, organizza ogni anno durante il mese di settembre "Le Giornate dell’Arte – Campagna nazionale di raccolta fondi a favore del restauro dei beni culturali".
Guido Reni (Bologna 1575 – 1642)
Bacco fanciullo
Firenze, Galleria Palatina, inv. 1912 n. 47
Olio su tela, cm 88 x 71
Il Bacco fanciullo è un dipinto molto noto della Galleria Palatina, che il grande pubblico conosce in quanto immagine accattivante e ricca di fascino. Il giovane dio, coronato di pampini e di grappoli d’uva e vestito con una pelle di animale, si rivolge sorridente verso l’osservatore reggendo un larga alzata sulla quale posa una coppa di vetro colma di vino bianco, dalla quale egli si accinge a bere. Nell’angolo in basso a destra un putto regge un’altra brocca in ceramica, di tipologia molto diffusa nell’Italia del Cinque-Seicento. Un fiasco impagliato si intravede nell’angolo a sinistra.
Il dipinto compare con l’attribuzione a Guido Reni nell’inventario post mortem del Gran Principe Ferdinando de’ Medici, del 1713, ma la sua presenza a Palazzo Pitti è documentata sin dal 1698. Ritenuto autografo del maestro, come tale fu esposto alla mostra monografica del 1954 ed è sempre pubblicato nelle principali monografie sull’artista. Altri autori hanno in seguito discusso l’attribuzione dell’opera, senza però proporre soluzioni alternative.
L’ultimo restauro del dipinto risale al 1954. Oggi il Bacco appare fortemente ingiallito per l’alterazione la vernice che ne altera la leggibilità. Sotto la vernice si individuano anche vari ritocchi alterati (certamente risalenti al restauro degli anni Cinquanta), che dovranno essere rimossi. Queste operazioni riporteranno l’opera ad una leggibilità ottimale, consentendone una nuova valutazione stilistica.
La bellissima cornice antica, intagliata con motivi di pampini e grappoli d’uva, è stata certamente eseguita per questo dipinto, probabilmente su commissione del collezionista, Ferdinando de’ Medici. Di gusto prettamente rococò, è stata collegata all’attività di Anton Francesco Gonnelli, intagliatore attivo per i Medici alla fine del Seicento. Ricoperta da pesanti strati di polvere consolidata nel tempo, la cornice dovrà essere attentamente ripulita e riguadagnerà in brillantezze e in leggibilità
Scheda dell'opera a cura del Dott. Stefano Casciu, Galleria Palatina
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