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Il conflitto israelo-palestinese. Prima tappa: dall’impero ottomano al mandato inglese

Creato il 12 ottobre 2013 da Diego Gavini

Iniziamo oggi il nostro viaggio nella storia del conflitto israelo-palestinese nel ’900, che seguiremo attraverso una serie di tappe, raccontate in maniera semplice, con il solo scopo di offrire alcuni dati basilari per cominciare ad addentrarsi in questa complessa questione. In questa prima tappa riportiamo rapidamente i passi che hanno portato la Palestina dall’essere una provincia ottomana a finire sotto il mandato inglese, fino alla creazione del “focolare” israeliano. 

  1. A partire dal 1517 la Palestina è stata sotto il dominio del vasto impero ottomano, amministrata quale una parte della più ampia provincia siriana attraverso un sistema di distretti (chiamati sangiaccati). Alla vigilia degli anni Ottanta dell’Ottocento, erano presenti in questa regione quasi 25mila ebrei, a fronte di più di 450mila arabi.
  2. Dal 1881 inizia una vasta diaspora degli ebrei residenti in Europa orientale sotto la spinta dei violenti pogrom a cui furono sottoposti. Un’emigrazione di grandissime dimensione e che solo in piccola parte fu diretta verso la Palestina, in un movimento denominato aliyah. Questo movimento aveva come scopo quello di creare all’interno della regione palestinese comunità ebraiche omogenee. A rendere possibile la creazione di queste comunità furono anche i generosi fondi provenienti da ricchi ebrei stanziati in Occidente, che permisero l’acquisto di crescenti porzioni di terre.
  3. Nel 1887 in distretto di Gerusalemme diventa autonomo, ovvero la regione esce dalla provincia siriana e forma una propria provincia direttamente sottoposta al controllo ottomano.
  4. Nel 1897 nasce il movimento sionista che si prefigge come scopo quello di creare uno stato ebraico. Tramite una dimensione politico-economica nuova, il sionismo agì in una doppia direzione: da un lato verso la ricerca di alleanze internazionali verso la propria causa; dall’altro nell’organizzazione di occupazione di terre in Palestina attraverso la creazione di comunità basate sul lavoro collettivo della terra.
  5. Agli inizi del Novecento, in particolare fra il 1903 e il 1906, una nuova serie di pogrom diede ulteriore spinta all’emigrazione ebraica verso l’Impero Ottomano. All’alba della Grande Guerra, la comunità ebraica aveva così quasi triplicato la sua consistenza.
  6. Nel 1917, in pieno sconvolgimento del vasto impero ottomano sotto i colpi della guerra, la Palestina passa ad essere controllata da un altro impero, quello inglese. Nello stesso anno, il ministro britannico degli Esteri, Balfour, lancia una dichiarazione a favore della creazione di un “focolare nazionale ebraico”.
  7. Nel 1920 la Palestina rientra a far parte del sistema di mandati inglese in Medio Oriente.
  8. Nel 1921 gli inglesi riconoscono un Esecutivo Sionista Palestinese quale rappresentante della comunità ebraica nella regione, denominata yishuv.  Questa si dota di uno strumento, l’Histradrut, che sostanzialmente ricalca le funzioni di un’organizzazione statuale, in quanto attraverso questo si organizza la vita degli ebrei in Palestina.
  9. Nel 1922 gli inglesi riconoscono anche una rappresentanza alla comunità araba e nasce dunque il Consiglio Supremo Musulmano.
  10. La crescente pressione ebraica, la mal tollerata presenza inglese, le aspirazioni musulmane ad una propria indipendenza, producono una serie di tensioni che portano lungo gli anni ’20 ad un formarsi e poi ad un crescere costane delle violenze nella regione.

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