Circa 120 anni fa, nel 1893, Vivekananda ha lanciato un appello premonitorio a Chicago, al Parlamento delle Religioni: “East Meet West”, l’Oriente incontra l’Occidente!
Fu il primo nel periodo moderno ad associare certe forme di yoga alla cultura e alla spiritualità indiana. Da questa epoca relativamente lontana, gli europei in cerca di spiritualità hanno anche loro fatto il cammino verso l’Oriente e hanno molto contribuito al fidanzamento di queste due culture.
Oggi l’alleanza tra Oriente e Occidente non si presenta più sotto gli stessi aspetti che aveva nel pensiero di Vivekananda. Lui pensava che l’Oriente avesse da imparare dalla organizzazione e dalla tecnologia occidentale per migliorare la propria miserabile condizione e affrancarsi dalla tutela dell’epoca, senza negare la sua cultura né le sue tradizioni religiose. Pensava anche che l’Occidente avesse talmente spinto la ricerca materiale da perdere il senso della vita e la sua relazione con il divino. E’ per questo che Vivekananda raccomandava questo matrimonio di ragione che poteva apportare ciò che mancava apparentemente alle due parti.
Il tempo del colonialismo è passato e i popoli asiatici hanno ritrovato la loro fierezza culturale, la loro indipendenza politica e non hanno più nulla da invidiarci nel campo della tecnologia.
Da parte nostra, abbiamo superato la smodata fiducia nella scienza e nel progresso per tornare verso valori spirituali che, in realtà, non hanno mai cessato di esistere in Europa. Ci siamo appropriati delle pratiche dello yoga, le abbiamo adattate alle costrizioni del nostro modo di vivere, senza rinnegare la loro origine indiana.
Altrimenti detto, gli indiani non sognano più il nostro modo di vivere, e in effetti stanno accedendovi, e gli europei non hanno più tanti complessi nei confronti dei saggi indiani garanti della “tradizione indiana”. Noi tracciamo il nostro solco, organizziamo il nostro insegnamento con mezzi pedagogici, etici e teorici che ci appartengono in proprio, senza con ciò sentirci separati dalle origini dello yoga.
Certi insegnanti, certe scuole, si sentono collegati a una particolare tradizione indiana e la rivendicano a giusto titolo, altri aspirano a una autonomia più affermata in una attualità risolutamente europea, se non nazionale, ma tutti conveniamo sul debito che abbiamo con il pensiero indiano e con i suoi sistemi filosofici che hanno scolpito nell’arco del tempo l’immagine polimorfa dello yoga.
Sarebbe giudizioso ripensare questo itinerario e, a partire da questa riflessione, disegnarne i contorni futuri. Un congresso internazione come quello di Zinal e dell’Unione Europea dello Yoga è il quadro ideale per percorrere in modo pacato i molteplici cammini che si sono disegnati tra l’India, madre patria dello yoga e i suoi figli disseminati ovunque nel mondo.
dalla brochure del Congresso
Il congresso inizia domenica 21 agosto alle 20.30 e termina venerdì 26 agosto 2011 sera. per ulteriori informazioni visitate www.euycongress.org.