Il coniglietto del nonno

Da Fiaba

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La fiaba

Mercoledì 14 Gennaio 2015 17:58 Scritto da Rita Bimbatti

Mi chiamo Giacomo e nonostante i miei otto anni, ci sono momenti della vita dove vorrei il tempo si fermasse.

Il fine settimana passato dai nonni nella verde campagna è uno di questi: uno stacco dalla città frenetica e dai mille impegni quotidiani.

La casa di nonno Tullio e nonna Maria si trova immersa nella natura e la mattina quando mi alzo dal letto, dalle finestre non vedo grattacieli e fabbriche fumose, non sento i clacson impazziti delle auto, ma vedo alberi e fiori e posso udire il cinguettio degli uccellini.

Dopo un'abbondante colazione che ha il sapore di altri tempi, io e il nonno usciamo a fare una lunga passeggiata, insieme al suo più caro e dolce amico, un coniglietto nano dal pelo nero e una macchietta bianca sotto il mento. Il nome di questo animaletto è assai strano: il nonno lo ha chiamato Macula, solo iddio sa il perché.

Macula ha cinque anni, è molto attivo e veloce, ci insegue festoso a zig zag lungo il sentiero. Il nonno lo tratta come un re, per lui solo verdure appena colte dall'orto.

Dolci carote, verde insalata riccia, qualche semino di mais e carruba. Sgranocchia anche la frutta, come pezzetti di mela già sbucciata. Tutte le mattine, nonna Maria, prima di sistemare la sua cesta di vimini, gli porta un cracker alle erbe.

Macula è talmente felice che continua a battere il musetto contro la mano della nonnina, come a dire sbrigati che ho fame.

Vicino al coniglietto, adagiata sulla piccola sedia di paglia, dorme Briciola, una gatta anch'essa nera. Quando mi vede, sorniona, apre un occhio e si stiracchia. La nonna mi ha raccontato che una volta dalla fretta, quando Macula all'inizio dormiva dentro un'ampia gabbietta per precauzione, l'ha dimenticata aperta; la mattina dopo ha visto la gatta che dormiva raggomitolata al fianco del coniglio.

Così sono diventati amici.

Come dicevo, io e il nonno la domenica mattina facciamo lunghe passeggiate per il sentiero di campagna. Il momento giusto per permettere a Macula di fare quattro salti insieme a noi, accompagnandoci fino allo scoccare di mezzogiorno.

Una volta ritornati a casa, il nonno lo prende delicatamente con una mano e lo posa nella sua cesta già pulita; tra la paglia il coniglietto può stendersi e fare un riposino. Da lontano nonna Maria ci vede, la sua voce avvisa che il pranzo è pronto in tavola.

Saluto Macula, poi, affamato, mi precipito in cucina dove mi aspetta un magnifico piatto di spaghetti al sugo fumanti.


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