Il consiglio del giorno: oggi parliamo di picchettatura delle rose

Da Gattolona1964

Buon lunedì a tutti quanti. Inizio la settimana cercando di rispondere nel modo più esauriente possibile a Marianna, che mi domanda come fare per risolvere il problema comune a molti di noi: quello dei buchini sulle foglie delle rose o picchettatura, cioè quando le rose sono infestate da parassiti, chiamati più comunemente pidocchi. Tralascio l’aspetto che sicuramente non è da meno, del tipo di rosa che si vuole piantare, del terreno dove si pianta, della tipologia dell’acqua se questa è troppo calcarea o priva si sali minerali. Questi aspetti che sono fondamentali per la buona fioritura delle rose, saranno consigliati da un bravo agronomo, nel momento in cui si sceglierà la rosa da piantare. Non dimentichiamoci che ci sono in commercio circa 400 varietà di rose, una più bella e delicata dell’altra. Si va dalle rose rampicanti, alle inglesi, dalle rose moderne, alle tappezzanti, le rose profumate,quelle poco odorose, le rose a cespuglio,  solo per indicarne qualcuna. Il problema dei pidocchi è diffuso quasi ovunque: sia nei giardini privati, che nelle grandi coltivazioni e nei grandi parchi. Questi Afidi antipatici e prolifici, sono chiamati Macrosiphum Rosae, sono lunghi qualche mm, di colore verdastro o rosato a seconda delle forme che possono essere attere o alate. Normalmente vivono in colonie, soprattutto sui giovani germogli e sui boccioli ancora chiusi. Il danno è causato dalle punture di nutrizione che provocano la deformazione dei germogli, con la conseguenza del blocco del loro sviluppo, la deformazione dei boccioli fiorali che non si aprono, oppure fioriscono in modo irregolare. Inoltre questo antipatico Afide produce abbondante melata, che imbratta la vegetazione, provocando sia conseguenze indirette (ustioni, asfissia, instaurazione di fumaggini) sia una deturpazione delle piante e dei fiori, con conseguenti danni estetici e funzionali. II Macrosiphum rosae sverna come uovo; in certi ambienti o in annate con inverni particolarmente miti si possono trovare, sulle piante, forme adulte anche in inverno (chiamati femmine partenogenetiche) che continuano il ciclo autunnale. In ogni caso le infestazioni vere e proprie iniziano a primavera inoltrata e
proseguono per tutto l’anno, con un accavallarsi di generazioni fino
all’autunno; a volte, come già accennato, il ciclo continua fino
all’anno successivo. E non ci si salta fuori quasi più! Purtroppo in questi casi la lotta ai pidocchi non può essere di tipo naturale, anche se so che qualcuno si affida al sapone di Marsiglia tagliato in scaglie e disciolto in acqua, altri usano i mozziconi di sigaretta triturati e filtrati, altri ancora il peperoncino, l’aglio, l’ortica o prodotti naturali a base di olio indiano di NEEM,  che si dice sia un ottimo antiparassitario. Comunque tentar non nuoce, anche se in questo caso specifico rimango perplessa nell’avere buoni risultati. Questi pidocchi sono troppo forti nel riprodursi e stavolta non mi sento di garantire esiti buoni, non avendoli sperimentati di persona. L’intervento che poosso suggerire è di tipo prettamente chimico e occorre eseguirlo alla comparsa dei primi segni della malattia: buchini nelle foglie, colore giallastro o nero delle stesse, caduta facile  e, con certe tipologie di pidocchi si può notare anche una leggera bava bianca, tipo saliva, sulle foglie e sui rami della rosa. Consiglio di rivolgersi ad un esperto botanico, che venga in loco a vedere la rosa e a capire da quale tipo di afide è affetta.  Io stessa uso prodotti a base di piretro o piretrina naturale. Tali sostanze dette anche anticrittogamici, sono a medio/largo raggio di azione, funzionano un po’ come gli antibiotici, coprendo vari tipi di infezioni. Si diluiscono in acqua, nella misura consigliata, poi si
vaporizzerà con uno spruzzino apposito e con mascherina sul viso ed
occhiali, trattandosi di prodotti altamente nocivi e dannosi per
l’uomo. Questo lavaggio o disinfestazione si effettua con cadenza precisa, dettata dall’esperto e a seconda dell’evoluzione più o meno grave della malattia delle rose. Ho letto che in Inghilterra è alla sperimentazione un preparato microbiologico a base di un fungo chiamato Verticillium Iecanii per cercare di guarire questa malattia che rovina i fiori più belli e romantici che abbiamo nel creato. Mi dispiace molto non poter dare in questo caso a Marianna e agli altri amici/e un consiglio spiccio e naturale, ma per questo problema molto specifico non ne conosco. Se invece qualcuno tra voi che mi leggerà, conoscesse un rimedio non chimico e valido, mi  e ci farebbe cosa gradita nel suggerirlo. Grazie a tutti e spero di essere stata ugualmente utile!

English: Japanese rose (Rosa rugosa) blossoms infested with Macrosiphum rosae. Magyar: Japán rózsa (Rosa rugosa) bimbók zöld levéltetvekkel (Macrosiphum rosae) fertőzve. (Photo credit: Wikipedia)



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