Il Consorzio del Vino Orcia presenta il nuovo disciplinare

Da Vini&terroir

Le etichette Orcia si arricchiscono: accanto alla versione Orcia Rosso, il nuovo Orcia Sangiovese e la Riserva. Se ne parlerà sabato 19 Novembre, Castello di San Giovanni d’Asso (SI), in occasione della VII edizione di Divin Orcia,evento istituzionale del Consorzio del Vino Orcia, aperto a pubblico e operatori.

“Siamo lieti, insieme al Consiglio, di poter presentare durante il prossimo Divin Orcia il nuovo disciplinare di produzione- dichiara il Presidente Donella Vannetti. L’introduzione della versione Orcia Sangiovese e della Riserva è il risultato di un serio lavoro di tutti i produttori Orcia: infatti i vini hanno dimostrato attitudine all’ invecchiamento, mantenendo anzi migliorano nel tempo la capacità di esprimere la ricchezza dei profumi, la morbidezza dei tannini e la potenza dei grandi vini dell’enologia senese. Le moltissime degustazioni organizzate dal Consorzio del vino Orcia, ricordiamo le tappe italiane di Vinitaly(con stand 2012 in corsia centrale) e il recente Vinexpo di Bordeaux, hanno riportato all’attenzione di degustatori professionisti le grandi potenzialità espressive del Sangiovese, dei vitigni alloctoni previsti dal disciplinare e dei vitigni autoctoni “minori” quali Canaiolo, Colorino, Ciliegiolo, Malvasia nera e Foglia Tonda. Questi ultimi, insieme al Sangiovese, grazie alla minuziosa gestione dei vigneti e all’abilità crescente dei nostri produttori hanno meritato l’introduzione della tipologia “Orcia Sangiovese” (minimo 90% Sangiovese, con possibilità di aggiungere fino al 10% di vitigni autoctoni toscani).

Il Consorzio ha lavorato bene, in ottima coesione sia interna che esterna con gli attori coinvolti nell’operazione. Affinché questi sforzi non vadano vanificati è importante il maggior numero possibile di produttori di vino Doc Orcia aderiscano al consorzio. In base alle nuove regole della UE la sussistenza di una doc sarà vincolata all’esistenza di un Consorzio di tutela che abbia un numero sufficiente di soci tale da raggiungerne la rappresentatività. In caso contrario il Consorzio non potrebbe sussistere e con esso decadrebbe anche la doc, e ciò rappresenterebbe una grossa perdita economica per tutti i vitivinicoltori, che, non potendo più produrre un vino con tale denominazione, sarebbero costretti a vendere il vino come Igt Toscana o al meglio come Chianti, sicuramente ad un prezzo più basso e senza un legame forte con il territorio.”

Dalla Produttrice Orcia Donatella Cinelli Colombini: “La Doc Orcia ha dato una prospettiva nuova a tutta l’agricoltura del territorio. Un territorio rurale che altrimenti rischiava di diventare un’area turistica di seconde case. Un’area di bellezza strepitosa per le sue piccole città d’arte ma soprattutto per il carattere del suo terreno coltivato. Un’area che quindi dipende il suo futuro dal mantenimento del suo carattere agricolo e del paesaggio agricolo. Con l’introduzione della Doc gli investimenti e la cura delle coltivazioni hanno preso nuovo slancio, si è creato occupazione, qualificazione degli addetti, un nuovo profilo e una nuova dignità anche per chi in questa campagna vive e lavora. Perdere tutto questo sarebbe imperdonabile, un vero salto nel vuoto. Per questo occorre lavorare per accrescere la visibilità e il prestigio ai vini Doc Orcia che il nuovo disciplinare intende qualificare.”

Favorevoli i sindaci della Doc tra cui Michele Boscagli di San Giovanni d’Asso ” Come amministrazione abbiamo sostenuto la Doc attraverso il Consorzio del vino Orcia sin dagli inizi: molti dei nostri terreni sono stati rivalutati grazie ai vigneti Orcia e sono stati creati posti lavoro per tutta la filiera, dalle cantine al settore ricettivo. Credo che il nuovo disciplinare, porterà un ulteriore innalzamento della qualità del prodotto, sicuramente in termini di territorialità, con una crescente visibilità data dalla forza trainante del grande Sangiovese di Siena. Starà ai produttori stringersi coesi intorno al Consorzio del Vino Orcia che ha portato ottimi risultati in tempi non facili per l’economia agricola.”


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