Il Conte di Montecristo – la nascita di un personaggio

Da Marcofre

Ho scritto nel post “Il conte di Monte Cristo: qualche riflessione” che l’espediente del tesoro favoloso elimina parecchi problemi. Il buon Edmondo Dantès non riuscirebbe a ottenere la sua “giustizia” se non potesse contare su una montagna di gioielli e oro. Tuttavia questo potrebbe sollevare l’autore dalla cura di tanti aspetti, ma questo non mi pare che accada. Proverò a ragionare su come Alexandre Dumas faccia crescere un personaggio. Avvertenza importate: non attenderti, o lettore (o lettrice), pensieri profondi.

Come una figura diventa un personaggio

A un certo punto accanto al nostro prode Dantès appare una giovane donna greca: Haydee. Nella mia edizione è greca, ma so che in altre è albanese, ma non è questo il punto.
Certo, è molto bella. Sì, è una schiava che il conte di Monte Cristo ha liberato. La vediamo a teatro; poi in una delle residenze del conte; o meglio, sentiamo lo strumento che suona. “Aleggia”, se così possiamo dire, per un po’. Infine, viene presentata.
Sino a questo momento è solo una figura. Il lettore non sa ancora il suo ruolo. Però è bene ricordare che ogni personaggio vive sulla pagina per una ragione precisa (come ho scritto in un vecchio post: lo scrittore deve essere democratico).
In realtà è una pedina fondamentale nel piano vendicativo di Dantès. Si badi bene (come scrivono quelli bravi per attirare l’attenzione di chi legge): le azioni dell’eroe non devono essere tutte illustrate. Il suo agire spesso non viene affatto rivelato. Si presentano i “risultati”, non certo il modo per conseguirli.
In che modo questo conte di Monte Cristo riesca ad acquistare bastimenti, o a sapere tanti dettagli su questo o quello (dettagli sparsi in giro per l’Europa), non è spiegato. In fondo, la ricchezza non apre tutte le porte? E questo chiude la bocca a ogni obiezione, o quasi. Inoltre, c’è un “buco” di 10 anni tra la fuga di Dantès dal castello d’If, e dal ritrovamento del tesoro nell’isola di Monte Cristo, alla comparsa del Conte. Cosa accade nel frattempo non viene rivelato; e meno male!

La nascita di un personaggio

Appare dunque questa greca al fianco del conte. Lentamente, iniziamo a conoscere la sua storia, che si intreccia però sia con la Storia, che con quella personale di uno dei 3 uomini colpevoli della rovina di Dantès. Perché cresce? Perché diventa personaggio?
Il termine “personaggio” deriva da “persona” che ci arriva dall’etrusco, e indica… be’, una maschera, in riferimento al teatro si capisce. Qualunque figura appaia sulla pagina è una maschera, che rimanda a qualcosa (cosa?), e che di certo non svela tutto. Semmai ricorda che c’è in azione, dietro quella maschera, qualcosa che ha a che vedere col mistero. La narrativa, quella buona, non spiega nulla: ricorda sola che tutto è maschera, che esiste appunto un mistero, e lo celebra.
L’intero romanzo è una gigantesca rappresentazione teatrale, dove tutti indossano maschere. Chi architetta la rovina di Dantès; Dantès stesso, quando infine smette di essere fiducioso e trasparente, e diventa il conte. Anche i grandi uomini che sono ricevuti a corte, e sono potenti e riveriti, indossano sempre una maschera. E se “Il conte di Monte Cristo” non è che un progressivo “smascherare”, alla fine sono più le domande senza risposta, che le risposte. Perché una madre avvelena il proprio figlio, e se stessa? Perché Caderousse distrugge la propria fortuna? Perché il figlio adottivo di Bertuccio sin da piccolo si dimostra incline al male?

Qual è lo scopo di una storia?


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