Il contributo della scienza al dibattito sul nucleare

Creato il 04 aprile 2011 da Lorenzo_gigliotto

L’incidente di Fukushima ha riportato in primo piano la discussione sull’opportunità, per il nostro Paese, di tornare al nucleare. Tutti coloro che vi partecipano, siano essi a favore o contro, sono d’accordo nell’affermare come una scelta del genere vada fatta a sangue freddo e non sull’onda dell’emozione provocata dalla tragedia giapponese. Questo, a parole. Nei fatti invece abbiamo assistito a una mobilitazione del fronte antinuclearista basata soprattutto sull’emotività anziché su argomenti di valore scientifico.
Il contributo che gli scienziati italiani stanno apportando al dibattito in corso, viceversa, dovrebbe essere una delle basi per affrontare la questione in modo più oggettivo possibile.

E in tal senso non possiamo ignorare quanto ha detto Margherita Hack, le cui posizioni politiche sono ben note e che non può essere certo sospettata di simpatie filogovernative, la quale ha affermato in una recente intervista a Sette che “il nucleare è la fonte energetica meno inquinante” (http://www.blitzquotidiano.it/ambiente/nucleare-hack-pulito-energia-termovalorizzatori-802443/).
Ad essa si aggiunge Antonino Zichichi, che in un suo intervento su “Il Giornale” parla di “eco catastrofisti che ci rubano il futuro, raccontando bugie su aria ed energia” arrivando a sostenere che “Fukushima rappresenta una Hiroshima culturale” (http://www.ilgiornale.it/interni/lhiroshima_cultura_e_catastrofismo_nucleare/04-04-2011/articolo-id=515317-page=0-comments=1).

Personalmente ritengo che la questione sia davvero troppo importante per essere affrontata su un piano prettamente ideologico ignorando l’opinione di chi, proprio in quanto scienziato, è in grado di portare un contributo basato sulla conoscenza. E la posizione della comunità scientifica italiana, al di là delle idee politiche personali, appare fin troppo chiara.
Dunque, se vogliamo veramente fare una scelta consapevole ed equilibrata penso che sarebbe meglio ascoltare anche punti di vista tanto autorevoli e non solo le paure che, inevitabilmente, fatti come quelli di Fukushima fanno nascere dentro ognuno di noi.



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