La vita quotidiana di qualsiasi impresa, anche della più piccola che fattura 500mila euro l’anno, è fatta di singole e numerose azioni che generano costi e risultati economici. I dati contabili, quelli ad uso civilistico, non riescono a registrare la gran parte dei valori economici generati quotidianamente dalla vita di una impresa.
Quando un imprenditore o il titolare di un medio studio professionale dicono, quel cliente mi ha fatto perdere un sacco di tempo, oppure, sono rimasto con una trafila bloccata per oltre tre ore, esprimono una valutazione economica e non solo una considerazione organizzativa.
Un blocco macchina costa!
Un cliente inconcludente genera demotivazione e distrazione, quindi costi transazionali.
Nelle moderne teorie economiche di organizzazione delle azioni umane orientate ad uno scopo economico, ogni agire organizzativo assume un valore reale.
Tali valori sono calcolati o resi calcolabili da una corretta analisi dei flussi di denaro generati dalle azioni organizzative.
Gli anglosassoni chiamano cash flow il flusso delle risorse finanziarie generato dall’impresa nel suo agire quotidiano.
Più semplicemente si tratta di controllo del denaro che esce o entra da una azienda o che viene impegnato per il suo funzionamento attuale e futuro.
Nell’attuale organizzazione delle procedure e delle regole di movimentazione del denaro da e per l’impresa nessun imprenditore è nelle condizioni di conoscere in tempo reale quanto denaro è uscito o entrato nell’azienda nelle ultime ventiquattro ore.
Un pagamento può infatti far riferimento ad una fornitura dilazionata di 40 giorni prima o un incasso può essere relativo ad una vendita effettuata ad una “pecora zoppa” (ndr. cattivo pagatore) che ci trasciniamo dietro da un bel po’. In entrambi i casi, un corretto controllo di gestione ci può permettere di calcolare – al momento – le eventuali e future crisi di liquidità ed i costi aggiuntivi che sosteniamo per il cosiddetto ros (ritorni delle vendite).
Si tratta solo di calcolare con metodi semplici i soldi che entrano ed escono; i soldi veri, non quelli che guardando i bilanci periodici di verifica – quando riusciamo ad averli – ci fanno esclamare:“ ma dove stanno tutti stì soldi che ho fatturato? Mò rischio pure di pagare un sacco di tasse!!”