Il coperchio del mare
di Banana Yoshimoto
Autore: Banana Yoshimoto
Serie: //
Edito da: Feltrinelli
Prezzo: 14.90 €
Genere: romanzo
Pagine: 113 p.
Trama: Dopo aver terminato gli studi, Mari decide di lasciare la vita frenetica della capitale per tornare al suo paese natale, Izu. Un posto in riva al mare circondato da montagne, un tempo popolato da turisti e ricco di attività commerciali, ma ora solo una realtà fatta di tristezza e di abbandono: il mare, inquinato dalle fabbriche tanto da distruggerne sia la fauna che la flora, non offre più ai ristoratori e ai pescatori la materia prima del loro lavoro e, per un paese che vive proprio di pesca, questo significa una inesorabile fuga dei turisti, l’allontanamento dei giovani in cerca di un futuro ed un lento quanto inevitabile declino della città. In questo paesaggio, dove la malinconia avvolge i pochi abitanti che sono rimasti in paese, Mari decide di aprire un chiosco di granite, la sua passione da sempre. Le sue sono delle granite particolari: non ci sono i tradizionali gusti ricavati dagli sciroppi industriali, ma sono preparate usando i frutti delicati e tipici del territorio. Mentre Mari è impegnata a far funzionare la sua nuova attività, sua madre decide di ospitare per l’estate Hajime, la figlia di una sua cara amica che, dopo aver perso sua nonna, sta passando un periodo molto difficile. È così che il mondo di Mari e quello di Hajime si incontrano. La prima, una ragazza molto forte e combattiva, decisa a contribuire al miglioramento del suo paese e la seconda, una ragazza gracile e fragilissima, sfigurata nel volto e nel corpo sin dall’infanzia a causa di un incendio. Fa da perfetto contorno un terzo personaggio molto particolare del libro: il mare, una distesa che porta in sé la ricchezza dei pesci e dei coralli, ma anche il ricordo di un periodo di abbondanza ormai passato; quel mare che mette in moto il sangue e i pensieri di Mari e Hajime, alimentando le loro aspettative e sedando le loro piccole delusioni, per poi donare alle due ragazze il sollievo necessario per ricominciare una nuova vita.
“[…]Anche Hajime portava in sé qualcosa del genere, qualcosa di magico e di sacro. Chissà come mai sono riuscita a entrare nel suo mondo con tanta naturalezza, nonostante non fossi più una bambina. Quando conosciamo persone nuove, tutto sommato non credo che prestiamo molta attenzione al volto. Credo piuttosto che le guardiamo nell’animo. L’atmosfera che emanano, la voce, l’odore… percepiamo una combinazione di tutte queste cose. Hajime aveva un animo tutto d’un pezzo. Di solito c’è sempre un che di ambiguo nell’impressione lasciata dalla gente, Hajime, invece, comunicava una grande risolutezza, con un sottile barlume di malinconia. Era stata la sua forza a colpirmi.”
La magia della scrittura di Banana Yoshimoto è chiara già dall’incipit. Una scrittura semplice priva di frivoli ornamenti stilistici che descrive un mondo candido, ideale, quasi etereo. Chi è familiare ai romanzi dell’autrice sa che la semplicità del suo linguaggio non implica la semplicità dei contenuti. Nel caso specifico, la descrizione dell’incontro tra due semplici ragazze, Mari e Hajime, offre la possibilità all’autrice di approfondire il tema dell’amicizia ma, al contempo, offre anche uno spunto di riflessione: la difficile vita passata di Hajime, trasferitasi ad Izu, la città in cui risiede Mari, per via della depressione causata dalla morte di sua nonna e, il cui viso fu storpiato da un incendio quando era bambina, è metafora delle difficoltà che tutti prima o poi ci ritroviamo ad affrontare. Come Hajime, anche noi dovremmo avere il coraggio di trovare conforto nell’amicizia, ricavandone giovamento.
La storia si estende, contemporaneamente, alla narrazione della vita lavorativa di Mari. La ragazza, infatti, decide di aprire un chiosco di granite. Nonostante sia una decisione alquanto avventata, dal momento che i turisti sembrano aver abbandonato Izu da lungo tempo per via dell’inquinamento del mare, la scrittrice esalta la tenacia ed il coraggio con cui la ragazza va fino in fondo nelle sue decisioni. Il chiosco non sarà mai per lei una grossa fonte di lucro, tanto da rimarcare come Mari abbia imparato a memoria i gusti preferiti dei pochi clienti che è riuscita a guadagnarsi. Le giornate lavorative si alternano a serate di semplici chiacchierate e lunghe nuotate. Il mare, infatti, diventa il terzo protagonista della storia. L’autrice lo trasforma quasi in una persona, descritta come un’entità in grado di destare dolori e dispiaceri nelle due protagoniste, costringendole al ricordo, ma anche gioia e spensieratezza, offrendo loro la possibilità di estraniarsi, anche se per poco tempo, dal mondo circostante.
Ammetto che è stato un dispiacere finire il libro. Banana Yoshimoto ha un piccolo superpotere: quello di farti immedesimare appieno nei romanzi che scrive, rendendoti parte integrante della storia. Forse perché ama trattare di situazioni e persone semplici, come l’amicizia tra le due ragazze, un’amicizia delle piccole situazioni, delle piccole cose ma anche dei lunghi ed eloquenti silenzi che aiuteranno le protagoniste a capirsi, portandoci, inconsciamente, a sorridere per questo concetto di amicizia puro e positivamente infantile. In ogni caso lo consiglio. Sarà una lettura di cui non vi pentirete e, nel caso peggiore, comincerete a comprare tutti i suoi libri come ho fatto io.