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Il coraggio di Cindy Crawford nel mostrarsi in uno scatto “a Photoshop ZERO”

Creato il 17 febbraio 2015 da Marianocervone @marianocervone
Il coraggio di Cindy Crawford nel mostrarsi in uno scatto “a Photoshop ZERO” Da Madonna a Winona Ryder sono tante le modelle, cantanti o attrici che spesso fanno un uso e abuso di Photoshop sulle riviste patinate, sulle copertine di album o scatti promozionali e, qualcuna come Beyoncé, accusata di ritoccare persino gli scatti sul proprio account instagram, mostrandosi sempre come delle eterne trentenni toniche e giovani, a dispetto della reale età o condizione fisica. Ma se nel tempo star del mondo dello spettacolo, come Monica Bellucci, si sono fortemente opposte al ritocco fotografico, mostrando scatti più o meno originali, oggi è una super top model degli anni ’90, con l’aiuto proprio di uno di quei magazine patinati, a dire NO alla stereotipata e finta perfezione dell’eterna giovinezza virtuale: Cindy Crawford apparirà sul primo numero di Marie Claire 100% no retouch (escluse le foto delle inserzioni pubblicitarie interne). Quella di aprile infatti sarà un’uscita a zero ritocchi e, a giudicare dalle immagini, postate in anteprima dalla giornalista britannica Charlene White su twitter, la differenza si vede. Cindy Crawford smette di essere per il suo pubblico la modella, o forse è meglio dire modello irraggiungibile, per mostrarsi come una donna vera con tutto il suo fascino e le imperfezioni che, alla soglia dei cinquant’anni (ne ha 48) e due gravidanze, inevitabilmente arrivano per tutte: una pancia un po’ più molle e meno piatta, benché ancora tonica, una pelle meno elastica ed uniforme, ed un corpo che mostra con fierezza lo scorrere del tempo senza necessariamente gareggiare con le ragazzine e la nuova generazione. Una foto che ha subito entusiasmato, ed è stata definita dai media reale, onesta e stupenda. I primi lifting risalgono già agli anni ’60, subito dopo la guerra e il boom economico, si studiava già la possibilità di “ringiovanire”, o quantomeno ritardare gli effetti più evidenti dell’invecchiamento, come rughe e pelle flaccida, ricorrendo al bisturi. Pioniera del ritocchino la cantante Cher, che la sdogana del tutto negli anni ’90 senza farne troppo mistero, e riuscendo, fino agli inizi degli anni 2000 a sembrare ancora una trentenne, benché avesse superato da tempo la boa dei cinquanta. Fautrice di yoga e vita sana prima, e chirurgia in extremis dopo, anche Madonna ha dovuto cedere all’esigenza del botox, cercando (inutilmente) di compensare ciò che una corretta alimentazione e attività fisica, giocoforza, non possono più garantirle, la giovinezza. Ma se sui red carpet e nella vita vera non si possono nascondere gli anta, eccole bellissime e giovanissime negli scatti dei fotografi di grido che le ritraggono, dee senza tempo, eterne ninfe in fuga da una realtà amara e difficile da sopportare. In controtendenza l’attrice Kate Winslet, da sempre contraria alla chirurgia e al ritocchino digitale, ma spesso criticata per la perfezione digitale delle sue campagne Lancôme, porta avanti una vera e propria crociata per la spasmodica ricerca della perfezione attraverso l’utilizzo della chirurgia plastica, e se negli scatti promozionali dei suoi lavori continua però ad apparire sin troppo levigata, non hanno paura di apparire vecchie e rugose, anche sullo schermo, i premi Oscar Emma Thompson e Rachel Weisz. Con Cindy Crawford e Marie Claire, cade uno dei baluardi del ventunesimo secolo, dimostrando che per mostrarsi attraenti agli occhi degli altri bisogna innanzitutto stare bene con se stessi: «Io credo – ha detto la Crawford – che bisogna essere a proprio agio nella propria pelle a qualunque età. Se le donne trattassero loro stesse con lo stesso amore che danno ai loro amici, sarebbe il più grande dono che potrebbero farsi. Ciò che rende più attraenti è l’autostima. Questo è ciò che vedono gli altri».

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