Quando avranno il coraggio di tirare un altro calcio di rigore saranno degli eroi.Nella vita la paura la vinci solo se hai il coraggio di affrontarla un'altra volta
Da buon italiano il protagonista banchiere porta con sé la gazzetta dello sport, all'interno della quale si trova l'incidente scatenante del ricordo, quello che mette in moto la macchina del tempo della memoria emotiva e nello scorrere indietro riporta ai mondiali degli anni 90, quelli di Baggio, Schillaci, Bergomi, Zenga, Bergomi e.. lo iettatore Bruno Pizzul. Campioni che diventano spesso parodie, ma che sono per il protagonista anche sensazioni positive: l'euforia del primo mondiale, l'atmosfera di casa con la famiglia tutta riunita attorno al televisore, l'osservazione da vicino di ogni singolo componente. Il calcio è l'elemento che spesso ha unito il popolo italiano, ma la telecronaca calcistica si accavalla anche alla fotografia di un'epoca, al racconto del primo amore, delle prime delusioni, del rapporto con la famiglia, degli insegnamenti dell'ormai leggendario Nonno Turi. Lo spettacolo scivola via, è come una saponetta bagnata, inafferabile, si passa dalla partita alle emozioni personali, dalle parodie a omaggi di poeti di nicchia come Fosco Maraini (c'è una poesia "con parole inventate" tratta da Gnosi delle Fanfole). Arnone gestisce la giostra, diretta da Claudio Zarlocchi, serpentina tra i 50 spettatori in sala come fece Roberto Baggio fece con i cinque avversari, con maestria e uno studio attento che si spinge fino alla cura del gesto. Gli applausi sono meritati, qualcuno quasi surreale, come quello a scena aperta mentre il fu banchiere diveniva tifoso indossando la divisa e i calzettoni azzurri della nazionale: chiamatelo se volete patriottismo calcistico. L'Italia è fuori, è la prima sconfitta sportiva per il giovane Giuseppe, ma sono anche i primi insegnamenti che da questa avventura ne sono derivati; la perla finale è dello zio Rosario, parente aggiunto della pièce, che in un caloroso e commosso omaggio viene svelato soltanto alla fine: Rosario Livatino, magistrato italiano assassinato ad Agrigento il 21 settembre del 1990. È la conferma definitiva che Il coraggio fa... 90 è più interessante di una semplice cronaca calcistica. A.A.Replica straordinaria domenica 15 ore 21.00
IL CORAGGIO FA... 90di e con Giuseppe Arnoneregia di Claudio Zarlocchi6-7-8 + a grande richiesta domenica 15 pressoTEATRO KOPO'via Vestricio Spurinna 47/49 (zona cinecittà)Stagione, prossimi spettacoli, riduzioni