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Il cordoglio di Cinemazero per la scomparsa di Mario Monicelli grande regista e uomo di cinema

Creato il 01 dicembre 2010 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

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Il primo incontro con Mario Monicelli Cinemazero l’ha avuto nel 1981 in occasione di una piccola pubblicazione su Gustav Machaty, il regista ceco che con Estasi aveva filmato il primo nudo integrale della storia del cinema presentato con grande scandalo alla Mostra del Cinema di Venezia del 1932.
E proprio a Venezia tre anni dopo Monicelli aveva vinto un premio con uno dei suoi primi corti. Premio che consisteva nell’essere mandato in un set importante a fare l’assistente di un grande regista.
Nel 1935 Monicelli finì così col fare l’assistente di Machaty e raccogliemmo la sua testimonianza per la nostra pubblicazione.

Era il 1981 ed il grande regista era impegnato alla moviola per il montaggio de Il Marchese del Grillo, Orso d’Oro al Festival di Berlino. Con la sua solita ruvidità e schiettezza, che lo contraddistingueva, ci espresse tutta la sua disistima per Machaty, in maniera anche ruvida, materiale, a suo modo virile, come del resto aveva diretto i suoi celebrati capolavori del cinema italiano.

Era un uomo di cinema con quel tanto di veleno che solo il suo straordinario talento poteva sapientemente tradurre per lo schermo. Sotto le sue mani sono assati gli attori più acclamati e capaci del mondo, interpreti che Monicelli ha saputo incastonare nella commedia all’italiana fatta di ironia, tristezza, cinismo.

Monicelli era un intenso e disincantato osservatore della realtà italiana, che ha descritto con fine intelligenza in oltre sessant’anni di lavoro come sceneggiatore e regista, firmando molti dei capolavori del nostro cinema come I soliti ignoti, La grande guerra, L’armata Brancaleone, La ragazza con la pistola, Amici miei, Un borghese piccolo piccolo, Speriamo che sia femmina.

Venne spesso in Friuli, per ripercorrere i luoghi de La grande guerra, ma anche per seguire Le giornate del cinema muto, cinema muto che lui considerava il vero linguaggio del cinema, fatto di «simboli e metafore».

Nel corso della sua lunga carriera Monicelli ebbe innumerevoli riconoscimenti fra cui due Leoni d’Oro, innumerevoli Nastri d’Argento, quattro nomination all’Oscar come film miglior film e svariati David di Donatello.
Una straordinaria carriera, fino al suo ultimo film nel 2006 film Le rose del deserto, che lo colloca fra i massimi protagonisti e testimoni del nostro cinema e del suo tempo.

Ed è proprio per questa sua statura di gigante del cinema che Cinemazero, con il Cec di Udine e la Cineteca del Friuli, intende dedicare la prossima edizione de Lo sguardo dei maestri a Mario Monicelli.


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