"Il corpo di Matteotti" di Italo Arcuri

Creato il 24 aprile 2013 da Ivano Asaro @IvanoAsaro

"Voi volete ricacciarci indietro. Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al quale mandiamo il più alto saluto" Giacomo Matteotti, discorso alla Camera dei Deputati del 30 Maggio 1924
"Illustre professore… purtroppo non vedo prossimo il tempo nel quale ritornerò tranquillo agli studi abbandonati. Non solo la convinzione, ma il dovere oggi mi comanda di stare al posto più pericoloso, per rivendicare quelli che sono i presupposti di qualsiasi civiltà e nazione moderna".
E' il 10 maggio 1924 quando Giacomo Matteotti declina l'invito ricevuto da Luigi Lucchini professore universitario a Bologna ad accettare la cattedra universitaria offertagli, ruolo istituzionale che lo avrebbe allontanato dal "fronte antifascista", per lo meno quello delle prime linee; l'invito a riprendere l'impegno scientifico, che se accettato avrebbe di certo salvato Matteotti dai fascisti, fu invece rifiutato e rimandato al mittente.
Questa lettera, già di per sé stimabile nelle parole, deve però essere contestualizzata nella realtà storica per diventare eroica. La lettera porta data 10 maggio 1924, la prima aggressione fascista ai suoi danni risale al 18 gennaio 1921, quando dopo appena 2 mesi di attività parlamentare, il deputato socialista , recatosi a Ferrara viene a conoscenza per la prima volta della viltà fascista, conoscenza che significò schiaffi ,insulti e sputi. Imperterrito il deputato Matteotti compie la sua prima denuncia contro le violenze fasciste nell'aula di Montecitorio, riportando, con precisione di dati, nomi , luoghi e date violenze, saccheggi, incendi, minacce e violenze fisiche a danno di donne e bambini.

Giacomo Matteotti


Il 10 marzo compie la sua seconda denuncia contro la violenza delle squadracce, verrà aggredito solo 2 giorni dopo a Rovigo, "dove viene prima rinchiuso, minacciato, insultato, caricato su un camion, sottoposto a ripetute violenze e minacce e rilasciato in piena notte a Lendinara, il parlamentare polesano camminerà per 16 chilometri per essere presente la mattina dopo a Rovigo dove era attesa la sua firma per la proroga del patto agrario". (alcuni fascisti si vantarono di avergli riservato in quella occasione anche violenza carnale).
Ad agosto dello stesso anno scampa fortunosamente alcuni colpi di pistola.
Nel marzo del 1924 subisce nuove aggressioni a Cefalù.

Giacomo Matteotti

Non si piegò al regime ed il 30 Maggio 1924 pronunciò il celebre e fatale discorso alla Camera, nonché l'ultimo.
Il 10 giugno dovette sopportare l'ultima e la più alta sofferenza che gli uomini del duce gli serbarono, rapito sul lungotevere Arnaldo da Brescia , fu ritrovato senza vita il 16 Agosto 1924, mutilato. 
Giacomo Matteotti fu ucciso dai sicari del fascismo "buono", dai sicari di chi "ha fatto anche cose buone", è stato torturato, umiliato, il suo corpo spezzato e privato degli organi genitali, lasciato in una fossa scavata alla meno peggio dove gli animali della selva hanno potuto farne incetta.

Il cane "TRAPANI" che trovò il corpo

Il suo corpo dilaniato, fu simbolo e presagio di un Italia che di li a poco avrebbe fatto la stessa fine. Quell'Italia che non capì subito ciò con cui aveva e avrebbe avuto a che fare. La borghesia prima di tutti fu responsabile, ha finto di credere che il regime fosse solo un argine al disordine, all'anarchia,  all'inflazione galoppante.Quando i fascisti con questo più che con altri episodi, svelarono la loro vera indole, il Paese era attonito e capì che era ormai troppo tardi.

La Lanci Lambda utilizzata per il vile gesto


Quando si ha a che fare con vite così grandi è difficile trovare un episodio capace di raccontarle, questo però più di altri secondo me ha la capacità di raccontare ciò che più mi ha colpito di Matteotti, il simbolo del coraggio perseverante e irriducibile di chi sa per cosa combatte, il coraggio infinito e invincibile di chi ha esattamente chiaro il percorso e la destinazione.

Italo Arcuri, autore del libro

Una stretta cerchia di eroi ha camminato le strade del mondo, in ognuna delle sue parti, una stretta cerchia di persone è entrata di diritto nella parte dei "buoni della storia", vengono chiamati santi, eroi sovrumani, niente di tutto questo, sono umani, niente di meno e niente di più, sono persone grandi che dimostrano ripetutamente come l'uomo sia fatto di una sostanza molto più nobile di quella che crediamo, di quella che ci fanno credere, la storia di Matteotti racconta di quanto grande sia l'essere umano. Il coraggio, la bontà, l'intelligenza, l'eroismo, sono caratteristiche proprie , prima di tutto degli esseri umani.
Giacomo Matteotti fu uomo non santo, ma più di altri santi fu alta la sua morte.
Albino Volpi, "la pupilla dei miei occhi", così lo chiamava il duce, sferrò la pugnalata decisiva, l'ultima che l'Italia inflisse ad uno dei suoi figli più grandi, interrogato in istruttoria rivelava che Matteotti morì con un contegno quasi spavaldo :<<ha continuato a gridarci in faccia, fino alla fine assassini! barbari, vigliacchi! Mai ebbe un momento di debolezza per invocare pietà, e mentre noi continuavamo egli ci ripeteva: Ucciderete me, ma l'idea che è in me non la ucciderete mai!probabilmente se si fosse umiliato un momento e ci avesse chiesto di salvarlo e avesse riconosciuto l'errore della sua idea , avremo forse non compiuto fino alla fine la nostra operazione. Ma no, fino alla fine, fino a che ha avuto un filo di voce ha gridato. E' morto gridando viva il socialismo.>>

Giacomo Matteotti


Se la pietà e la fantasia, si trasformassero in sdegno, rabbia e ribrezzo allora il corpo di Matteotti diventerebbe questione civile. Faccenda di denuncia politica e sociale. L'omicidio, passato alla storia come conseguenza "naturale" del discorso del giugno 1924, potrebbe avere risvolti diversi se si considerano alcuni dati, Amerigo Dumini confessa che il movente dell'omicidio fu l'affare Sinclair Oil, la moglie dice che la mattina del suo rapimento Giacomo era diretto in parlamento con importantissimi documenti, il figlio di Matteotti afferma che le scoperte del padre sul caso Sinclair Oil furono il principale movente del suo omicidio, di cui fu complice interessato lo stesso re.
Matteotti scoprì qualcosa, forse qualcosa di più fastidioso del suo ultimo intervento parlamentare. Perché dunque fu ucciso, da chi? per conto di chi? questo e altro è raccontato dal libro il "corpo di Matteotti", un saggio, una ricostruzione storica che mira prima di tutto a dare dignità ad una figura che vive colpevolmente nelle soffitte della storia.
"Il corpo di Matteotti è prima di tutto una doverosa sfida all'oblio e al silenzio. Una sorta di piccolo balsamo contro la malattia civile che tende a far scomparire qualunque traccia della nostra memoria storica.E' anche una lotta contro noi stessi, perché l'ignoranza non prenda il sopravvento e la perdita di contatto con il passato non diventi una costante della nostra già abulica civiltà".
"E' infine una schietta correzione a quanto espresso in modo prepotente, da Roberto Farinacci, giornalista e gerarca fascista che scrisse :"che fare dunque? continuare a parlare di Matteotti? no perché il popolo italiano ne è nauseato."
Matteotti ci mise la faccia e quella faccia fu sfigurata dal male "dell'indifferenza", <<Il Male della Dimenticanza>> si cura guardando dritto negli occhi la storia del Ventesimo secolo. E leggendola come se fosse oggi, perché se l’amore per la libertà si affievolisce gli orrori che abbiamo alle spalle potrebbero ripetersi oggi.
E dunque "si invece perché il popolo italiano non dimentichi".

Alberto Arcuri

Alberto Arcuri

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