Il corpo subisce nel tempo diverse trasformazioni che ne denotano la crescita e l’invecchiamento. Accettare questi cambiamenti necessita una continua rimessa in discussione della propria immagine esteriore e interiore. Questo processo è complesso e faticoso e una volta che ci siamo abituati alla nuova immagine ecco che il corpo cambia ancora e dobbiamo ricominciare da capo. Le persone, nel vedere il proprio corpo trasformarsi, si sentono più insicure e fragili perché vivono il cambiamento come un attacco alla propria identità:
“Luca, 14 anni, quando si guarda allo specchio non si riconosce più. Le sue gambe sono troppo lunghe rispetto al busto e questo lo fa sentire a disagio. Quando è con gli altri non fa altro che pensarci e invece di ascoltare gli amici che parlano è tutto concentrato a ripiegarsi su se stesso, nella speranza di nascondere il suo difetto”
E’ tipico della pubertà e dell’adolescenza dover fare i conti con un corpo ingombrante perché si trasforma a dismisura al di là del proprio controllo. Se il giovane adulto non riesce a interiorizzare il proprio cambiamento, può sviluppare quello che le persone comuni definiscono il “complesso”. Il “complesso” non è altro che la fissazione di una fragilità emotiva in un pensiero ossessivo che in questo caso riguarda un difetto fisico o presunto tale.
“Aurora, 42 anni, non è soddisfatta di sé. Attribuisce tutta la sua insoddisfazione al fatto che non si piace. Considera le sue gambe troppo grosse, da sempre e da sempre è in lotta con esse. Diete, massaggi, liposuzioni niente è in grado di darle pace. Tutta la sua vita ruota intorno al tentativo di coprire quelle gambe troppo invadenti.”
Le fissazioni possono mantenersi nel tempo o modificarsi o nascerne di nuove. Ma è possibile liberarsene? E’ possibile comprenderle meglio, elaborarne l’accettazione e trasformarle in una visione nuova di se stessi più complessa che comprende non solo le parti esterne di sé ma anche quelle interne. La fissazione o il pensiero ossessivo si concentrano su aspetti superficiali, esterni, concreti per nascondere un problema interno, profondo, astratto più difficile da riconoscere e affrontare. La fissazione in sostanza è una difesa, la protezione che la persona si è scelta per evitare una sofferenza maggiore.
Quindi liberarsi dalle fissazioni è possibile ma è un processo faticoso e delicato che se riuscirete ad intraprendere vi renderà più liberi di essere voi stessi.
Dott.ssa Katjuscia Manganiello – Psicologa Psicoterapeuta Pesaro Urbino Marche Studio di Psicologia e Psicoterapia – via Guido Postumo, 8 / 61121 Pesaro Urbino Marche autore