Il corpo è nostro!

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Vorrei riprendere a parlare del caso di Torino, del falso stupro che ha scatenato la reazione di un gruppo di razzisti contro una comunità rom. Ho parlato di un razzismo in crescita che va di pari passo ad un sessismo di ritorno a danno sopratutto delle nuove generazioni.

Come ben vi ricordate, vi abbiamo parlato della vicenda di una sedicenne di Torino che ha dovuto inventarsi uno stupro per non rivelare che ha perso la verginità prima del matrimonio, forse impaurita dalle continue visite ginecologiche che la famiglia le imponeva.

La cosa che mi ha stupito è che nessuno si è indignato per l’assalto razzista e nemmeno per la violenza che questa ragazzina ha subito,  ma tante erano le reazioni contro il gesto della ragazza, che inventandosi uno stupro “ha infangato tutto il genere maschile” riporto la frase di un tizio sotto la notizia che riportava la vicenda.

Ci siamo chieste perchè queste reazioni, il sessismo di ritorno non ha permesso di indignarsi contro la discriminazione di genere subita dalla ragazzina e nemmeno del razzismo che sarebe stato giustificato se lo stupro fosse vero, perché il corpo delle donne in Italia viene ancora considerato proprietà della famiglia e così il suo onore, in contrapposizione ad uno pubblico che è “oggettizzato” per il piacere maschile.

Siamo così di fronte ad una frammentazione della donna in due figure: una nel privato e una nel pubblico e in nessuno dei due casi  è autodeterminata. Vi faccio un esempio: queanti uomini ancora oggi di fronte ad una donna molto bella e disponibile esclamano “va bene per una notte ma mai sposerei una donna così piena di desiderio“. La donna che manifesta il suo desiderio in modo aperto è ancora considerata una “poco di buono” , colei che non può mai essere madre, perchè?

Perchè una madre non può avere bisogni sessuali fuori dalla procreazione?

Fate caso che chi ragiona così sono quasi sempre uomini che frequentano prostitute, lamentandosi del fatto che la moglie non ha mai voglia di farlo o che si è sformata con le gravidanze o che non hanno coraggio di toccare una donna che è diventata madre perchè la vedono come la Madonna. Per questi uomini ci sono due tipi di donne: una al loro servizio (sessuale), la prostituta e una donna angelica, la madre (la moglie, la figlia o la sorella). Non è un caso se esistono insulti come “figlio di puttana”, “puttana tua sorella” eccetera…

Da qui emerge una figura femminile che non può avere nè desideri sessuali e nemmeno una sessualità e dall’altra una donna che deve avere una sessualità limitata al mero piacere maschile. Da qui nasce la concezione della donna-oggetto. Torno alla domanda: Perchè una donna “normale” non può avere desideri sessuali ( o non può manifestarli)? Perchè avere desiderio ci rende simile ad una prostituta (che poi sono donne pure loro)?

Tutto ciò deriva dal cattolicesimo presente nella cultura del nostro Paese. Nelle culture cattoliche il sesso è considerato impuro, infatti i religiosi non possono sposarsi e nè avere rapporti sessuali e le donne vanno sottomesse. Infatti, la Rivoluzione Sessuale ha liberato solo la sessualità maschile. Quindi:

- L’uomo non poteva masturbarsi,

- Il sesso matrimoniale era concesso solo a fini procreativi (infatti molti mariti andavano a prostitute),

-Gli uomini andavano a prostitute di nascosto,

- La contraccezione maschile non esisteva (e nemmeno quella femminile);

-Il porno e le riviste erotiche erano vietate.

Malgrado tutto ciò per le donne era anche peggio, dovevano arivare intatte fino al matrimonio, pena il ripudio (perfino se subivano uno stupro) e l’orgasmo femminile era considerato un prodotto isterico. Con la Rivoluzione sessuale molte cose sono cambiate nella sessualità maschile: l’uomo ha raggiunto la quasi piena libertà sessuale, dico quasi perchè l’omosessualità e l’educazione sessuale (anche per le donne) resta un tabù e in parte anche andare a prostitute (infatti in Italia è reato) ma dichiararlo non è più difficile come una volta. Ma cosa è cambiato nella sessualità femminile?

Malgrado con la Rivoluzione sessuale, molte donne hanno raggiunto la libertà di non dover più essere obbligate ad arrivare illibate all’altare (a parte alcuni casi), di vestire come vogliono (anche se spesso in caso di stupro ci rinfacciano l’abbigliamento che indossiamo), di mettersi in topless in spiaggia, di avere un pò accesso alla contraccezione (che in Italia è parziale) di mostrarsi quasi nude in tv e pubblicità, resistono tantissimi tabù quali:

- Avere molti partner (o dichiarare di averne avuto tanti),

-Dichiarare di amare il sesso o che la sessualità  femminile non sia necessariamente legata all’amore o alla procreazione;

- Denunciare uno stupro senza che qualcuno ti accusi che te lo sei voluta andandotelo a cercare o che hai provocato il tuo molestatore,

-Scarso accesso alla contraccezione  ed educazione sessuale (vale anche per gli uomini) e ivg liberi e gratuiti;

- La masturbazione femminile, accompagnata da battutine se ammessa apertamente da poche, appunto, per vergogna di battute come “Ti dò una mano!”, “forse hai bisogno di un maschietto” o frasi di dispezzo “E’ roba da troie”, “Sei una ninfomane!”, “Sei una sfigata!”, “Roba da cesse”…e da altre donne non viene nemmeno preaticata perchè ritenuta poco importante o perchè non hanno confidenza con il loro corpo.

Piccolo appunto sulla masturbazione. Che male c’è a toccarsi? Mi stupisce il fatto che ancora oggi ci sia gente che ritiene vergognoso il fatto che una donna rivendichi con l’atto di sfregarsi la vulva che il corpo appartiene a lei. E con questo ci ricolleghiamo ad altre cose.

La Rivoluzione Sessuale non ha ancora superato il concetto di donna- oggetto di disposizione altrui da prendere e da possedere anche contro la nostra volontà, per questo che la Rivoluzione sessuale maschile ha dato vista alla larga diffusione di riviste maschili che veicolano una sessualità stereotipata, la cosidetta donna-oggetto che oggi ci ritroviamo dappertutto, come se la donna non appartenga a sè stessa, ancora peggio oggi che a questo si aggiunge la spersonalizzazione della donna rappresentata in corpi (e ruoli) identici e privi di personalità. Infati ai vecchi tabù della donna divisa tra santa e mignotta ne emergono altri che erroneamente sono stati confusi come liberazione sessuale:

- Libertà (apparente) della donna di mostrare il seno ma solo come oggetto di desiderio, ossia libertà della donna di apparire come oggetto per vendere ogni cosa (guai se si spogliasse al supermercato o come hanno fatto le Femen, allora scatta l’arresto per atti osceni), Infatti il seno è ancora sessualizzato e non esiste alcuna parità di geenre dal momento che l’uomo può mostrarlo e la donna no a meno che non sia giustificata dal fatto che prende sole o allatta (ma non in pubblico);

- Libertà sessuale forzata. Qui devo specificare. Non so se avete sentito uomini pretendere che le donne la dessero più facilmente perchè se no o se la tirano o sono frigide o addirittura lesbiche (omosessualità femminile condannata), anche questo è un aspetto del patriarcato che ci vuole libere ma solo per soddisfare le loro voglie sessuali. Infatti se si trattasse della donna che vorrbbero sposare la vogliono possobilmente vergine (divisione tra donna per bene o per male). Tra la cosidetta libertà sessuale forzata troviamo quegli uomini di potere che per assumere una donna vogliono che si conceda prima a letto.

- Omosessualità femminile condannata o utilizzata come sollazzo maschile attuando quel controllo che di solito viene applicato alla sessualità delle donne etero che fanno del nostro corpo un oggetto del desiderio maschile ma mai soggetto.

Tra i nuovi tabù che sono diventate conquiste maschili durante la Rivoluzione Sessuale troviamo:

- Gli organi genitali esterni delle donne e la donna ridotta sempre a vagina peril piacere altrui e per la procreazione. Ricordiamoci che i genitali delle donne sono strutturati biologicamente in un modo che rendono la sessualità femminile indipendente dalla procreazione, poichè la clitoride non ha funzione procreativa a differenza di come vuole la società, andando a creare lo stereotipo del punto G per rendere il piacere femminile sottomesso a quello maschile e sminuire il piacere femminile al di fuori della riproduzione (ritenendolo inutile da farne a meno), l’unico che consente il raggiungimento all’orgasmo. Quindi, biologicamente le donne sono strutturate per fare sesso per piacere e non solo per i figli a differenza di come vuole la società, mentre è l’uomo ad essere strutturato solo per la procreazione perchè eiacula durante l’orgasmo.

- Scarsa diffusione e inesistenza di riviste femminili che trattano argomenti di sessualità svincolata dall’amore. Le poche riviste che parlano di sesso spesso danno consigli sul come essere più attraenti verso il partner e di come soddisfarlo. Sono quasi assenti le riviste erotiche per donne fatte di stimolezione visiva, e i porno per un pubblico femminile.

- La pornografia. Nonostante le donne oggi possono girare porno, ancora oggi una donna che ammette di guardare un filmato porno è considerata una pervertita, una ninfomane o una troia. Questo fa notare la discrepanza tra attrice porno (donna) e donna “normale” (la spettatrice) che secondo le aspettative sociali deve comportarsi da “santa” disinteressandosi al  sesso. Non è un caso se le pornostar sono considerate zoccole (spesso nomignolate così anche nei titoli di regia) e gli uomini virili dei modelli da imitare e se nella pornografia appaiono i desideri che spesso sono considerati maschili: donne bellissime e maggiorate, che fanno fellatio (per il piacere maschile) e che vengono violentate per copione.

Io vorrei aggiungere un appunto sul porno. Ho sempre detto che il porno mainstream è maschilista e rappresenta i desideri maschili: sesso vaginale, la clitoride non esiste, il cunnilingus nemmeno, l’omosessualità femminile è un prodotto voyeuristico maschile, le donne sono perfette, sempre disponibili e via dicendo, ma penso che se una donna ama guardare un film porno è liberissima di farlo, se ama certe fantasie maschili(ste) è perchè vive in un contesto dove la sessualità femminile viene taciuta, andandosi a creare quella sorta di parità nelle fantasie sessuali . Ben vengano piuttosto che mortificare la donna riducendola ad un essere asessuatoche guarda solo romanzi rosa, anche se a mio parere bisognerebbe creare una pornografia meno sessista. Ho sempre detto che i prodotti porno sono troppo “maschili” ma mai che una donna va condannata perchè guarda quei porno, anzi ben venga se quel aspetto maschile del porno è stato creato per proibire alle donne di guardarli, facendole sentire per giunta inadeguate esteticamente e sessualmente.

Sempre sulla pornografia. Spesso è viene criticata la donna che guarda da sola un porno e poco quella che lo guarda con il suo partner perchè spesso è lui a scegliere la pellicola e perché serve per renderla più disponibile. Quindi, spesso non si nega nemmeno che la donna guarda il porno per piacere ma si condanna chi lo guarda per piacere personale, quindi per masturbarsi. Emerge anche qui la concezione della donna-oggetto, colei che deve introiettare le fantasie maschili per soddisfarlo.

-Sesso anale e fellatio. In quanto considerata una fantasia prevalentemente maschile, quella che ammette di praticarlo passa spesso per le forche caudine dell’Inquisizione moderna, a meno che non lo pratichi per amore.

Ma cosa vuol dire amore? Sento spesso questa parola, “io il sesso lo faccio solo se innamorata” omettendo il fatto che lo si fa per piacere. Fare sesso “solo per amore” è un tabù moderno che si sostituisce alla verginità, un valore che si attribuisce all’organo femminile che si concede come un pegno. Viene da chiedersi perchè ancora oggi il paicere femminile viene condannato senza che nessuna donna si alzi in piedi e dica come avveniva negli anni ’70 “Io sono mia e il corpo lo gestisco da sola!“. Spesso le donne di oggi hanno così tanta paura della loro reputazione che sono costrette a viver euna sessualità incompleta e a vivere in silenzio il loro disagio, perchè l’agrassività è considerata dal mondo una prerogativa maschile.

Un uomo avrebbe rinunciato alla sua sessualità e ai suoi desideri? No, infatti spesso l’aggressività sessuale maschile e lo stupro è maggiore in quelle società repressive e sessuofobe che mortificano la sessualità, anche se non è un problema se un uomo ammette che ha delle voglie, e allora perchè ci sono donne che non riescono ad ammettere che possiedono la libido, andando a rafforzare lo stereotipo della donna che ha meno voglia di un uomo nonostante diversi studi sociali e scientifici smentiscono questo?

La paura di ricevere disapprovazione, perchè la società patriarcale ha paura della sessualità femminile, sottoponendola a continui controlli. Negli ultimi anni assistiamo a giovani donne che ammettono con fierezza di prostituirsi io di voler ricorrere al sesso in cambio del superamento di un esame o della carriera senza aver paura di essere etichettate da una società misogina come donne “per male”, però ancora meno sono le donne che riescono ad ammettere di amare il sesso o di praticarlo per piacere personale poiché percepiscono che il pregiudizio è ancora più forte verso le seconde rispetto alle prime. Sarà che in una società dove il corpo femminile viene venduto come merce è più tollerato che una donna usi il sesso come moneta di scambio (non ci vedo nulla di male perchè è anche questa una scelta personale) piuttosto che per “divertimento”.

Anche se sono contenta di sentire prostitute che si definiscono fiere di essere puttane (perchè sono stufa di uomini ipocriti fieri di andare a prostitute che poi insultano le donne che hanno pagato chiamandole puttane in tono dispegiativo per indurle alla vergogna) ma continuo a riperete che la rivoluzione sessuale femminile è ancora un tabù e non è stata portata a termine, anzi probabilmente non è nemmeno iniziata.

Mary



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