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Il corpo femminile nella storia: la seduzione non verbale (seconda parte)

Da Claudiasposini

Il corpo femminile nella storia: la seduzione non verbale (seconda parte)  Spalle
Le spalle femminili sono più strette, lisce e arrotondate di quelle maschili e diventano erotiche quando scoperte, come se fossero “due emisfere”. Infatti, quella parte di pelle nuda che può scivolare facilmente verso il seno, è di forte attrattiva per il sesso maschile, soprattutto in certe posture: ad esempio, una tipica foto di moda con il mento che appoggia sulla spalla alzata e nuda attira l’attenzione proprio sulla rotondità di quella carne liscia.
Le spalle ebbero un forte impatto negli anni’ 80 nella moda: ricordate le famose giacche con le “spalline”, nate per enfatizzare proprio questa parte del corpo? Le giacche femminili venivano imbottite per risaltare un paio di spalle larghe, proprio come quelle dei maschi. Anche nei film, dagli anni ’70 in poi, scomparirono le attrici che recitavano la parte di bamboline aggiogate come negli anni addietro e iniziò a comparire, anche nel cinema, una sorta di “durezza” femminile attraverso l’enfatizzazione delle spalle. Ma non solo, più tardi, anche il corpo femminile cambiò, avvicinandosi sempre di più a quello maschile: pensiamo solo al body-building e al fisico femminile muscoloso, tabù negli anni ’60.
Le spalle larghe sono sinonimo di successo, di autostima, di ottimismo: infatti, le spalle ingobbite come quelle di molti anziani, si avvicinano all’idea di una persona depressa, chiusa, che ha passato la vita a chinare il capo, e quindi ad “abbassarsi”.
Negli anni ’90 le spalle delle giacche ritornarono ancora femminili: in questo periodo la forma delle spalle dipendeva dallo stile di un certo abito particolare, piuttosto che da un bisogno onnipresente di affermazione sociale. 
A parte la moda vintage, tanto in voga oggi, il mezzo attuale di affermazione sociale più utilizzato non sono più le spalline, ma tacchi vertiginosi, anche con plateaux, chiaro segnale di determinazione professionale e molto spesso come simbolo che avvicina di più la donna all’altezza maschile.
Seno
In chiave psicoanalitica, il seno e i capezzoli ricordano la mamma, l’allattamento, l’infanzia e in generale le cure materne. Oltre al richiamo infantile, il seno ha una vera e propria funzione sessuale: a differenza degli altri primati che espongono i loro segnali sessuali sulla schiena, nella regione del posteriore e camminando a quattro zampe, la femmina, espone il seno in una posizione eretta, a faccia a faccia con l’uomo. Il seno ha, infatti, una forte attrattiva nei preliminari deputati al contatto sessuale: viene spesso accarezzato con le mani e con la lingua. Durante l’attività sessuale, inoltre, i capezzoli trasmettono segnali olfattivi al naso maschile; tali secrezioni hanno un potente impatto inconscio che aiuta l’eccitazione sessuale. Infatti, nel periodo del piacere e con l’avvicinarsi dell’orgasmo, i capezzoli si erigono e si riempiono di sangue, diventando rossi.
Se nelle epoche passate il seno veniva nascosto per motivi sociali e culturali, oggi viene esposto, a volte anche decorato da piercing e/o tatuato. Il topless è un’azione comunque rischiosa in tutte le società urbane del mondo, destinata ad attrarre sempre molta attenzione maschile. Inoltre, il seno scoperto, a volte, è stato ed è anche sinonimo di protesta sociale femminista e post-femminista.
A mano a mano che il XX secolo si avvicinava alla fine, i seni nudi apparvero sempre più spesso sui giornali e sulle riviste, al cinema e anche in televisione. Nei club di lap dancing ancora oggi sono letteralmente sbattuti sotto il naso dei clienti maschi.
Dal 1963 entra in scena la chirurgia estetica, nata per enfatizzare il décolleté, fino a diventare sempre più popolare fino ai giorni nostri, dove però si registra un’inversione di tendenza: ultimamente molte donne si sottopongono ad ulteriori interventi di chirurgia per farsi rimuovere le protesi al silicone, registrando così, un certo ritorno al seno naturale, anche se più piccolo della media. Un’avvocatessa ha riassunto il suo pentimento chirurgico dicendo che, dopo il divorzio, “La prima cosa ad andarsene, oltre al suo cane puzzolente, sono state quelle maledette tette… Mi sono sentita come se il mio quoziente intellettivo avesse fatto un balzo in alto di venti punti”
Vita
La forma a clessidra del corpo femminile ha sempre enfatizzato un altro aspetto del linguaggio erotico: la vita. Di solito si ammette che è la relazione tra la misura del busto, dei fianchi e della vita a rappresentare un fattore fondamentale della tipica silhouette femminile. Molti concorsi di bellezza si sono ispirati, infatti, a queste proporzioni per decretare la "vincitrice".
In passato per avere una vita sottile si usava il busto che aiutava anche ad avere un portamento aristocratico: chi lo indossava era costretta a tenere una posizione rigida ed eretta, mantenuta anche da una stecca d’osso che si infilava davanti al busto. Una donna con  addosso il busto stretto dava anche l’impressione di essere un animale vulnerabile, chiuso in gabbia. Con il corpo “in trappola” aveva difficoltà nei movimenti e ciò era attraente per il suo spasimante, il quale, in una fantasia inconscia, poteva gioire della facilità con la quale l’avrebbe catturata, semmai avesse deciso di inseguirla. Ancora oggi esiste il busto, sebbene non come trend diffuso, e a questo elemento di “imprigionamento” si dà il nome di “bondage”: in questo caso, l’attrattiva non è tanto dovuta alla silhouette femminile che crea, quanto alla non detta verità che la femmina ammirata sta soffrendo una tortura fisica per il suo ammiratore. E’ facile capire perché i busti più esagerati siano diventati parte integrante della scena sado-masochista.
Fianchi
I fianchi trasmettono il primitivo messaggio della capacità femminile di generare, di mettere al mondo dei figli. Soltanto quando una società umana è in una fase in cui preferisce una giocosità adolescenziale alla fecondità e alla riproduzione, abbandona le attrattive dei fianchi ampi per un look più esile, da ragazzo.
Nel passato i fianchi venivano esposti, abbelliti, “gonfiati”: nel IXV secolo in Europa nacquero i cosiddetti “cuscini per i fianchi”, che venivano legati sotto delle ampie gonne raddoppiando la normale larghezza del bacino. Il XVII secolo vide l’invenzione delle “crinoline”, sottogonne di rete rigida simili a campane. Queste strutture, spesso di ferro, erano studiate per dare l’impressione che chi le portava avesse degli ampi fianchi materni.
I movimenti dei fianchi contengono messaggi e segnali seduttivi: pensiamo solo all’ancheggiamento o allo stare in piedi con un fianco sbilanciato di lato. Anche molte danze riprendono questi movimenti erotici: per esempio, nella danza hawaiana, le ragazze con la regione pelvica enfatizzata da un gonnellino di paglia, eseguono diversi movimenti ritmici del bacino, ondeggiandolo, muovendolo di scatto e facendolo ruotare a tempo con la musica.
Pancia
Molto sensuale, la pancia è stata vista per molto tempo come una zona tabù, tanto che la moda dello scoprirsi la pancia è consuetudine abbastanza recente. Un altro punto erotico vicino alla pancia è l’ombelico; anche questo considerato come zona “vietata”, in tempi attuali è stato decorato con piercing e tatuaggi.
L’ombelico, con la sua vaga forma a orifizio, ha sempre svolto un ruolo come eco dei genitali e quindi molto sensuale. Non a caso la danza del ventre, con i suoi movimenti pelvici e con l’esibizione della pancia e dell’ombelico è di forte attrattiva erotica, tanto che, oggi come oggi,questa danza è stata promossa come “ una forma eccellente di terapia contro le tensioni e la depressione” in quanto aiuta a raggiungere una forma fisica ottimale.
La pancia, inoltre, rappresenta un forte contatto interpersonale: la posizione, durante l’atto fisico, di pancia a pancia è una delle più conosciute dal genere umano. Tanto che, in un antichissimo testo sumerico, che risale al terzo millenio prima di Cristo, lo scrittore annota con triste umorismo: “Mattone su mattone fu costruita questa casa; pancia su pancia è stata abbattuta”.
Claudia Sposini, psicologa
Bibliografia "L'animale donna" di D. Morris
 

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