Il corso di nuoto: insistere o mollare?

Da Littleelo
Venerdì sera Luigi ha iniziato il corso di nuoto presso la piscina Siloe di Bergamo. L'ambiente non gli è sconosciuto, anzi lo ha già frequentato con i compagni dell'asilo all'inizio dell'anno per un corso di acquaticità. Premetto che Luigi non galleggia, ma si muove tranquillamente in acqua con i braccioli. Con questo corso di nuoto, della durata di 14 lezioni, l'obiettivo è che impari a stare a galla e a fare il famoso cagnolino.
Non ho sponsorizzato troppo la cosa nei giorni precedenti al via, insomma, non ho tentato di vendere a Luigi il corso di nuoto come la cosa più bella del mondo. E forse lì ho sbagliato.
Venerdì pomeriggio alle 17.30, dunque, lo accompagno in piscina: è la nostra prima volta, Luigi è sempre stato accompagnato o dal padre o dalle maestre dell'asilo.
Il dramma comicia negli spogliatoi: non vuole mettere il costume, e una volta in costume, non vuole uscire dallo spogliatoio.
Ottenuto che venga a vedere che cosa fanno i bambini là fuori, si siede con me sull'appoggio dove stanno tutte le mamme in attesa che i figli escano dall'acqua.
Verso le 17.50 riesco a convincerlo a sedere a bordo vasca, insieme (non vi dico come sono uscita da questa esperienza!), e a mettere i piedi in acqua. tento di mollarlo lì verso le 17.55, ma mi rincorre prontamente in lacrime.
Alle 18.05 si convince non so come a entrare. La maestra lo accoglie con un galleggiante e io finalmente mi siedo tra le altre mamme.
Alle 18.15 Luigi rischia di affogare. La maestra alle prese con un'altra bambina strillante non vede che Luigi ha perso di mano il galleggiante. Lo vedo annaspare, per fortuna interviene la maestra del corso a fianco. Luigi piange, ma io impassibile mi dico che in fin dei conti a tutti è capitato di andare sott'acqua.
Alle 18.20 finisce la lezione. Luigi non piange, è di un umore abbastanza perplesso, mi dice che è affogato. E che non vuole più fare il corso di nuoto.
Tento di essere conciliante, di socializzare con il coordinatore dei corsi e di farcelo amico, Luigi abbozza anche un sorriso. Ma è irremovibile: "non voglio più venire!".
E ora io che faccio? Ai miei tempi anche a me non piaceva fare i corsi di nuoto, ma avevo qualche anno in più.
Tengo duro e forzo un po' la mano (rischiando che alla fine odii il nuoto) oppure mollo tutto, rischiando, come mamma Tigre docet, di generare il lui senso di fallimento e insicurezza?
Ho ancora qualche giorno per meditare, speriamo che la settimana porti consiglio.

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